Capitolo 42

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L'auto sfrecciava veloce sulla strada e ringraziai in silenzio la guida sportiva di Jude. Sarei arrivata in tempo? Non lo sapevo, ma sapevo benissimo che sarei dovuta arrivare lì il prima possibile. Abe aveva bisogno di me, ora più che mai. 

Perché non mi aveva detto nulla? Sapeva che ero lì per lui, che lo avrei sostenuto in un momento così difficile. Testardo e orgoglioso. Riconoscevo queste sue caratteristiche, ma non pensavo le avrebbe portate così all'estremo. Ero così preoccupata. E chissà se Lucas gli sarebbe stato vicino in quel momento? Se avrebbero finalmente sepolto l'ascia di guerra? Non avevo nessuna risposta a quelle domande e temevo che Abe facesse qualcosa di sconsiderato. 

Rimuginavo, guardando dal finestrino la strada che scorreva veloce, i campi ridotti a vorticose macchie verdastre ricoperte dalla neve caduta nei giorni passati.

Jude non fece domande, forse imbarazzato dal mio stato d'animo. Pensai a Keri.

"Jude" dissi d'istinto. Lui lasciò cadere lo sguardo verso di me per un attimo per poi riportarlo alla strada.

"Dimmi Becky" Io mi passai una mano sulla fronte, dolorante per i tanti pensieri che mi opprimevano. "So che stai ancora facendomi un grande favore, ma posso chiedertene un altro?" domandai speranzosa.

"Ma certo Becky. Dimmi cosa posso fare per te." Sospirai, rincuorata dalla sua gentilezza.

"Grazie. Credo che mi fermerò a casa dei miei per qualche giorno. Potrei essere un po'...presa dalla situazione, temo che sarà un momento molto difficile per tutti. Potresti avvisare Keri?" chiusi gli occhi, cercando di non farmi sopraffare dalle emozioni.

"Certo, glielo dirò sicuramente. Stai tranquilla, non devi preoccuparti di nulla. Siamo quasi arrivati..." disse pacato, cercando di tranquillizzarmi. Al suono di quelle parole il respiro mi si bloccò in gola. Pensai intensamente a Abe, desiderando solo di essere al suo fianco.

Ringraziai Jude distrattamente, presa nei miei pensieri. Quando si fermò mi guardai intorno smarrita. Poi mi voltai guardando Jude con riconoscenza.

"Grazie. Non so come ringraziarti. Sei un vero amico." Dissi abbracciandolo.

"Non preoccuparti, se hai bisogno chiamami e sarò da te in men che non si dica. Siamo intesi?" Annuii staccandomi dall'abbraccio, pronta ad andare. "Davvero, Becky, se hai bisogno chiamami e ti passo a prendere." Aggiunse prima che uscissi dall'abitacolo.

"Ok" promisi, per poi allontanarmi verso la chiesa.

We were friendsWhere stories live. Discover now