Cap 25 ISOLATED SYSTEM

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Erano le 17:00.

Il primo giorno di ritorno dalle vacanze non era mai stato così pesante. Non c'era stato un minuto che non fosse durato un'ora.

Il secondo giorno, le era sembrato come se l'orologio scandisse i secondi con una mazza da baseball battuta con violenza sulle sue spalle.

Il terzo giorno invece era passato nel limbo. Era cosciente di non essere minimamente consapevole di che cosa fosse accaduto in quell'intera giornata di lavoro.

Sì, era vero che la chimica la assorbiva, la distraeva, in un certo senso la estraniava da quella che era la sua vita, la conduceva in un pianeta diverso: più familiare dell'esistenza giornaliera.

Questo la rassicurava, perché, in questo pianeta, lei sapeva come tutto si svolgeva, come ad ogni azione sarebbe corrisposta quella e solo quella determinata reazione. Difficilmente si sbagliava, nel suo mondo.

In quei giorni, però, il suo cuore non era lì, in quel pianeta facile. Il suo cuore era vuoto, silenzioso, muto, perso. In attesa.

Andrea?

Non parlarmi!

Almeno prova a chiamarlo.

Per la quattrocentoventinovesima volta, prese il telefono quasi certa che avrebbe fatto partire la chiamata, poi si fermò.

Non posso...

Chiamalo, ho detto!

Che cosa gli dico...?

Io...io... non lo so.

Dio, come mi mancano i suoi abbracci.

Hai freddo anche tu?

Sì e ho paura...

Le tornarono in mente, come un flashback, la tensione del risveglio a casa sua, già diversi giorni prima. La sua fragilità, esplosa all'improvviso, forse per la troppa tensione. Il suo riscoprirsi ancora intera e non spezzata, come aveva pensato in tutti quegli anni. Facevano male le emozioni, ma adesso si sentiva più solida, più in equilibrio e nonostante tutto, più serena con se stessa.

Nessuno dei due ragazzi avrebbe voluto lasciarla da sola. Li capiva.

Si era sentita effettivamente indifesa, senza pelle, completamente alla mercé di un pericolo sconosciuto e imprevedibile. Poi però aveva capito: in realtà, non le importava un bel niente, se qualcuno le voleva fare del male.

Era un altro il pericolo da cui si sentiva minacciata: Steve se ne era andato.

Tre giorni... nessuna notizia...

Una goccia di sangue stillò di nuovo dal suo cuore ferito.

L'aveva abbandonata senza sforzo, senza remore... praticamente quasi senza una parola.

Un'altra goccia di sangue...

Inspirò con forza per contenere il dolore.

Che cosa potevano rubarle, se anche per Steve lei valeva così poco...?

In quei tre giorni aveva preso completamente coscienza di quanto profondo, illimitato, indispensabile fosse il suo amore per quel ragazzo timido e chiuso.

Aveva creduto di capirlo, di riuscire a leggere le paure che nascondeva dietro il suo savoir-faire; si era già immaginata con la spada sguainata, mentre gli insegnava quanto adorabile potesse essere il suo amore per lui, quello che per lui restava ancora inconcepibile.

Che ingenua.

In fondo, aveva sempre saputo che tutto sarebbe finito, prima o poi. Era fin troppo facile, prevedere che quel bel ragazzo educato non avrebbe potuto sopportarla a lungo.

Andrea (#Wattys2018)Où les histoires vivent. Découvrez maintenant