11.6 Accordi

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I più curiosi sciamarono soltanto dopo parecchio tempo, richiamati a forza da quelli che già avevano tolto la propria fastidiosa presenza da Ohlma Koshra

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I più curiosi sciamarono soltanto dopo parecchio tempo, richiamati a forza da quelli che già avevano tolto la propria fastidiosa presenza da Ohlma Koshra. Rimasero nel salone, a notte inoltrata, esclusivamente Almashan, Cassivellanus, Mothalthin e Veer, ancora scosso da un tremore incontrollato per lo sforzo del pianto.
Il nuovo sovrano gli aveva offerto da bere, una pelliccia per riscaldarsi ed un posto accanto a lui. Lo aveva anche invitato a rimanere a dormire al castello, insieme al compagno, preoccupato dalle condizioni in cui vedeva il suo ospite, le quali parevano non voler migliorare. Gli occhi erano lucidi, e qualche lacrima solitaria solcava gli zigomi di Veer ancora troppo spesso. Mothalthin gli cingeva le spalle, lasciando affondare le mani nel pelo fulvo e sussurandogli parole di conforto in Othil. Esso aveva una sfumatura di pronuncia più adatta alla fragilità della situazione, s'insinuava nel cuore e lì vi rimaneva, meditando in silenzio per rallentarlo e riportarlo nei limiti della sua forza.
Cass lo osservò attentamente. Nel corso delle conversazioni avute durante la serata con Almashan, si ricordò di aver appreso che il suo accompagnatore era il fratello maggiore di Maitreya, dato per morto fino alla settimana passata. Ora, da quanto gli era vicino, poteva vedere anche nello sguardo di quell'uomo le ombre della sofferenza e comprendere la vicinanza di cui si stavano dando prova a vicenda. Ciò che però gli appariva più cristallino d'ogni altra cosa, era una sottile differenza tra i due: le ombre di Mothalthin erano tanto cupe da riversarsi persino nell'aspetto, rendendolo ingiustamente simile ad un fantasma; mentre Veer, nonostante l'animo fatto a brandelli, non perdeva la propria rispettabilità, la propria dignità. Forse era in parte causa della galena, la quale, con il trascorrere del tempo, era andata sciogliendosi e colando sulle guance del fratello maggiore, dando tanto l'impressione, a chi lo guardasse, d'essere pronto a svenire tra un respiro e l'altro. Cass non si seppe dare una risposta certa, perchè anche il Rekkar Rinnegato era sporco di nero misto a lacrime, eppure non suscitava la medesima sensazione di vuoto.
« Dobbiamo parlarti » Veer si strinse nella pelliccia bruna e lottò per riacquistare un minimo di decenza dal suo punto di vista. Sapeva di aver dato spettacolo davanti tutti quanti e che le voci sulla sua debolezza si sarebbero sparse troppo velocemente attraverso tutto il continente, eppure non riusciva a pentirsene. La paura generatasi dietro le iridi chiare del fratellastro mentre il suo collo giaceva stretto nella sua presa, gli aveva dato così tanto piacere da indurlo a credere di aver fatto la mossa più giusta. Mostrarsi debole, sì, ma al contempo in grado di uccidere. Rekkar e Rakkar, loro congiunti e fedeli, avevano anche preso atto del fatto che lui fosse in grado, seppur dopo tanti anni, di controllare il suo elemento. Un elemento potente e distruttivo come la leggendaria acqua degli Zaraton.
« Parlate. Almashan è una persona di cui mi fido ciecamente » Cassivellanus sorrise al Grande Sapiente, il quale ricambiò il gesto, carezzandogli i capelli spettinati alla stregua d'un padre. Il sovrano aveva abbandonato la corona sul tavolo non appena l'ultimo degli indesiderati ospiti aveva varcato l'uscio del salone, ed ora si sentiva più leggero, svuotato di un peso immane. Quasi felice.
« Abbiamo bisogno di voi. Del vostro esercito » fu Mothalthin ad intervenire. Si era chiuso in un silenzio solenne, intessuto solo di bisbigli rivolti a Veer, fintanto che tutti quanti non se ne erano andati, ma in solitudine poteva parlare senza farsi problemi su come e cosa stesse dicendo.
« Non darmi del voi » Cass alzò le spalle e scosse la testa, imbarazzato dal rispetto al quale, con la sua incoronazione, si sarebbe dovuto abituare « in ogni caso, non penso di avere un esercito » ammise, colpevole di una mancanza così grande ed inconsapevole di quanto in realtà si sbagliasse. Almashan si intromise, la voce piegata in una sfumatura palesemente malinconica.
« Ce l'hai. Hai quello di tuo padre. Ed è il più forte che si sia mai visto, dopo Draghi e Fenrir » lo incoraggiò, lasciandogli intuire una risposta affermativa: loro tre si sarebbero dovuti unire in un qualcosa che andasse oltre la semplice amicizia. Cass allora annuì, evidentemente in imbarazzo per le sue stesse parole.
« Perchè chiedere il mio sostegno? Non c'è nessuna guerra » proseguì dunque, ingenuo, tentando di distogliere l'attenzione dall'affermazione precedente e tastando la consistenza effettiva della richiesta.
« Si chiama alleanza preventiva. Ferni ha esplicitamente minacciato Maitreya, aggredendo all'interno di Thora Koshra suo fratello minore Asper e stringendo accordi con quattro altre Terre del Sud. Un'unica Dhevyr con cinque Dinastie dovrebbe far paura a molti, se non addirittura a tutti quelli da essa esclusi » Veer riprese fiato, passandosi una mano tra la chioma che gli ricadeva davanti il viso « Maitreya vuole attaccare. Non ha intenzione di aspettare d'essere accerchiato. Ma non può farlo da solo, l'Ostro non possiede abbastanza uomini per contrastare contemporaneamente cinque Dinastie »
« State chiedendo a me di unirmi a quest'uomo, che nemmeno conosco? » Cassivellanus non seppe se sentirsi onorato oppure in trappola. Avevano avanzato la loro proposta in un momento delicato, in cui si era mostrato apertamente dalla loro parte. Non poteva rifiutare, non dopo quanto avessero condiviso. Non dopo essersi rivelato, innanzi alle altre potenze, come un icastico sostenitore di una Dinastia senza ulteriori speranze ed un'altra arrivata al suo massimo splendore, e per questo pronta a decadere.
« Non ti chiediamo di risponderci ora, la guerra è ancora lontana. Siamo solo ai preparativi » Mothalthin allungò un palmo e lo posò sulla coscia del sovrano, accennando un timido sorriso
« e mio fratello avrai modo di incontrarlo, qualora accettassi. »
Cassivellanus mosse la testa in segno di approvazione e distese le sopracciglia corrugate. A turbarlo, però, giunse presto qualcos'altro. La parola fratello gli aveva acceso un estenuante dubbio nella testa.
« Se tu sei il maggiore, non dovresti regnare? » domandò, gettandosi in un terreno pericoloso con la sua lecita questione. Ma Almashan fu più veloce, si alzò chiedendo silenzio, e tutti e tre seguirono il suo movimento perentorio, levandosi in piedi dalle rispettive sedute e tacendo. Non un singolo dei presenti avrebbe parlato del passato quella notte, era già stata abbastanza complessa da superare senza aggiungere ulteriori ostacoli.
« Credo per oggi sia abbastanza » annunciò, rigido nelle membra, quasi fosse a conoscenza di ogni dettaglio « potete andare a dormire. Sono fiero di te » disse infine rivolto a Cass, il quale lasciò cadere definitivamente l'argomento, pervaso dal piacere di aver ricevuto, per la prima volta, un sincero complimento dal Grande Sapiente.
« Parleremo domani » concluse Veer, chinando il capo prima di uscire dalla sala da pranzo al fianco di Mothalthin, ancora intento a sostenerlo, ed avviarsi verso la stanza che era stata loro data. Conoscere Cassivellanus si era rivelato più complicato e soddisfacente del previsto.

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Le Cronache di Meknara - Sangue di DragoWhere stories live. Discover now