Nemici...non tanto nemici

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‹‹ Alla fine della lezione di oggi dovrai essere in grado di gestire almeno gli incantesimi più semplici, come quelli di Disarmo. Se riuscissi a lanciare anche qualche Schiantesimo sarebbe davvero una conquista! ››, fece ironico il biondo Serpeverde.

Harry arricciò le labbra ma non disse nulla: il suo "insegnante" sembrava già parecchio nervoso senza che s'intromettesse anche lui. Si limitò ad annuire.

‹‹ Ieri sei riuscito a combinare qualcosa sussurrando le formule magiche. Riprenderemo da lì. Poi, proverai a lanciare un incantesimo muovendo solo le labbra ma senza emettere un fiato. Vediamo se, in questo modo graduale, riuscirai a migliorare. ››

Harry annuì ancora e si mise in posizione. Puntò la bacchetta contro il ragazzo e mormorò: ‹‹ Expelliarmus! ››

Funzionò.

Provarono ancora altre volte, ed Harry riuscì sempre a lanciare gli incantesimi, prontamente schivati da Draco.

Passarono, poi, alla tecnica successiva. ‹‹ Ora, non parlare. Pensa intensamente all'incantesimo che vuoi lanciare e muovi solo le labbra. Prova, avanti! ››

Il primi due tentativi di Harry furono un fallimento. La terza volta, Draco riuscì a leggere in tempo il labiale del Grifondoro che lanciò un "Expelliarmus" perfetto. Il Serpeverde rimase un attimo senza fiato.

Harry gongolò contento per esserci riuscito e per aver sorpreso il suo avversario-insegnante.

‹‹ Ancora ››, gli disse Draco, intercettando il suo sguardo contento.

Il moretto riuscì quasi sempre a lanciare l'incantesimo desiderato ed il suo insegnante improvvisato era piuttosto orgoglioso di se stesso e contento del successo del compagno, anche se riuscì a non far trasparire alcuna soddisfazione dal suo sguardo.

Andarono avanti per diversi minuti, spinti dai continui miglioramenti del Grifondoro.

‹‹ Bene, Potter ››, disse Draco ad un certo punto, ‹‹ non sei un completo disastro come pensavo... ››

Offeso, ma anche piuttosto divertito, Harry gli lanciò uno Schiantesimo silenzioso senza quasi rendersene conto. Il biondino lo schivò appena in tempo, per poi guardarlo in cagnesco. ‹‹ Vuoi la guerra! ››, esclamò, prima di ricambiare il favore.

Volarono incantesimi per tutta la stanza, esattamente come il giorno precedente, solo che quella volta Harry si sforzò di utilizzare la voce il meno possibile, così da esercitarsi ma, al tempo stesso, divertirsi in un duello improvvisato con quello che era diventato il suo avversario preferito.

Che poi, pensò Harry, si può avere un avversario preferito?!

Se pochi giorni prima gli avessero chiesto chi fosse il suo avversario "preferito", avrebbe di certo risposto "Voldemort". Non perché gli piacesse duellare con lui, sia chiaro, ma perché era l'unico con cui avesse mai realmente duellato, senza regole né limiti.

...in tutti i sensi.

In effetti, non erano pensieri normali, i suoi.

Ma, da quando aveva allacciato questo stranissimo rapporto con il ragazzo che aveva sempre considerato la sua nemesi, sembrava aver cambiato idea.

Le sue lotte con Voldemort erano passate in secondo piano, così come anche la sua sete di vendetta. In quei momenti in cui era con Draco riusciva persino a dimenticare Sirius ed il dolore provocato dalla sua morte.

‹‹ Non distrarti, Potter ››, lo richiamò il Serpeverde quando un suo incantesimo gli passò vicinissimo all'orecchio sinistro.

Harry riprese coscienza del duello in corso e si concentrò sul suo avversario, continuando a lanciare incantesimi e, pian piano, avvicinandosi sempre di più a lui.

Si trovavano ormai al centro della stanza, dove un grosso tappeto decorato faceva bella mostra di sé.

Harry riuscì appena a constatare che quel tappeto sembrava davvero comodo, quando, arretrando, inciampò in una delle pieghe del suddetto tappeto, perdendo l'equilibrio e sbilanciandosi indietro. Sarebbe riuscito a non cadere, se Draco non avesse scelto proprio quel momento per lanciarglisi contro.

Rovinarono entrambi a terra, Harry di schiena contro il pavimento – o meglio, contro il tappeto – e Draco disteso sopra di lui.

Si guardarono negli occhi per qualche istante, troppo sorpresi per fare qualunque cosa.

Harry si rese conto solo in quel momento delle mille sfumature degli occhi di Draco. In effetti, non si era mai soffermato a guardarli, e di certo non così da vicino.

Draco sembrava essersi perso nelle iridi color speranza del compagno Grifondoro. Quegli occhi di cui aveva tanto sentito parlare, erano ora a pochi centimetri dai suoi e non riusciva a distogliere lo sguardo.

I loro respiri affannati in seguito al piccolo duello si mescolavano tra loro.

I loro nasi quasi si sfioravano.

‹‹ Sei una frana, Potter ››, sibilò ad un certo punto Draco rompendo il silenzio ed alzandosi in piedi, puntellandosi sulle mani.

Harry batté un paio di volte le palpebre. Aveva provato una strana sensazione nel trovarsi così vicino al principale oggetto dei suoi pensieri degli ultimi tempi.

Rimase ancora steso a terra.

Il Serpeverde, vedendo che non accennava a rialzarsi, in un gesto spontaneo gli tese la mano.

Rimasero entrambi esterrefatti, ricordando il primo ed unico momento in cui Draco aveva compiuto quel gesto: erano nel treno diretti a Hogwarts, lui ed i suoi scagnozzi, Tyger e Goyle, erano entrati nello scompartimento che divideva con Ron.

Harry ricordava bene le parole del ragazzo: si era offerto di "aiutarlo" a fare le giuste amicizie, a capire chi fossero le persone migliori – e tra queste non era incluso Ron.

Gli aveva teso la mano.

Harry si era detto capace di riconoscere da solo le persone sbagliate e non l'aveva presa.

Ed ora, a distanza di anni, Draco ripeteva quello stesso gesto.

Guardando la sua espressione un po' persa, Harry si rese conto che, probabilmente, neanche il ragazzo sapeva bene cosa stesse facendo.

Deglutirono entrambi, Draco pronto a ricevere un secondo rifiuto da parte del ragazzo, Harry pronto a... non sapeva neanche lui cosa.

Seguì l'istinto, come aveva sempre fatto: afferrò quella mano tesa, una presa salda lo strinse e lo aiutò a rialzarsi.

Rimasero per qualche istante così, in piedi l'uno di fronte all'altro, le mani ancora strette tra di loro, gli sguardi incatenati a sugellare una qualche sorta di patto segreto.

Da quel momento, loro non erano più Potter e Malfoy, avversari a scuola e nella vita.

Da quel momento loro erano, innanzitutto e soprattutto, Harry e Draco.

Forse non sarebbero stati amici, non sarebbero stati alleati né confidenti. Ma non sarebbero più stati nemici come prima.

Qualcosa è cambiato..., pensò Harry.

Draco aveva la stessa identica impressione.





Scusate per l'immenso ritardo!

E per la lunghezza ridotta di questo capitolo ma, non so, mi sembrava perfetto così...

Fatemi sapere se siete d'accordo!

Al prossimo capitolo!

Gely


Unspoken - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora