Capitolo 36

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Il mattino dopo aprii gli occhi e mi voltai di scatto, mentre i ricordi della sera prima riaffioravano rapidi. Abe dormiva profondamente, con la testa affondata nel cuscino. Dire che mi sentivo confusa e imbarazzata era un eufemismo. Guardai l'orologio terrorizzata, ricordando che non avevo puntato la sveglia. Fortunatamente non era tardissimo, ma avrei dovuto accelerare i tempi. Avevo il turno in libreria e non potevo fare ritardo, dato che la mia titolare era parecchio esigente in proposito alla puntualità.

Mi alzai cercando di non svegliare Abe e presi a caso la biancheria, un paio di jeans e una maglia dall'armadio, uscendo dalla stanza senza fare rumore. Incrociai il tipo belloccio di Keri, notando che era riuscita nel suo intento di conquista. Lo salutai imbarazzata, correndo in cucina, dove Keri beveva il caffè con aria soddisfatta. Feci qualche cenno sconnesso mimando un discorso sul fatto che si era portata a casa il bellimbusto, e lei rise di gusto annuendo con un sorriso stampato sulla faccia.

"Tu invece, che fine hai fatto?" mi chiese con aria indagatrice. Sospirai, senza sapere da dove cominciare.

"Storia lunga. Ti racconto questa sera, promesso." Dissi facendo una croce sul cuore in segno di giuramento. Lei mi trafisse con lo sguardo.

"Ci puoi scommettere che mi racconterai ogni cosa. Sarò qui ad aspettare e sto già morendo dalla curiosità." Disse assumendo una delle sue espressioni buffe. Alzai gli occhi al cielo, versandomi un po' di caffè, per poi prepararmi in tutta fretta, lasciando casa di corsa per arrivare in orario al lavoro.

In libreria si profilava una mattinata di routine. Dopo un'ora da quando ero arrivata, avevo già sistemato i nuovi arrivi, riordinato il negozio da cima a fondo, dato la polvere sugli scaffali e gestito la posta elettronica.

La cosa non mi piaceva affatto, dal momento che significava che ero totalmente libera di crogiolarmi nei miei pensieri riguardanti la sera prima. I quali, tra l'altro, mi sembravano sempre più confusi e pieni di interrogativi senza soluzione. Mi riscossi solo quando sentii il cellulare vibrare nella tasca dei jeans. Lo estrassi dalla tasca piena di aspettative, pensando che magari Abe mi avrebbe scritto appena si fosse svegliato. Quello che trovai invece fu un sms di Jude. Ieri sera sei sparita, che fine hai fatto? Decisi che avrei risposto appena finito il turno, mentre, senza volerlo, aumentava l'irritazione per il fatto che non fosse un messaggio di Abe. Constatai con sollievo che mancava poco alla fine del turno e non vedevo l'ora di tornare a casa e rilassarmi. Ero chinata sotto al bancone per sistemare alcuni ordini da smistare, quando sentii la porta aprirsi. "Arrivo subito!" dissi distrattamente, mentre sistemavo gli ultimi volumi sullo scaffale più in basso. Non sentendo alcuna risposta mi girai, e mi trovai davanti a Jude.

"Passavo di qui." Disse a mo' di giustificazione.

Feci finta di credergli. "Ho visto il tuo messaggio, ma stavo lavorando..." mi giustificai a mia volta.

"Tranquilla. Sei andata via di fretta ieri sera, spero di non aver fatto niente di offensivo...sai, ero un po' alticcio." Ammise stringendosi nelle spalle.

Ridacchiai, chiudendo la cassa. "No, eri solo molto entusiasta del fatto che siamo nuovamente amici!" gli ricordai.

"Ah, per fortuna! Ne sono entusiasta anche oggi. Se ripenso a quanto sono stato idiota vorrei seppellirmi. So che ti ho preso per stanchezza, tu non eri convinta fin dall'inizio." Confessò, appoggiandosi al bancone.

"Certo, ma temo di essere stata una vera stronza a comunicarti la mia scelta con un'e-mail. Spero che riusciremo a metterci tutta questa pazza storia alle spalle." Concludo la frase con un sospiro. Lui sbatte il palmo della mano sul bancone.

"Ma certo, considerala già dimenticata. Ora devo proprio andare, ma sono contento di sapere che andiamo in questa nuova direzione." mi disse, congedandosi.

"Buona giornata, Jude."

"Anche a te. Ci vediamo alla lezione di Arte" mi rispose facendo l'occhiolino. Annuii e lo salutai con la mano mentre si allontanava. 

Quando aprii la porta di casa, Keri mi prese d'assalto.

"No, non ora." Le risposi. "Che ne dici di andare fuori? Ho decisamente bisogno di un drink per affrontare questa conversazione e questa serata." Non aspettai la sua risposta andando a prepararmi.

"Wow, Becky. Non ti riconosco. Andiamo però, muoio dalla curiosità!" Mi gridò dalla sala.

Scegliemmo un pub lontano dalla zona del campus, meno frequentato dalle folle di giovani studenti desiderosi di far festa. Era chiaramente un posto tranquillo, anche se decisamente vecchio stile, adatto a scambiarsi un po' di chiacchiere senza troppe seccature. Sentivo che avremmo apprezzato l'atmosfera spartana. Keri entrò prendendo posto in un angolino con le panche foderate da una stoffa usurata, ma ugualmente comode. Il barman, un uomo sulla cinquantina ben piazzato e con un pizzetto a dir poco imbarazzante, fece un cenno di saluto, e giunse ben presto a prendere le ordinazioni, per le quali non disponeva di alcun menù.

"Che vi porto ragazze?" chiese con una voce che ci colpì per la sua delicatezza, decisamente in contrasto con il suo aspetto esteriore.

"Cosa offre la casa?" domandò Keri sorridendo cordiale. "Hamburger con formaggio, hamburger senza formaggio, insalata di pollo e...beh, immagino sia tutto." Rispose lui, molto a suo agio con la poca varietà di prodotti che poteva offrire.

"Allora io prenderò un'insalata di pollo" disse Keri convinta. "Per me un hamburger senza formaggio invece." Aggiunsi io, sforzandomi di sorridere in modo educato, mentre in realtà volevo ridere. Tutta colpa delle facce buffe che mi faceva la mia amica mentre l'uomo non poteva vederla. Ordinammo anche della birra per accompagnare la cena. Il nostro cameriere si allontanò e noi tornammo al vero motivo della nostra serata, lanciandoci uno sguardo complice.

"Insomma, fammi capire, tu ed Abe avete davvero...?" mi domandò lei senza poter trattenere ancora la curiosità. Io mi sentii arrossire.

"Keri!" la rimproverai, imbarazzata. "No. Non l'abbiamo fatto." Confessai. "Anche se per un soffio. Sfortunatamente si è addormentato. Era troppo ubriaco per reggere una nottata di fuoco." Sottolineai con tutto il sarcasmo di cui ero capace.

"Oddio, non posso crederci! Quando ti ho lasciata per correre dietro a Daniel eri con Jude...che è successo dopo?"

Iniziai a raccontarle tutto quello che si era persa per andare dietro al suo bellimbusto, mentre lo stupore compariva con diverse sfumature sul suo viso.

Il mio racconto fu interrotto dall'arrivo della cena, ma non tardai troppo a ricominciare con un dettagliato resoconto, anche per quanto riguardava le ultime ore e la chiacchierata che avevo scambiato con Jude.

"Sei stata davvero generosa a perdonarlo. La prossima volta che non accetta con sottomissione le tue sagge decisioni gli rigo la macchina da parte tua." Promise lei.

"Grazie, ma non sarà necessario." Le feci presente, addentando il mio hamburger. Il silenzio calò per un attimo tra noi, almeno finché fummo impegnate ad avventarci sulla cena. Bevvi un sorso di birra, poi non riuscii più a trattenere la curiosità.

"Ma Abe ti ha detto qualcosa andando via?" domandai.

"Ad essere sincera, no. Abbiamo scambiato due parole veloci sul fatto di aver dormito bene o meno. Poi è scappato via senza nemmeno fare colazione." Rispose con un sorriso malizioso, giocando con la forchetta nella ciotola dell'insalata.

"Forse si è pentito di come stavano andando le cose ieri sera" dissi cupa, passando i polpastrelli sui semi di sesamo che erano caduti sul tavolo.

"Becky. Non tormentarti. Ora vedi che succede, se gli è piaciuta l'idea si farà vivo presto." Suggerì ammiccando.

"Suppongo di sì" dissi un po' imbronciata. Ma subito dopo cambiai espressione, rivolgendole un sorriso pieno di complicità. "E tu invece non mi racconti nulla? Pare che in quanto a conquiste potresti essere andata meglio di me!" scherzai, fingendo uno sguardo invidioso. Lei fece spallucce.

"Devo dire che effettivamente la notte con Daniel non è stata affatto malvagia!" ammise ridacchiando e proponendomi un brindisi.

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