Di maledizioni e accettazioni

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Ciao a tutti e ben ritrovati con questo nuovo capitolo!

Purtroppo molti dei lettori hanno abbandonato la storia e a seguire e recensire sono rimaste solo poche fedeli, ma nonostante questo continuerò a scrivere, nella speranza che le pecorelle smarrite tornino indietro...

Troppo filosofico, eh?

Okay, la smetto! Volevo solo augurare a tutti, lettori silenziosi e non, una

BUONA LETTURA!



Passarono appena poche ore prima che Ron decidesse di farsi sentire.

Due giorni dopo la clamorosa rivelazione, i Grifondoro avevano un pomeriggio libero che decisero di passare all'aperto, godendosi così un po' di meritato riposo sotto un sole abbastanza tiepido che preannunciava l'arrivo imminente della primavera.

Dato il silenzio forzato vigente tra Harry e Ron, i ragazzi decisero di portare con sé i libri per portarsi avanti con lo studio: Hermione aveva un libro di Rune Antiche poggiato sulle ginocchia, Ron il volume di Trasfigurazione e Harry il libro di pozioni del Principe Mezzosangue.

Avrebbe voluto condividere con gli amici gli appunti e quegli incantesimi che non aveva mai sentito nominare, ma si trattenne dal farlo.

Sapeva che i Serpeverde avevano gli allenamenti di Quiddich quel pomeriggio, glielo aveva detto Draco il giorno prima. Assottigliò gli occhi e cercò di intravedere la sua chioma bionda al di sopra del campo, ma non riuscì a distinguere nemmeno un'ombra. Che avessero già finito di allenarsi?

Se avesse prestato più attenzione a Ron e alle sue azioni avrebbe potuto capire in anticipo le sue intenzioni.

In effetti, già il fatto che avesse proposto di uscire in giardino a studiare doveva risultare come un campanello d'allarme. Ma così non era stato.

Per questo, quando il rosso si alzò di scatto abbandonando sull'erba il suo libro, il moretto quasi non ci fece caso. Ma lo seguì subito dopo non appena si rese conto che l'amico si stava avviando a passo di carica verso il campo di Quidditch, la bacchetta ben stretta nella mano ed uno sguardo ostinato e quasi folle dipinto sul volto.

Harry iniziò a correre dietro di lui, chiamandolo a gran voce, imitato subito dopo da Hermione. Ma anche Ron cominciò a correre, se possibile anche più veloce degli amici, così che la distanza tra loro invece di diminuire aumentava sempre più.

Fu in quel momento che Harry cominciò a temere seriamente per la vita di Draco.

Uno alla volta, i giocatori della squadra dei Serpeverde uscirono dal campo, ma di Draco neanche l'ombra. Dentro di sé, Harry sperava vivamente che il ragazzo non avesse partecipato, che fosse malato o impegnato con lo studio...

Ma aveva imparato a conoscerlo bene, e sapeva che il biondino non si sarebbe perso gli allenamenti della sua squadra, specie dopo la sconfitta nell'ultima partita.

Ed ecco che dal campo spuntò fuori una testa biondissima e Draco fece la sua apparizione con il suo solito splendore. Come facesse a essere perfetto anche dopo un lungo e faticoso allenamento di Quidditch, questo Harry non riusciva proprio a spiegarselo.

Ma il ragazzo con una bacchetta in mano che stava raggiungendo in gran velocità il biondino in questione era il problema più urgente da risolvere in quel momento.

"Ron!" chiamò Harry con tutto il fiato che aveva in corpo, sperando di riuscire almeno a rallentare l'amico. Cosa che non avvenne.

Ron raggiunse fin troppo presto Draco che, preso alla sprovvista, non fece neanche in tempo a recuperare la bacchetta che si ritrovò sollevato a diversi centimetri da terra per poi essere sbattuto violentemente contro la parete più vicina.

Unspoken - DrarryWhere stories live. Discover now