CAP 8 PARTE 2

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Uno stupendo Range Rover Evoque blu metallizzato parcheggiò sotto un albero ad un passo dalla recinzione del parco. Dopo diversi istanti, ne uscì Steve. Aveva una camicia bianca, lasciata fuori dei pantaloni. Un paio di jeans slavati e ai piedi delle fantastiche scarpe da basket bianche e blu. I suoi capelli castano chiaro, sembravano biondi al sole. Erano lisci, morbidi e vaporosi stamattina. Senza gel, gli andarono un po' davanti alla fronte mentre camminava: ci passò una mano in mezzo e li ributtò all'indietro. La camicia gli aderiva sulle spalle muscolose. Mentre camminava le braccia dondolavano avanti e indietro, lasciando intuire i muscoli in movimento. Si muoveva con passo piuttosto lento, con falcate profonde a sfruttare quasi l'intera apertura delle sue gambe lunghissime.

Sollevò lo sguardo e si accorse che lei lo stava fissando. O, per essere onesti, Andrea non riusciva a togliergli gli occhi di dosso e si stava nutrendo di quella visuale stupefacente. Era estasiata, ma non se ne rendeva conto.

Steve le sorrise, sollevando un mano, come per farsi riconoscere. Sparì all'ingresso del caffè e Andrea girò su se stessa in attesa che entrasse nella terrazza.

Sotto il sole era molto più bello di quello che ricordasse. I suoi lineamenti e i suoi colori, sembravano accendersi, illuminarsi di forza ed energia.

Con il suo passo tranquillo la raggiunse al tavolo, si piegò verso di lei e la baciò sulla guancia. Le sembrò come se un raggio di sole l'avesse colpita in pieno viso. Prima arrossì e poi espirò, come se per tutto il tempo non avesse respirato.

"Ciao, Andy. Come va?" Chiese gentile. Il tono era pacato, molto dolce, ma Andrea si accorse che si stava trattenendo.

"Benino... Oggi è stata una giornata importante, ma è andata bene...finora!" Anche lei aveva un tono affettato, decisamente impacciato. Era una cosa così fuori dai suoi schemi!

Steve si sedette davanti a lei e le puntò gli occhi nei suoi. Andrea si sentì nuda.

Pronta per i rimproveri?

Non oserebbe mai!

Aspetta e vedrai!

Non vedi com'è tranquillo?

Sì...Hai presente quando all'improvviso tutti i venti si placano e... arriva il terremoto?

Gli occhi di Steve erano molto limpidi in effetti, ma con una leggera sfumatura cupa.

"Vuoi parlare? Parliamo allora."

La sua voce era così distante, che le sembrò che qualcuno le avesse tirato una secchiata di acqua gelida. Capiva che fosse arrabbiato con lei, dopo come lo aveva trattato negli ultimi due giorni...

"Sì, parliamo..." Rispose lentamente, mentre le sue sopracciglia si incurvavano profondamente.

Cercò di riorganizzare le idee. Era stata così concentrata sulla possibilità che non venisse, che non aveva pensato a cosa voleva domandargli.

"Innanzitutto volevo scusarmi per la buca di ieri sera. La verità è che mi sono dimenticata. Non ho scuse!" Mentre parlava guardava il piatto davanti a lei. Avrebbe voluto sotterrarsi.

"Non c'è problema! Capisco che Jaime possa fare quest'effetto sulle donne". Rispose gelido Steve.

Andrea rimase senza fiato. Lo sguardo perso su di lui, che cercava ora di non guardarla. Si sentì profondamente offesa, ancor di più dal suo tono sarcastico.

Allora prese una decisione repentina, sicuramente avventata, ma non riuscì a trattenersi. Decise di rispondere all'insulto.

"Scusa se ci sei rimasto male.. okay! Lo so che il mio modo di fare può lasciare... interdette le persone come te." Le sue labbra si incurvarono in una smorfia di disgusto.

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