Cap 12 Parte 2

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Il tempo cominciò ad accellerare e finalmente lasciò il laboratorio.

Era emozionata, quella sensazione tra l'euforia e la paura di quando si sta per rivedere una persona importante: avrebbe ritrovato Grace e le avrebbe raccontato tutto.

Erano due mesi che non tornava.

La sua piccola amica era organizzatrice di itinerari turistici per un grosso tour operator. Parlava nove lingue, di cui quattro dalla nascita: la madre marocchina, le aveva insegnato a parlare francese e arabo; il papà era di Manchester e avevano avuto Grace durante la loro permanenza in India. Viaggiava mesi interi in tutto il mondo per lavoro, poi rientrava a Dallas e rimaneva a casa una ventina di giorni, forse un mese.

Si erano conosciute a dodici anni, prima ancora del liceo. Il papà era un diplomatico annoverato tra le persone più stimate alla FAO. Era sempre all'estero, ma aveva deciso che la città americana era un buon posto per la sua effervescente figlia. Così Grace aveva trascorso la sua adolescenza in America, fino alla fine dell'università.

Forse il soggiorno più lungo della sua vita. L'unico che le avesse permesso di farsi delle vere amicizie.

Andrea, però non era tra quelle. Di certo, non all'inizio.

I primi mesi in cui Grace era arrivata da New Delhi si erano odiate. Troppo diverse caratterialmente, era stata la spiegazione di entrambe. Dolce e riflessiva Andrea, esuberante e anarchica Grace. Comunque, due caratteri forti e senza mezze misure.

Poi si ritrovarono al liceo, sempre senza molto entusiasmo.

Si incrociavano nei corridoi della scuola e si guardavano in cagnesco. Iniziarono con il non sopportarsi a vicenda. Nascevano di continuo litigi e battibecchi. Grace non conosceva la menzogna, Andrea non aveva filtri tra il cervello e la bocca. Si insultarono per settimane. Da quei battibecchi però, nacque un'abitudine che con il passare del tempo divenne un bisogno. Litigare divenne indispensabile per raddrizzare le giornate. Non riuscirono più a farne a meno. Alla fine, scoppiò l'amicizia e non si lasciarono più.

Un giorno di maggio, la lingua biforcuta di Grace l'aveva cacciata in un bel pasticcio. Erano al secondo anno della Skyline High School. Prendere in giro due teppisti dell'ultimo anno, non era stata di sicuro la cosa più intelligente da fare.

Avevano intrappolato la piccola ragazzina nel laboratorio di scienze, con intenzioni poco raccomandabili. Nonostante ciò, Grace continuava ad insultarli.

Passando davanti la porta, Andrea riconobbe la voce fastidiosa di quella ragazzina con cui non riusciva proprio ad andare d'accordo. Questo però non le impedì di indagare su quello che le stava accadendo. La sua voce le sembrò troppo preoccupata per continuare per la sua strada.

Entrò spalancando la porta del laboratorio. La scena che le si presentò davanti le chiarì subito la situazione. I due ragazzoni avevano appiccicato Grace al muro e la stavano palpeggiando senza remore, mentre lei continuava, pur spaventata, ad insultarli.

Andrea si avvicinò con il suo passo sinuoso, interrompendo l'agguato. Intimò loro di allontanarsi dalla ragazza, ma non vollero obbedire.

A quel tempo Andrea era al terzo anno di kick-box e già aveva dimostrato che era lo sport giusto per lei. Ci mise poco più di tre secondi per stendere quei due al tappeto.

Poi si voltò e sorrise a Grace che la guardava con gli occhi sgrananti, allibita.

Ricordava ancora sorridendo l'espressione dell'amica, come se un supereroe l'avesse salvata atterrando dal cielo.

Andrea (#Wattys2018)Where stories live. Discover now