CAP 7 PARTE 2

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Era quasi mezzanotte. La cena con Jaime era andata bene. I ragazzi erano entusiasti. Jaime non aveva fatto altro che riempirla di complimenti. Poi erano rimasti da soli a parlare nel ristorante, anche quando Simon e Jake se ne erano andati al pub. Quei grandi occhi neri la facevano sentire nuda di fronte a questo bel ragazzo di Barcellona. Le aveva raccontato un po' delle origini della band, del nome che si erano scelti. Con il passare del tempo, lui si era fatto più coraggioso. Le aveva preso la mano, le aveva carezzato distrattamente un ginocchio, le aveva sussurrato all'orecchio. Era proprio uno schianto e le faceva girare la testa. Dopo la prima ora aveva già deciso che se lo sarebbe portato a letto. Quella sera stessa. E Jaime sembrava essere d'accordo.

Uscirono dal ristorante mano nella mano. Andrea salì sulla BMW blu notte di Jaime e la riaccompagnò a casa. Aveva acceso la radio con una dolcissima musica di sottofondo. Le baciò la mano mentre guidava.

Andrea non vedeva l'ora di leccargli quella pelle cioccolato. Era così sexy! E non aveva neanche bevuto tanto. Era gentile, galante e i suoi capelli la supplicavano perché li accarezzasse. Non resistette e vi passò le dita in mezzo. E lui sorrise beffardo.

Arrivarono davanti alla casa. Mentre scendeva dall'auto, con fare disinvolto gli offrì:

"Un brindisi alla nostra nuova collaborazione? Ho dell'ottimo champagne in casa."

"E' una bella idea!" Rispose Jaime e fece scattare le sicure dell'auto.

Salirono le scale abbracciati. Lui le teneva le labbra a un millimetro dall'orecchio. Poi però lei s'irrigidì e lui si scansò. La guardò negli occhi e per un momento le sembrò una bambina colta in fragrante. Si voltò nella direzione in cui guardava lei e si trovò davanti Steve.

"Ehi, cugino. Che ci fai tu qui? Vi conoscete?" Chiese ad Andrea.

"Sì e no", rispose scortese Andrea. "Ci siamo conosciuti al concerto organizzato da tuo zio."

Non osava guardarlo in faccia e Steve non parlava. Avrebbe voluto sotterrarsi. Si era completamente dimenticata dell'appuntamento.

"Sì...", rispose con un filo di voce Steve. Il suo viso era una maschera di cera. "Magari ci sentiamo domani", le suggerì acido, "quando non sarai più così indaffarata. Buonanotte Jaime."

"Ciao, Steve." Rispose il cugino senza capire cosa era successo.

Andrea teneva la testa bassa. L'aveva trattata come una puttana. Perché, tolto il fatto che gli uomini se li sceglieva lei, si comportava proprio come una troia. Lo faceva da anni, non le fregava un bel niente della morale. Quando scopava si sentiva meglio di quando beveva. Era la sua droga per dimenticarsi la realtà. Allora perché adesso se ne stava vergognando? Le ritornò la rabbia della mattina:

Psicologo del cazzo!

Guarda che l'avevi invitato tu...

Bé, se vuole fare il moralista con me, casca male...

Su questo non avevo dubbi...

Fottiti pure tu! Ho solo bisogno di rilassarmi un po'! Che cosa c'è di male?

Io non ho nulla in contrario...sei tu che...

Io niente! Taci! Anzi vai a fare in culo con lui per tutta la notte!

Non sai che darei per poter andare con lui...

Tirò fuori la chiave e aprì il portoncino. Jaime entrò. Andrea accese le luci del soggiorno: solo le piantane vicino ai divani, niente lampadario. Si tolse le scarpe e andò al frigo bar. Tirò fuori lo champagne e l'apribottiglie.

Andrea (#Wattys2018)Where stories live. Discover now