CAP 29 COME IN TO MY LIFE

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La prima cosa che percepì ritornando cosciente, fu un dolore pulsante alla tempia sinistra, come se un ignaro cow boy avesse deciso di costruire, con paletti di legno, la staccionata per le sue mandrie, iniziando proprio da lì, dalla sua testa.

Passò diversi secondi a respirare con il naso, cercando di contrastare il dolore. Solo dopo, iniziò a chiedersi il perché di quel malessere.

Proprio nell'istante in cui trovava la forza di fare mente locale sulla realtà, un rumore sconosciuto attirò la sua attenzione e i suoi sensi allenati si misero subito in allerta.

Analisi della situazione senza dare segni di coscienza:

tatto, sicuramente posizione distesa su qualcosa di sufficientemente comodo da poter essere paragonato ad un divano;

udito, leggero rumore di sottofondo, costante e ripetitivo, facilmente identificabile in un leggero russare di un uomo;

odorato, vago odore di legno, pungente odore di alcool, sudore e carne arrosto;

sensazioni extrasensoriali, atmosfera tranquilla, in perfetta quiete;

conclusione, casa di Simon dopo la sbronza di ieri sera, con Jake che dorme accanto sul divano letto.

Pericoli: un leggero sorriso fiorì spontaneo sulle sue labbra, mentre il cervello realizzava la fortunata realtà che, lì con i suoi nuovi amici, era al sicuro.

Steve aprì gli occhi lentamente e, appoggiandosi su un gomito, si sollevò a guardarsi in giro.

Un leggero fruscio alle sue spalle riportò i suoi sensi in allerta e, nell'esatto momento in cui qualcosa gli carezzò la spalla, le sue mani scattarono veloci verso l'alto, afferrarono qualunque cosa si fosse avvicinata a lui di soppiatto, la strattonarono con energia in avanti, fino a che non cadde rovinosamente sul letto o, per meglio dire, sopra al bell'addormentato Jake.

"Ma che cazzo...?" fu il suono che giunse dall'intreccio di gambe e braccia.

"Simon, ma sei rincoglionito?" fu invece la voce della sorpresa, che provenne da una bocca incastrata tra la schiena dell'amico e il cuscino.

Steve osservò la scena un istante di più, quasi godendosela e poi, scoppiò in una risata incontenibile.

I due compagni allora si voltarono a guardarlo:

"Dì, ma sei scemo? Di primo mattino? Ti sembrano scherzi da fare?" chiese Jake, ancora mezzo perso nel sonno.

"Scusate ragazzi, ma non è colpa mia!" continuò a sbellicarsi il ragazzone. "E' lui che mi ha aggredito alle spalle." si giustificò indicando Simon.

"Io? Io mi sono solo sporto verso di te, perché ti ho visto sveglio e volevo offrirti il caffé! Ma che problemi hai? Neanche fossi un agente della CIA!" lo prese in giro il biondo, mentre le labbra di Steve si sollevavano in un leggero sorriso.

"Beh, almeno la prossima volta sai che prima di avvicinarti, sarà meglio chiamarmi per nome! E poi, scusa, ma parli tu che non fai neanche rumore mentre cammini!" si schernì il ragazzone, mentre Jake se la rideva sotto i baffi.

"Comunque buongiorno!" lo presero in giro gli altri due.

"Che ore sono?" chiese facendo una smorfia il poliziotto, ancora poco presente.

"Le due del pomeriggio." rispose deciso Simon.

"Cazzo! Allora vi lascio di corsa. Ho giusto il tempo per ritornare in me e andare in centrale." rispose trafelato il moro, alzandosi così di scatto da buttare giù dal letto anche Simon, al suo fianco, che dopo essere atterrato come un sacco di patate, si massaggiò il fondo schiena e con evidente divertimento chiese: "Ma che avete tutti in questi giorni, che non fate che buttarmi a terra!" scatenando di nuovo l'ilarità degli altri due.

Andrea (#Wattys2018)Where stories live. Discover now