5.1 Sussurri

85 8 3
                                    

Teneva il capo chino, adombrato dal cappuccio di un mantello logoro di colore verde muschio, camminava lento ma deciso, assai certo di dove stesse dirigendosi

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Teneva il capo chino, adombrato dal cappuccio di un mantello logoro di colore verde muschio, camminava lento ma deciso, assai certo di dove stesse dirigendosi. La Locanda del Vecchio Maiale era lontana dal centro della città, fuori dalle mura e poco frequentata, il luogo perfetto per incontrarsi senza essere guardati, parlare senza avere orecchie indesiderate tese ad ascoltare ogni parola. Il sole era ancora alto e faceva brillare le pozze di escrementi che gestavano ai lati di gran parte delle strade, unirsi alla gente comune significava anche accettare di bagnarsi i piedi con il piscio altrui in momenti di carestia e povertà disumana. La rete fognaria era un vanto di pochi, la maggior parte doveva svuotare i propri rifiuti direttamente fuori dalla porta di casa, insozzando qualunque cosa ci fosse attorno, vie pubbliche incluse. Svoltò a destra, evitando per intero il magro mercato di coloro che ancora riuscivano a produrre qualcosa dalla terra ghiacciata, la maggior parte erano mercanti stranieri e portavano con sé tessuti ed accessori che nessuno si poteva permettere, esattamente come il poco cibo che ancora circolava. Proseguì dritto, valicando i corpi della povera gente che aveva accettato il fato ineluttabile ed aspettava la morte, chiedendo la carità giusto per avere qualcosa da fare durante la giornata, ma in realtà non un singolo tra coloro che stavano accasciati a terra credeva per davvero che qualcuno avesse abbastanza soldi anche per loro. Alzò lo sguardo solo quando fu certo che intorno a lui non ci fosse nessuno in grado di riconoscerlo, osservò la strada che si dipanava tortuosa e ripida innanzi a sé ed iniziò a percorrerla, mantenendo il respiro regolare per giungervi in cima con ancora sufficiente fiato per discutere adeguatamente. Presentarsi al proprio informatore con la fronte imperlata di sudore ed il fiatone, certo non gli avrebbe assicurato un'immagine dignitosa, degna di una persona del suo rango. Mentre sorpassava una serie di abitazioni malridotte, volse un'occhiata verso Thora Koshra: l'immenso castello si burlava della povertà che andava circondandolo come un abbraccio soffocante, le sue torri erano alte e salde, simili a sentinelle sempre in agguato, ed il torrione centrale si affacciava con la propria mole tra l'altura delle sue guardie, massiccio e maestoso più d'ogni altra costruzione che l'occhio potesse scorgere. Tornò a guardare in basso non appena intravide la porta d'entrata della locanda, un abbozzo di maiale intagliato sopra e l'insegna cigolante così malridotta da non far riconoscere niente di ciò che un tempo vi fosse disegnato. Chiuse il mantello per coprire degli abiti che avrebbero creato scalpore nonostante fossero di una fattura povera e sporchi del sudiciume raccolto durate i suoi via vai clandestini tra la fortezza ed il mondo reale. Non era ancora riuscito a procurarsi stracci abbastanza malandati da non farlo notare ed in più di un'occasione si era trovato a dover stringere i pugni ed ignorare spavaldi che lo minacciavano di denudarsi e donar loro la bella roba che indossava. Alcuni insistevano però nell'importunarlo, si ritiravano all'istante solo quando la punta di una lama finiva in petto al primo che osava avvicinarsi troppo. Non sapevano lottare e le armi le vedevano solo dai fabbri, i pugni e le parole erano l'unica cosa che fossero in grado di maneggiare, seppur maldestramente. Un campanello arrugginito tintinnò quando si affacciò all'interno, ed un profumo dolciastro, di vino poco pregiato, lo investì malamente, provocandogli un lieve desiderio di vomitare. I tavoli erano vuoti, solo un paio ospitavano ubriachi con la testa affondata tra i vestiti e le mani ancora strette attorno al boccale vuoto, il bancone invece era popolato dai pochi sani che aspettavano di essere travolti dagli effetti dei litri di birra che avevano ingurgitato. Dietro ad esso, a servirli, una ragazza giovane dall'aspetto rivoltante correva da una parte all'altra, il gonnellone che avvolgeva i fianchi magri, quasi inesistenti, svolazzava tutt'intorno invitando gli uomini ad infilarsi sotto per pochi spiccioli. Un uomo poi, il destinatario del nome della locanda, girovagava tra le tasche degli uomini storditi, infilando delicatamente le mani ovunque riuscisse, in cerca probabilmente del denaro che gli spettava per il servizio. Era ancora pieno giorno ma la debolezza umana dentro alla locanda aveva già preso il sopravvento, non attendendo nemmeno che la notte potesse nasconderla. L'uomo sfilò una moneta dal taschino di un cliente addormentato ed esultò soddisfatto, per poi accorgersi di essere osservato dal nuovo arrivato. Si avvicinò, eseguendo un inchino come un cane ben ammaestrato ed invitò l'avventore a prendere posto, ignaro del motivo per cui egli fosse venuto lì almeno quanto fosse ignaro di chi si trattasse. Ciò che più importava per lui era avere un'altra bocca da riempire, nella speranza che almeno una volta il pagamento giungesse senza imprevisti. Lo sconosciuto lo fece dileguare con un cenno della mano ed un ordine di non avvicinarsi fintanto che non avesse lui stesso chiesto di farlo, poi si sedette nell'angolo più nascosto che riuscì a trovare, in attesa che arrivasse colui che stava aspettando. Pensò di essere in anticipo, forse per aver calcolato male la velocità con cui era avanzato oppure per essersi incamminato troppo presto da Thora Koshra, ma aveva trovato il momento perfetto per svignarsela senza che nessuno lo vedesse e dunque aveva preferito muoversi. Si scostò il cappuccio del mantello dalla testa, sicuro che non un'anima avrebbe fatto caso alla sua presenza e si passò una mano tra i capelli castani, leggermente ondulati.
« Dovreste fare più attenzione, principe. » un'ombra comparve alle sue spalle e gli bisbigliò all'orecchio « Farvi trovare così impreparato potrebbe costarvi la vita. » strisciò fino alla sedia davanti al ragazzo e si sedette, battendo il palmo sul tavolo affinchè il locandiere si avvicinasse ed il suo apparente amico si coprisse nuovamente il volto. Domandò una pinta di birra e rivolse tutta l'attenzione alla figura che gli stava seduta innanzi, impaziente di ascoltare cosa avesse da dire.
« Sono partiti stamattina, molto presto. Niente cavalli, niente armature, niente Viverne. Si mormora di un tranello. » fu diretto a parlare, spargendo i primi semi di curiosità in Asper ed infine sfregando due dita per richiedere il denaro dovutogli per ulteriori informazioni. Lui fece scorrere sul tavolo un sacchetto di cuoio tintinnante.
« Quanti? »
« Cinquanta. »
« Allora dovrò essere davvero accurato. » l'uomo si passò la lingua sulle labbra, scoprendo appena i denti per far intravedere quanti gliene mancassero « Non vogliono combattere, il loro intento è quello di tendere una trappola a Maitreya, irritarlo abbastanza da farlo muovere contro Igniphetra. Gira voce di una Dhevýr, un'alleanza tra Draghi, Cani Neri, Rok, Alicanti e Grifoni che sarà effettiva solo in caso di un attacco da parte dei Fenrir. Sperano di far muovere anche le Dinastie rimanenti in nome di una guerra di pace contro l'Ostro. La grandezza delle terre di tuo fratello... Spaventa molti. » s'interruppe per sorseggiare la propria bevanda e controllare il peso del denaro che gli era stato dato « Non sono cinquanta. »
« Finisci di dire ciò che sai. » Asper gli mostrò un altro sacchetto, identico al primo ma più leggero.
« Dannati nobili. » si pulì la barba sporca di schiuma con una manica malconcia « Il vostro amico, il legittimo Rekkar, non ha perso tutti i suoi sostenitori. Tramano in silenzio, ma hanno paura. » Asper gli tirò addosso il resto dei soldi e si alzò, nervoso per quanto avesse appreso ed insicuro se dirlo o meno a Maitreya.
« Rifatti vivo solo con nuovi rapporti. » il diretto interessato annuì e controllando che nessuno lo vedesse, si dileguò nel retro della locanda, lasciando sul tavolo una delle cinquanta monete appena guadagnate. Il Vecchio Maiale avrebbe banchettato quella sera.

 Il Vecchio Maiale avrebbe banchettato quella sera

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.
Le Cronache di Meknara - Sangue di DragoWhere stories live. Discover now