Capitolo 14

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Per poter sostenere l'esame di storia mi ero presa un giorno di permesso dal lavoro. Quando mi svegliai mi accorsi che ero ancora un po' intontita dalla bevuta dal giorno prima, ma nulla che una tazza di buon caffè non avrebbe potuto risolvere. Indossai i miei jeans più comodi, una maglietta aderente di cotone con delle stampe e le ballerine. Pettinai i capelli e li raccolsi in una treccia, in modo da essere ordinata ed evitare di avere troppo caldo. Keri si alzò mentre stavo per uscire, affacciandosi all'ingresso della cucina con i capelli arruffati e il pigiama. Mi salutò con un cenno della mano: era ancora troppo addormentata per dire qualsiasi cosa. Camminai rapida fino al campus, ripetendo mentalmente le nozioni. Alla fine rinunciai, rendendomi conto che facevo più confusione che altro. Mi guardavo intorno cercando di svuotare la mente dai pensieri negativi e dall'ansia da prestazione.

Davanti all'aula incontrai Jude. Indossava una camicia leggera dentro i jeans chiari. Quando mi vide si avvicinò. "Come va Becky?" mi chiese premuroso.

"Bene, grazie. Solo un po' in ansia per il test." Lui mi sorrise.

"Hai studiato tanto, andrà bene." Feci spallucce, abbozzando un sorriso.
Fortunatamente, appena mi trovai il foglio davanti il tempo trascorse velocemente. Compilai il test con la massima concentrazione, sospirando per scacciare la tensione accumulata quando l'insegnante annunciò che era ora di consegnare. Appoggiai la penna al tavolo e cercai di rilassare le spalle, per poi passarmi una mano sulla fronte, nell'intento di alleviare la tensione.

Una volta consegnato il mio test uscii dall'aula. Jude mi raggiunse mentre ero a pochi passi dall'uscita del campus.

"Corri sempre, ma dove scappi?" mi chiede curioso.

"Sinceramente non lo so, suppongo sia per abitudine" ammisi.

"Che ne dici di festeggiare l'ultimo esame del semestre davanti ad un caffè?"

Sedemmo ad un tavolino accostato alla vetrata da cui si vedeva la strada.

"Che farai quest'estate?" mi domandò allegro.

"Tornerò a casa. E tu?" Bevve un lungo sorso di caffè prima di rispondermi.

"Anche io. Non vedo i miei vecchi da un pezzo e mia mamma sarebbe disposta a torturarmi se non mi facessi vivo almeno per le vacanze estive." Ridemmo insieme.

"Ti capisco." Effettivamente non avevo molta voglia di ritornare a casa dai miei, ma l'idea di stare più vicina a Abe non mi dispiaceva per niente, sapevo che aveva bisogno di me, quindi non mi ero fatta troppi problemi e avevo preso quella decisione a cuor leggero. Inoltre anche Keri sarebbe tornata a casa dai suoi per le vacanze e mi aveva già fatto promettere che saremmo state insieme nei mesi estivi.

"Ci sentiremo qualche volta?" mi chiese. Notai un velo di speranza nella sua voce.

"Sì, certo, ci sentiamo." Lo rassicurai, anche se evitai di sbilanciarmi. Non ero pronta per una storia con lui e a quanto potevo vedere lo rispettava. Anche se sapevo di interessargli, non si era mai comportato male con me, aveva accettato di essermi amico e lo apprezzavo molto per questo.

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