Capitolo 18

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Il giorno seguente, in tarda mattinata, Jude parcheggiò l'auto davanti a casa mia.

Keri aveva dormito da me, così avremmo potuto prepararci con tutti i rituali che ci piacevano: scrub, creme idratanti, impacchi ai capelli e un po' di relax. Alla fine avevo tolto lo smalto che mi ero pasticciata sulle unghie il giorno prima, mentre Keri decideva quale dei miei smalti si adattava meglio al vestito che avevamo comprato all'inizio dell'estate e che non avevo ancora indossato.

Dalla finestra del salotto, a cui mi ero appostata, vidi Philip scendere dall'auto e scherzare con Jude.

Mia madre girava per casa come un'anima in pena, portando con sé la cesta del bucato. Alla fine si decise a fermarsi per piegare i panni, appoggiata al tavolo del soggiorno. "Rebecca, vieni a darmi una mano?" mi chiese, mostrandomi un paio di calzettoni di spugna. Io guardai Keri con un sorrisetto compiaciuto. "Sì, mamma" dissi tranquilla, scatenando in lei uno sguardo sorpreso. Proprio in quel momento suonò il campanello e io lasciai che fosse Keri ad aprire. "Philip!" esclamò contenta, saltandogli al collo. Poi si ricompose per un attimo. "Ciao Jude! Avete avuto difficoltà a trovarci?" domandò gentilmente, facendo gli onori di casa.

Io feci spallucce e mi sottrassi alle grinfie di mia madre, che alzò gli occhi al cielo brontolando qualcosa che non riuscii a sentire. Raggiunsi Keri all'ingresso. "Ciao ragazzi!"

Jude mi baciò sulle guance, guardandomi come se mi stesse facendo una radiografia. "Sei molto carina" mi sussurrò all'orecchio, facendomi arrossire.

Io abbassai lo sguardo, imbarazzata, e infine risposi con un sorriso impacciato. Dopo alcune chiacchiere di circostanza salutammo mia madre e salimmo in auto, diretti verso casa di Keri.

Io ero seduta accanto a Jude, concentrato nel far bella figura con la sua guida sportiva, mentre dietro di noi Keri e Philip non stavano perdendo tempo, pomiciando senza molto ritegno.

Sospirai. Keri si meritava quella felicità, anche se ogni volta mi faceva alzare gli occhi al cielo per la sua sfacciataggine. Mi era stata accanto per giorni, cercando di tirarmi giù dal letto per rimettermi in sesto nonostante tutte le mie proteste.

Così cercai di conversare con Jude, riuscendo a trascurare per un po' la mia tristezza.

"Sai, non mi aspettavo che venissi anche tu, è stata una vera sorpresa." dissi sincera, giocando nervosamente con uno dei miei braccialetti.

"Beh, avevo proprio quell'intenzione. Mi ha detto un uccellino che non stai passando una gran bella estate..." Mi irrigidii. Era imbarazzante che lui sapesse questa cosa, mentre io non sapevo nemmeno come lasciarmela alle spalle.

"Io...sì, effettivamente ho avuto estati migliori, ma me la cavo." Dissi vaga, sperando di non sollevare ulteriori indagini. "Hai fatto bene a venire, ci divertiremo. Quanto vi fermate?"

Lui rallentò per svoltare e mi rispose distrattamente, riponendo la sua attenzione nella ricerca della casa di Keri.

"Qualche giorno, forse una settimana. La zia di Philip ci ospiterà per un po', ma poi dovrò accompagnare mio padre in Florida, abbiamo una trattativa in corso per non so quale proprietà e vuole che io gli faccia da spalla." Poi guardò lo specchietto retrovisore, individuando la coppietta di piccioncini, intenti a baciarsi senza ritegno.

"Beh, forse Phil resterà." Disse sorridendo con l'intenzione di canzonarlo un po'. "Ehi, amico, dacci un taglio, ho bisogno della tua ragazza per trovare la casa!" gridò rivolto all'amico.

Philip si scollò da Keri, un po' imbarazzato. "Sei proprio un cretino Jude! Se avessi guidato io saremmo già arrivati da mezz'ora!" ribatté, assestandogli un pugno sulla spalla.

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