Capitolo 30

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Quando ero scappata via dal mio migliore amico, dopo esserci baciati, lui non aveva cercato di fermarmi. Inspiegabilmente, io non lo avevo più cercato e lui aveva fatto lo stesso con me. Ci eravamo incrociati raramente in giro e ci eravamo scambiati qualche parola di circostanza, imbarazzati fino alla punta dei capelli. Era doloroso vivere in quel modo. Per diversi giorni mi chiesi perché dovevamo buttare via tutto, ma finché non fossi riuscita a darmi una risposta sensata pensai che la cosa migliore da fare fosse cercare di andare avanti senza porsi troppe domande. Stare lontani, dopo tanti anni trascorsi quasi in simbiosi, era già un'impresa difficile.

Lo incontrai una mattina di fine Agosto, al centro commerciale. Io e Keri ci eravamo decise a fare un po' di shopping per concludere la stagione estiva e approfittare dei saldi.

Appena mi accorsi di lui, che camminava a parecchi metri da noi, strattonai un braccio alla mia amica per attirare la sua attenzione. Rimasi a guardarlo da lontano, cercando di capire la situazione. Era con una ragazza che non avevo mai visto prima. Mi sentii il sangue rimescolarsi nelle vene, ma feci buon viso a cattivo gioco e prendendo coraggio mi feci avanti a grandi passi, cercando di far sembrare quell'incontro un caso.

"Ciao!" gli dissi incrociandolo, fingendomi sufficientemente allegra. La ragazza gli diede una gomitata per riportarlo alla realtà: lui non mi aveva sentito e stava per tirare dritto. Non stava cominciando bene, proprio per niente.

"Ciao Abe" aggiunse Keri, reggendo le buste dei vari negozi con maestria.

"Oh, ciao" Rispose lui, passandosi una mano tra i capelli, evidentemente imbarazzato.

"Come va?" chiesi educatamente, squadrando la ragazza con attenzione in attesa della sua risposta. Aveva più tatuaggi che centimetri di pelle libera, un taglio di capelli improponibile e una fila di piercing all'orecchio destro. Il trucco sembrava una colata indefinita di nero. Indossava dei pantaloncini di jeans tutti strappati e un top di cotone cadente e sformato, con sopra delle scritte stinte.

"Bene. Ho appena trovato un lavoro" ci raccontò privo di entusiasmo, indicando verso il fast-food con uno sguardo eloquente. Notai che aveva la barba incolta. Gli occhi erano due pozze profonde, impenetrabili.

"Oh. Bene, sono contenta per te" commentai rapida, combattendo con le mie emozioni per non farle emergere.

"Allora ci vediamo in giro..." disse lui, tagliando corto.

"Sì, ci vediamo." Risposi, allontanandomi senza degnare la ragazza di uno sguardo. Non ce l'aveva nemmeno presentata, quindi magari non era importante per lui. O forse era esattamente il contrario?

"Ho capito chi è!" disse Keri, improvvisamente, mentre sistemavamo gli acquisti in auto nel parcheggio del centro commerciale. La fissai con aria interrogativa.

"Ma sì, hai presente Kurt?" Ci pensai un momento.

"Kurt dell'autolavaggio?" Domandai incerta.

"Esatto. Lei è la sorella minore. Facevamo un corso insieme alle superiori, penso si chiami Brenda. A dirla tutta sembra ancora più stramba di allora." Ammise infine, chiudendo il baule con forza.

"Pensi che stiano insieme?" le chiesi, sistemandomi i capelli dietro alle orecchie, per poi allacciare la cintura di sicurezza. Aspettò un attimo poi mi guardò negli occhi.

"Non mi sembravano granché intimi. Ma, se vuoi la verità, non mi sembra che tu abbia fatto molto per tenertelo stretto..." Le parole le uscirono con spontaneità, ma senza alcuna cattiveria.

"Beh, non mi interessa..." dissi, cambiando umore. Keri scosse la testa.

"Sai che sto dalla tua parte Becky. Ma lo sai anche tu, la vita va avanti. Lui si è aperto con te e ora sei tu a fuggire, che dovrebbe fare? Tu sei uscita con Jude, ricordi? Ti ha aiutata a capire... Magari anche per Abe sarà utile uscire con quella sciroccata." Annuii.

"Ma sì, sicuramente hai ragione. Il punto è che noi siamo amici, lo siamo sempre stati, e tutta questa storia non penso ci porterà da nessuna parte. Non so che fare." Bofonchiai piena di sconforto.

"Tesoro, penso che il tempo ti aiuterà a fare la scelta giusta. Lascia che le cose facciano il loro corso. Se pensi di non poter fare a meno di lui dovrai affrontarlo prima o poi, ma devi sentirti pronta. Io sarò sempre al tuo fianco, qualunque decisione tu prenda." Ancora una volta le sue parole mi confortarono e mi ripromisi, una volta per tutte, di dare più ascolto a Keri, piuttosto che alle mie mille paranoie. Avrei dovuto affrontare la realtà prima o poi, ma nonostante i buoni propositi, quel guizzo di coraggio improvviso svanì a poco a poco come una fiamma privata dell'ossigeno, prima che riuscissi a decidere di correre da Abe e chiedergli di perdonarmi per la mia stupida indecisione.

We were friendsWhere stories live. Discover now