Capitolo 20

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Mancava qualche giorno al mio compleanno. Continuavo a guardarmi allo specchio cercando possibili segni di invecchiamento oppure cambiamenti che indicassero che ero cresciuta. L'unica cosa che notai fu la luce triste nei miei occhi, sempre presente nonostante gli sforzi per ricacciarla a fondo. Sperai ardentemente che non fosse quello il segno che cercavo. Mi domandavo perché dovevo sentirmi così, anche se in cuor mio ringraziavo me stessa di non aver ceduto a quelle strane sensazioni che avevo provato prima che Abe scomparisse dalla mia esistenza senza lasciare alcuna traccia.

Non era stato abbastanza maturo nemmeno per salutarmi, come avevo potuto anche solo immaginare che... Il flusso dei miei pensieri si interruppe bruscamente. Mi fissai rassegnata su quella superficie riflettente che non sapeva darmi risposte. Non riuscivo nemmeno a concepire quello che avevo sentito, che ora mi faceva sentire stupida e ingenua.

Jude sarebbe partito il giorno dopo, così mi aveva invitato per un appuntamento galante, solo io e lui per la prima volta da quando era arrivato.

Lo aspettai seduta sul muretto che cingeva la casa, guardando intorno la desolazione della via. Vidi i fari della sua auto, aspettando che accostasse.

"Ciao Jude!" dissi allegra, facendo il giro dell'auto per sedermi al posto del passeggero. "Ciao dolcezza" mi salutò lui, stampandomi un bacio caldo sulle labbra.

Andammo a cena in un bistrot elegante. Mi sentivo un po' impacciata, non era il tipo di locale a cui ero abituata. Jude invece veniva da un ambiente ricco, poteva permettersi cene costose e abiti firmati.

Era tutto molto nuovo per me, ma potevo farci l'abitudine, pensai, cercando di non sembrare troppo a disagio.

Mi sentii un po' innervosita quando ordinò lui per me.

"Fidati" disse, cercando di rabbonirmi quando protestai "Ti piacerà".

Poteva anche essere il piatto più buono dell'universo, ma non sopportavo che avesse scelto al posto mio. Contai mentalmente fino a dieci, facendogli un sorriso finto.

Fortunatamente riuscii a lasciarmi questo episodio alle spalle, in fondo la serata non procedeva così male. Jude era divertente, sapeva come distrarmi e farmi ridere.

Ordinò del vino delizioso, aveva un gusto così gradevole che ne bevvi qualche bicchiere, forse più di quanto ne avessi mai bevuto, ma senza gravi conseguenze, se non una strana leggerezza che mi permise di non pensare a nulla se non a ciò che stavo vivendo. Sembrava molto divertente.

Dopo cena ci concedemmo una lunga passeggiata, mano nella mano, ridendo e chiacchierando di quella vacanza, di quello che ci aspettava al campus al nostro ritorno.

Quando arrivammo sotto casa, spense il motore. Mi accarezzò il viso, e poi mi prese una mano, stringendola tra le sue.

"Becky, so che fra qualche giorno sarà il tuo compleanno. Mi dispiace davvero che non sarò qui con te per festeggiarlo." Io sorrisi.

"Non preoccuparti, so che hai da fare a casa. Questa serata è stato un regalo davvero piacevole. Mi sono divertita, davvero." Gli dissi comprensiva, inclinando un po' il viso, per vederlo meglio nella luce debole dei lampioni.

"Volevo farti un regalo speciale, per dimostrarti che ci tengo a te." Aggiunse, allungandosi verso il cruscotto, da cui estrasse un pacchettino. Rimasi sorpresa da tutte quelle attenzioni, non immaginavo che avesse addirittura un dono per me. Iniziai a farfugliare.

"Non devi dire nulla Becky, spero solo che ti piaccia" disse con un sorriso dolce, rassicurandomi. Mi porse il pacchetto, su cui lasciai scorrere le dita. Potevo vedere la poca luce riflettersi sulla carta lucida, decorata da un largo nastro di raso.

Sciolsi il nodo e tolsi con delicatezza l'involucro, che svelò una scatola rigida. Probabilmente si trattava di un gioiello. Non avevo mai ricevuto un regalo dall'aspetto così costoso.

Quando lo aprii il mio sguardo si illuminò. Tanti piccoli brillantini scintillavano, colpiti dalla luce - seppure fioca - che veniva dalla strada, uniti insieme a formare un piccolo ciondolo a forma di cuore.

"È meraviglioso, Jude, ma non so se posso accettarlo..." iniziai a dire, un po' emozionata e un po' a disagio per un regalo così importante.

"Certo che puoi! Non volevo che ci lasciassimo senza che tu sapessi quanto ci tengo a te."

Era un gesto molto romantico. Non mi sentivo pronta per un passo simile, però sembrava sincero e non volevo ferirlo, dopotutto ci saremmo dovuti salutare molto presto.

"È davvero bellissimo, Jude." Riuscii a dire, abbassando lo sguardo.

"Posso aiutarti a indossarlo?" domandò dolcemente, sfilandomi la collanina dalle mani, per poi far scivolare le due estremità al mio collo, mentre io lo aiutavo scostando i capelli.

"Sei splendida" mormorò, per poi avvicinare le sue labbra alle mie. Dopo un bacio dolcissimo, si allontanò per guardarmi nell'insieme, come si fa con un'opera d'arte. "Eri già splendida, ma così sei ancora più bella." Aggiunse sorridendo. Io ricambiai il suo sguardo, arrossendo nel buio.

La partenza di Jude mi riportò alla realtà, anche se ora avevo un ciondolo a forma di cuore al collo e la consapevolezza che qualcuno tenesse a me in modo particolare. Quando parlai a Keri dei miei dubbi lei annuì in silenzio per tutto il tempo.

"Becky, amica mia. Devo proprio dirtelo. Perché cavolo non ti vuoi godere le cose belle? Jude è un ragazzo fantastico, si vede che ha una cotta per te." Sentenziò. "Voglio solo che tu sia felice, Jude o no. E come puoi capire se è lui che può renderti felice?" mi domandò retoricamente, aspettando che rispondessi.

"Aspettando e vedendo cosa succede" dissi ripetendo a memoria la lezione, con la sua voce che diceva la stessa cosa in sottofondo.

"Brava la mia Becky!" si complimentò. "Devi solo aspettare e il tuo cuore ti dirà quale direzione prendere. È solo un ciondolo, un gesto carino, ma non è un impegno per la vita."

Ripensai alle sue parole e fui d'accordo, anche se a volte mi sentivo così sottosopra che avrei preferito stare per conto mio, senza troppe pressioni.

"So che mi odierai se parto con Phil proprio il giorno del tuo compleanno, per cui gli dirò che non andiamo proprio da nessuna parte." Annunciò Keri cercando di non sporcarsi col suo gelato.

"Non è vero che ti odierò. Anzi, basta festeggiamenti. Mi fa sentire troppo vecchia. Voglio che tu ti diverta un po', mi sei stata vicina per tutto il tempo, mentre ero uno straccio. Ora sto in piedi da sola, guardami. Sto divinamente. E no, non morirò se starai via due giorni con Philip." Finalmente avevo adocchiato una panchina su cui sedermi. Era troppo caldo ed erano ore che camminavamo in giro per il centro della città. Mi facevo vento con un volantino di una pizzeria che avevano inaugurato da poco.

"Sì, ma..." obiettò Keri, schivando l'ennesima goccia di gelato che stava per caderle sulle scarpe di tela rossa. La scrutai con uno sguardo che non ammetteva repliche.

"Keri Kendall, ho detto via. Levati di torno per qualche giorno! Sto bene. E ti scriverò ogni giorno almeno tre SMS. Promesso." Feci una croce sul cuore, come giuramento.

Sembrò pensarci su ancora per qualche istante e sapevo che era sul punto di argomentare ancora. Resi il mio sguardo ancora più intransigente, lanciandole un chiaro segnale.

"E va bene, d'accordo. Ma almeno tre SMS al giorno. E non osare a dimenticartene!"

Vederla cedere era molto soddisfacente. Non accadeva spesso e significava che ero stata molto brava.

"Giuro" dissi scherzosa, rubandole il cono gelato e mangiandone un po'.

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