Cap 18 Parte 2

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Steve chiuse gli occhi e iniziò a sollevarsi.

A quel punto, intuendo quanto erano vicini al baratro, Jake si aggrappò a quelle mani strette a pugno e le tirò con forza, impedendogli di andarsene.

"No, ascoltami! Andrea ha sempre vissuto il sesso come una lezione di aerobica: niente sentimenti, solo risate e giochi!"

Steve scosse la testa con fare infastidito: era evidente che non voleva ascoltare.

Jake lo strattonò ancora, costringendolo a sedersi di nuovo.

"Steve, tu devi ascoltarmi! Per lei era come farsi una birra insieme! Come andare a ballare in discoteca! Non c'era nessun sentimento, nessun affetto, neanche un briciolo di quell'amicizia che io sapevo avesse per me! Non mi ha mai dimostrato una sola volta cosa fossi per lei!" si fermò con il fiatone.

"Quindi?" chiese Steve ancora ferito. Il tono era aspro, ma aveva deciso di rimettersi seduto. Liberò con uno strattone i suoi pugni dalla stretta dell'amico. Si rifiutava di guardare Jake in faccia, però era sicuramente in ascolto.

"Quando ha conosciuto te, ha cominciato a comportarsi in modo strano. La vedevo perdere l'equilibrio che la teneva in piedi da tanto tempo. Simon era molto preoccupato, credo che tu te ne sia reso conto quella notte a casa tua..." lo squadrò con un velo d'ironia negli occhi.

"Sì, credo che fosse davvero tanto preoccupato!" esclamò Steve, cercando adesso di celare l'accenno di un sorriso con una smorfia.

"Quel giorno a pranzo, all'improvviso si era alzata in piedi da tavola, sconvolta. I suoi occhi erano stravolti da un sentimento profondo. Io mi sono sentito gelare a vederla lì, pietrificata, in piedi in mezzo al ristorante, come se la sua anima avesse abbandonato il suo corpo. Simon era  terrorizzato: quello sguardo è quello dei suoi incubi..." si fermò a riflettere.

Scese il silenzio, pieno di una domanda dolorosa che nessuno dei due aveva voglia di sentire.

Con difficoltà e forse molto risentimento, lo psicologo non riuscì a fare in modo che i suoi occhi, colmi ancora di astio, andassero a sbattere con forza sul volto del poliziotto, a cercare conferma della sua ipotesi.

Jake sospirò, rassegnato al bisogno di sapere e alla fine dovette far uscire quelle parole maledette:

"Quanto spesso da quando vivi con lei?"

Steve si incupì, le sue sopracciglia si strinsero una all'altra, scosse la testa quasi a scansare il dolore:

"Quasi tutte le notti..." confessò in un sussurro, "anche se ultimamente riesco a calmarla abbastanza in fretta e si riaddormenta tranquilla" lo informò, andando a prendere il bicchiere. Se lo rigirò fra le mani, scuro in volto. Si sentiva in colpa, perché ancora non era riuscito a risolvere nessuno dei problemi che affliggevano la sua ragazza.

Jake annuì.

"Questo conferma la mia teoria!"

Steve lo guardò con curiosità. "Quale teoria?"

"Vedi, quel giorno al ristorante, è successo qualcosa nella mente di Andrea: mi è sembrato come se all'improvviso si fosse risvegliata dal suo limbo, come se avesse preso coscienza della sua situazione. Si è scusata con noi per non averci mai detto quanto tiene a me e a Simon! Per la prima volta da quando la conosco, ci ha confessato quanto grande è il suo affetto per noi! Hai capito? Quella era la prima volta!" fissò Steve con una luce intensa nello sguardo: voleva che lui capisse. Aspettava una sua domanda, che non mancò di essere espressa.

"Che cosa pensi che sia successo?" chiese infatti.

"Faraway from the memories of people who care if I live or die" rispose Jake sorridendo.

Andrea (#Wattys2018)Where stories live. Discover now