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THE SURPRISE

«Crescere fa schifo.» Olive si lasciò ricadere sulla sedia di fronte alla mia, passandomi un piatto con sopra la ciambella che le avevo chiesto.

Ridacchiai. «E come saresti arrivata a questa illuminante conclusione?»

«Dopo aver scoperto che ancora non so a quale college voglio fare domanda.» Olive sembrava disperata.

Alzai gli occhi al cielo. «Non iniziare a fare la paranoica, Olive. Hai ancora tantissimo tempo e se continui a fissarti su ogni minima cosa, andrai solo sotto pressione.»

«Non farmi la predica! Per te è tutto più semplice!»

«Che vorresti dire?» Le chiesi, aggrottando le sopracciglia.

Si guardò intorno per il piccolo risorante in cui ci trovavamo. Aveva lo stile dei classici diner americani, ma era stato modernizzato da poco e quindi tutti jukebox e i divanetti in pelle erano spariti.

«Be', hai già tutto il futuro programmato. Tra due mesi farai il provino per la Boston Ballet e sicuramente ti prenderanno. Entrerai nella compagnia e diventerai una ballerina professionista, mentre io devo ancora compilare le domande per il college» rispose infine.

Il mio stomaco si ribaltò.

All'improvviso provai una profonda irritazione nei confronti di Olive.

«Ma certo! Andrò alla Boston Ballet, diventerò la ballerina più famosa al mondo, diventerò ricca, incontrerò l'amore della mia vita e andremo a vivere in un castello fatato circondato da unicorni, arcobaleni e cascate paradisiache. Poi avremo una bellissima bambina dagli occhi azzurri e i capelli biondi che chiameremo Angie. E vissero tutti per sempre felici e contenti. La mia vita è proprio dannatamente perfetta!» Sbottai, tutto d'un fiato.

Olive mi fissava sconvolta, la forchetta le pendeva immobile di fronte al viso.

Io, d'altro canto, cercavo ancora di riprendere fiato dopo il mio piccolo sfogo.

Okay, wow.

Da dove veniva fuori tutto quel rancore?

Distolsi lo sguardo quando Olive si schiarì la voce.

«Non stavo cercando di insinuare che la tua vita fosse perfetta, Danika.» La sua voce aveva assunto un tono di scuse. «Solo che, a differenza mia, tu sai cosa farai dopo il liceo.»

«Il fatto che io abbia dei progetti non significa che per me sia più semplice.» Il mio tono acido sconvolse persino me.

Datti una calmata, Danika.

Chiusi gli occhi e pensai al MIT. Pensai a quanto affascinanti mi fossero sembrate le facoltà che quell'università aveva da offrire, a quanto mi sarebbe piaciuto vedere l'interno dell'edificio anche solo per tre minuti, a quanto avrei voluto...

No.

Riaprii di scatto gli occhi.

Non avrei più pensato ad un futuro che non era il mio.

«Okay, d'accordo.» Olive sembrava leggermente perplessa per il mio comportamento. Dopotutto non le avevo mai parlato con così tanta rabbia, prima d'ora. «Mi dispiace se ho detto qualcosa che ti ha dato fastidio. In realtà volevo semplicemente fare una battuta.»

Sospirai e mi strofinai stancamente gli occhi. «No, scusami tu. Io sono solo... sono solo un po' stanca e irritabile, tutto qui. Non hai detto niente di male.»

Che fossi stanca ed irritabile non era una bugia. Il perché lo fossi, non lo sapevo neanche io.

La mia amica mi fissò preoccupata. «Che ti prende, Danika? Ultimamente sei sempre così... assente. Non ti starai stressando troppo per la storia delle selezioni, vero?»

Perfect DaughterWhere stories live. Discover now