Cap 1 Parte 2

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Con il fiato sospeso suonò il campanello. Si sentirono subito passi concitati avvicinarsi alla porta. Una signora sulla cinquantina, la pelle olivastra, gli occhi neri come il catrame, i fianchi prosperosi, lo sguardo preoccupato, le aprì.

"Ah. Sei tu. Vieni." La invitò ad entrare.

"Ciao Nilanthi, come va oggi?" Le chiese subito Andrea, con tono preoccupato e rassegnato allo stesso tempo.

"Come sempre, amore. Non so più se la mancanza di cambiamento sia un bene o un male". Rispose con aria stanca.

"Io credo che sia un male. A questo punto meglio la morte!"

"Andrea!" Si voltò inorridita. "Questo non devi dirlo!" La rimproverò.

"E perché non dovrei? E' forse meglio vederlo soffrire così ogni giorno? Se peggiorasse, almeno sapremmo che la fine è vicina. Non so in cosa credi tu, ma io non riesco a non credere che ci sia altro dopo la morte, non so se proprio il paradiso che mi descriveva mia madre da piccola, ma un posto meglio di questo spero di sì!"

Nilanthi le si piazzò davanti e ficcò i suoi occhi neri dentro i suoi, che, nella sfida, erano adesso più verdi e più trasparenti del solito.

"E allora perché vivi in modo così sconsiderato? Non sai che il paradiso va guadagnato? Ci sono delle regole da rispettare, non te l'ha insegnato questo tua madre?"

Andrea rise divertita. Quella donna indiana era la sua coscienza dal primo giorno che aveva avuto una coscienza e ancora non voleva rassegnarsi allo stile di vita che si era scelto.

"Ma io non faccio del male a nessuno, aiuto chi me lo chiede e sono convinta che in fondo San Pietro non potrà resistere ai miei occhi verdi quando arriverò alle porte del Paradiso!" Rispose impertinente.

"Oh, ma se continuerai così, ti assicuro che non ci arriverai mai davanti a San Pietro: ti spareranno a vista non appena lascerai questa terra!...Come farebbero con Lucifero!"

Andrea sogghignò fra sé.

Si voltò e aprì la porta della camera. Le accolse la penombra.

Il padre di Andrea stava morendo. Non era facile abituarsi alla vista di quell'uomo che un tempo era stato il fulcro della famiglia Wilson. Il letto era circondato da macchinari e tubi che salivano verso il corpo silenzioso dell'uomo. I suoi occhi erano chiusi. I suoi capelli non erano più neanche bianchi, ma di un grigio giallastro. Ma più di tutto Andrea non sopportava il colore verdastro del suo viso. Quando era apparso, sei mesi prima, aveva capito che avrebbe perso suo padre, così come era morta lei. Purtroppo, la diagnosi fu la stessa. La conclusione invece no. Sua madre soffrì solo un mese. Forse il suo corpo non era sufficientemente forte per resistere al male tanto a lungo, forse il suo cuore cedette prima. Fu doloroso, per la velocità con cui tutto finì.

Ma adesso che suo padre resisteva e soffriva, soffriva ma non cedeva, il desiderio di non vederlo più così superava il bisogno di averlo ancora accanto.

La strafottenza negli occhi di Andrea lasciò il posto al coraggio e alla forza. Fece un respiro profondo e si avvicinò al letto:

"Ciao papà, come va oggi?" Le chiese sussurrando.

Il padre aprì subito gli occhi che vagarono un istante a cercarla. Quando la vide, le sorrise.

"Ciao tesoro. Oggi sei così bella..." la salutò contento. Ma poi proseguì: "Nilanthi, adesso che mia moglie è sveglia, puoi apparecchiare la colazione su quel tavolinetto laggiù, grazie."

Andrea chiuse gli occhi e lo baciò sulla fronte. Nilanthi le mise una mano sulla spalla per confortarla. John richiuse subito gli occhi. Le due donne uscirono in silenzio dalla stanza.

Andrea provava una sensazione soffocante in fondo alla gola. Non poteva fare nulla, solo aspettare. Oramai il suo amato papà era in un mondo che lei non poteva raggiungere. Respirò ancora. L'aria che riempiva i polmoni dava forza alla sua anima e impediva alle lacrime di trasbordare.

"Il dottore che cosa dice oggi?"

"Che manca poco."

"Quanto?"

"Due settimane al massimo."

"Bene. Dobbiamo iniziare a prepararci."

"Lo so che non è facile lasciarlo andare ma tu..."

"Hai avvisato le pompe funebri?" La interruppe quasi con violenza.

Nilanthi allora capì che la preparazione che intendeva Andrea non era quella spirituale, ma quella logistica. Sapeva che quella ragazza stava soffrendo. L'aveva aiutata a nascere. La conosceva nel profondo. Dopo la morte della mamma era diventata di ghiaccio. Non aveva lasciato avvicinare più nessuno. Neanche suo padre. Il tempo non aveva lenito il dolore, la ferita non si era più cicatrizzata. Andrea era sopravvissuta. Il suo cuore no.

Adesso che la storia si ripeteva, la disperazione la trovava pronta. Adesso sapeva come affrontare la morte del padre. Nessuna lacrima, nessun grido di disperazione che aveva accompagnato la prima tragedia. Nilanthi sapeva che Andrea stava soffrendo in egual misura per la malattia del padre, ma ora sapeva gestire la rabbia, quella che si prova quando si è coscienti che nessuna forza e nessun miracolo giungerà a cambiare la situazione. Tanto vale organizzare le questioni pratiche e pregare che tutto passi in fretta.

Nilanthi rabbrividì. Quell'anima ghiacciata che aveva sostituito la sua dolce e affettuosa Nané la sconcertava. Aveva assistito alla mutazione impotente. Il cuore di Andrea, con cui era stata in simbiosi per una vita, non batteva più. Neanche adesso. E lei non sapeva cosa farci.

Sconsolata rispose: "Me ne occupo io. Ho già avvisato le pompe funebri la settimana scorsa. C'è qualcosa che desidereresti per il funerale?"

"Vorrei non dover partecipare!" Rispose acida. Ma poi, alzando gli occhi verso la sua tata, proseguì - "No, nulla in particolare. Grazie Tathi."

Si avviò verso la porta con le spalle curvate dal peso della vita. Prima di aprire il portoncino dell'appartamento però risollevò le spalle, respirò profondamente. Poi si girò verso Nilanthi e le disse:

"Se ci sono novità chiamami subito. Ciao."

"Ciao tesoro."

E la porta si richiuse alle sue spalle.



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SPAZIO AUTRICE

Salve a tutti e grazie per le visualizzazioni! Il mio libro inizia con un ritmo lento lo so, ma mi piace che i personaggi e la storia si sviluppi piano piano, come la vita di tutti i giorni: non si sa mai cosa ne sarà dell'oggi fino a che non arriva la sera.

Spero solo che vi piaccia, perché sono passata dalle favole per bambini a questo...E SONO TERRORIZZATA!!!

Ah, dimenticavo! Accetto molto volentieri le critiche!


Andrea (#Wattys2018)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora