Capitolo 38

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"Non penserai di uscire con i jeans, signorinella!" mi disse Keri quella sera, esuberante come al solito. La guardai disperata. Avevo già capito le sue intenzioni.

"Ok, sono nelle tue mani. Ma niente trucco pesante! E niente tacchi a spillo!" le intimai con la voce più severa che riuscii ad impostare, sebbene fossi già sul punto di ridere per la gioia.

Dopo il suo intervento indossavo un vestitino da sera nero e molto sexy, con una scollatura alquanto generosa, che continuavo a tirarmi su.

"Lascia stare quella povera scollatura Becky! Che vuoi che sia? Fidati di me per una volta." Disse lei quasi seccata, con le mani sui fianchi. Ai piedi avevo delle bellissime décolleté con un tacco ragionevolmente alto ma non vertiginoso. Sorrisi guardando la mia immagine riflessa allo specchio.

"Ben fatto!" ammisi in direzione di Keri, che mi guardava con le braccia conserte e uno sguardo trionfante.

"Mancano solo i capelli... io li tirerei su... fammi provare..." si mise ad armeggiare con la mia chioma rossa, attorcigliandola e fissandola in cima, nella forma di uno chignon. Ammirai il nuovo look, rivolgendole uno sguardo soddisfatto.

Prima di uscire di casa aggiunsi una catenina semplice, con un punto luce. Quando lessi il messaggio di Abe che mi invitava a scendere, corsi ad abbracciare la mia amica, uscendo di fretta in direzione delle scale.

Mi aspettava accanto alla sua auto, vestito elegante con una camicia chiara e un paio di jeans. I capelli castani gli ricadevano sulla fronte con naturalezza e incorniciavano il suo viso. Lo trovai perfetto. Ero completamente rapita da lui, ma realizzai dal suo sguardo che era vero anche il contrario.

Mi fissava come se avesse visto un angelo. Pochi istanti dopo si scosse e si avvicinò tendendomi la mano.

"Sei... meravigliosa" disse, faticando a trovare la parola giusta. Io abbassai lo sguardo, accogliendo il complimento un po' con imbarazzo, mentre lui mi guidò al posto del passeggero, aprendomi lo sportello.

Il Moonstone era uno dei locali più eleganti in città. Era frequentato da una clientela piuttosto benestante, dati i prezzi del menù. Abe mi fece sedere spostando la sedia dietro di me, come un vero galantuomo. Io lo lasciai fare e mi soffermai sui dettagli della sala. Piatti e bicchieri eleganti e moderni, su tovaglie scure che risaltavano la luce data dalle stoviglie. I tavoli non erano tantissimi, disposti con intelligenza in modo da non affollare troppo il locale.

Notai che era pieno di coppie, fatta eccezione per un tavolo dall'altro lato della sala con quattro commensali, due uomini e due donne, tutti fasciati nei loro vestiti molto eleganti. Le altre coppie mangiavano indisturbate, parlando tra loro creando un vortice di voci indistinto che aleggiava sopra le nostre teste. Abe mi sorrise candido.

"Ti piace qui?" chiese allungando una mano sul tavolo, cercando la mia. La sfiorai, godendomi quel momento di intimità.

"Certo che mi piace. È davvero un bel posto."

Ordinammo le nostre pietanze, che qualche tempo dopo il cameriere appoggiò al nostro tavolo, augurandosi che la cena potesse essere di nostro gradimento.

"E' meraviglioso essere qui, insieme..." ammisi.

"Questa è la nostra serata. Voglio che sia perfetta." Rispose lui, portandosi un boccone alle labbra.

"E lo sarà" lo rassicurai, allungando un piede sotto al tavolo, fino a raggiungere la sua gamba.

"Becky Elizabeth Thompson. Non starai davvero facendo un giochetto malizioso?" chiese stupito, anche se ovviamente in senso positivo. Mi coprii la bocca con il tovagliolo, per celare la mia risata. Ero estasiata. Inizialmente avevo paura perché non sapevo bene cosa avrei dovuto fare o dire, ma da quando ero insieme a lui notai che ogni cosa era spontanea e giusta così com'era.

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