Un Mese - Capitolo 12

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Non riesco a muovermi e mille pensieri mi passano nella mente mentre continuo a fissare quel livido che spicca sul tuo braccio.

Tu mi guardi sempre più inquieta spiando ogni mia minima reazione cercando di interpretare i miei gesti e capire cosa sto pensando.

Alzo gli occhi per cercare i tuoi, tu non distogli lo sguardo e cerchi di spiegare.

'Non è come pensi...'

'Adesso mi leggi nel pensiero? Come fai a sapere cosa penso'

'Ti conosco Eliza, e ti ripeto che non è come pensi tu, non è stata una cosa volontaria voleva solo parlare ma era agitato e non si è accorto che stava stringendo troppo. Mi escono lividi per ogni piccolo urto lo sai.'

'Già' lo guardo di nuovo e ci passo sopra le dita spingendo leggermente, tu ritrai di nuovo il braccio cercando di non dare a vedere il dolore che ti ha procurato il contatto. 'Davvero non capisco perché tu lo stia giustificando. ' Abbassi gli occhi confusa 'Provi qualcosa per lui...'

'Cosa?' alla mia affermazione torni immediatamente a fissarmi e con voce ferma e senza nessuna esitazione mi rispondi 'NO! Non è questo e lo sai. Mi sento semplicemente in colpa'

Continuo a non capire e l'unica cosa che vorrei fare in questo momento è trovare quel tipo e prenderlo a calci tutta la sera.

'Ascoltami' mi appoggi una mano sul viso ' Io amo solo te e voglio solo te.' aspetti una mia risposta che non arriva 'Ehi, hai sentito cosa ho detto?' cerchi di scuotermi ma io sono troppo immersa nei miei pensieri che cercano di studiare il modo per risolvere questa situazione.

Qualcuno bussa e tu sembri quasi sollevata all'idea che dovremo smettere questa discussione.

Vai alla porta, ti giri verso di me che mi sto risistemando e aspetti un mio cenno di assenso prima di aprirla.

'Disturbo?' Capisco dallo sguardo di Mercedes che la tensione tra di noi è palpabile, infatti evita di entrare e si sofferma sulla porta aspettando la risposta alla sua domanda.

'No, no! stavamo quasi per uscire' alla fine tocca a me parlare, tu sei ancora troppo nervosa e accenni solo un timido sorriso. 'tutto confermato per stasera? Ho dimenticato di avvertire Lindsey ma la chiamo subito.' Prendo il telefono ed esco dal camerino lasciandole sole, devo assolutamente parlare con Lin perché in questo momento non riesco a pensare lucidamente.

Sono ferma poco lontano e vi vedo parlare, tu cerchi di non apparire nervosa ma non ti riesce molto bene e continui a guardare verso di me.

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Guidi in silenzio nel tragitto verso il residence.

Guardo fuori dal finestrino pensando a quello che Lindsey mi ha detto al telefono e mi sento un po' più tranquilla anche se continuo a immaginare 'il maledetto', soprannome affibbiatogli da lei, che si permette di stringere la sua manaccia sul tuo braccio . Ogni volta che il pensiero mi riporta a quell'immagine il sangue mi va al cervello.

Non riesco a ragionare, devo affidarmi a chi ha la mente più lucida di me in questo momento.

'Eli' non so perché ti decidi a rompere il silenzio, vuoi cercare di tranquillizzarmi a tutti i costi 'vorrei veramente che tu la finissi di preoccuparti, ti assicuro che non è così grave come sembra'

'Preferirei non aspettare che il problema diventi grave prima di risolverlo.'

'Non ti preoccupare, ho tutto sotto controllo e non voglio che tu ci vada di mezzo'

'Tutto sotto controllo?' mi giro verso di te e indico il punto dolorante sul tuo braccio 'a me sembra che quel tipo lo abbia già perso il controllo. Vorrei sapere piuttosto che cosa faresti tu, se trovassi un livido del genere addosso a me.'

Elycia - Inferno e ParadisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora