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THE PAINT

«Mamma! Sono a casa!» Urlai, chiudendomi la porta d'ingresso alle spalle. Mi sfilai le scarpe e le sistemai sotto l'appendiabiti, incamminandomi scalza verso la cucina.

«Ah eccoti qua, com'è andato lo studio?» mi accolse la mamma, che era intenta ad asciugarsi le mani con uno strofinaccio.

Feci spallucce e evitai di incontrare il suo sguardo. «Benone.»

Mentirle era un'enorme fatica per me, non lo facevo di certo alla leggere. Il solo pensiero mi riempiva di ansie inutili.

Mi avviai verso il frigo e lo aprii, pescando una bottiglia di succo all'arancia.

«Comunque ha chiamato la tua scuola di danza. Hanno raddoppiato le lezioni e vogliono che tu vada anche stasera. Credo che sia perché molte ragazze sono indietro con la coreografia... non so. Devi andare lì alle nove» mi informò, mentre cominciava a tagliare delle zucchine.

Mi irrigidii. «Dici sul serio? Oggi?»

Potevo anche dire addio a Com'è fatto.

Lei annuì. «Così mi hanno detto. Che bell'idea raddoppiare le lezioni, non sei felice? Con tutto questo duro lavoro, diventerai una ballerina fantastica» sorrise e si avvicinò per stamparmi un bacio in fronte, «la mia fantastica ballerina.»

Il mio sorriso vacillò. «Certo, è fantastico. Vado a prepararmi.»

Iniziai ad uscire dalla cucina ma poi ci ripensai.

«Umh... per caso avete notizie di Jensen o Cody?» Chiesi titubante, voltandomi nuovamente verso mia madre.

Lei si irrigidì. «Non hanno chiamato, e sai che non lo facciamo mai per primi» mi rispose con tono freddo.

Annuì cercando di soffocare la delusione. «Capisco.»

Jensen e Cody Degas erano i miei fratelli maggiori o, come li chiamavano i miei parenti, le pecore nere della famiglia.

A nessuno dei due era mai piaciuto studiare e non lo avevano di certo tenuto nascosto, durante i loro anni di liceo.

Jensen aveva finto per quasi due anni di frequentare un college molto costoso in West Virginia, mentre alla fine si era scoperto che utilizzava i soldi che i miei genitori gli mandavano per giocare d'azzardo.

Immaginate la reazione di mio padre quando aveva scoperto di aver raddoppiato il suo turno di lavoro per niente. Alla fine avevano smesso di inviargli soldi e Jensen era stato costretto a trasferirsi dai nostri zii a Boston, dove aveva trovato un lavoro di cui si rifiutava categoricamente di parlarci.

L'irresponsabile playboy - Cody - aveva messo incinta la sua ragazza a diciannove anni e, subito dopo la nascita del bimbo, avevano deciso di comprarsi un appartamentino a Boston per poter crescere Toby - suo figlio -in tranquillità.

Delle volte desideravo solo prendere la metro e precipitarmi a Boston per andare a trovarli, visto che le loro visite a casa nostra si erano fatte sempre più rare.

Diciamo solo che nessuno dei miei fratelli aveva bei rapporti con i nostri genitori.

«Avvisami se dovessero chiamare» aggiunsi infine, prima di avviarmi definitivamente fuori dalla cucina.

Salii le scale e mi incamminai verso la mia stanza.

Una volta entrata, gettai la borsa per terra e iniziai a frugare nell'armadio in cerca del mio borsone di danza.

Poggiai tutto sul letto e iniziai a prepararmi, cercando in tutti i modi di non guardare il modellino di aeroplano sulla scrivania, che sembrava supplicarmi di terminarlo.

Perfect DaughterWhere stories live. Discover now