8.4 Inganni

48 7 5
                                    

« Fermati! Ti prego

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

« Fermati! Ti prego. » Veer riprese coscienza del presente quando Autybe si prostrò ai piedi di Maitreya, speranzosa di poter fermare il massacro di tutti quegli innocenti. Il sovrano le puntò l'arma alla gola e sputò a terra, su tutti i corpi che già aveva donato alla morte. Voltò lo sguardo, verso i servi, e Veer vide scintillare la follia negli occhi del re, una follia dettata dalla rabbia e dall'orgoglio ferito. Una follia tagliente, ferina.
« Prendete mio fratello e scortatelo nella sua stanza. Chiamate quel verme di Mihir e ditegli che se muore Asper, muore anche lui. Di non osare tradirmi perchè lo troverei e squarterei come un maiale. Cosa che farò con chiunque avrà la prodezza di non ubbidirmi. » parlò lapidario, e due uomini si mossero per sollevare il corpo tramortito del principe ma Serhatan puntò contro di loro la spada. Veer allora si mosse ed a sua volta minacciò il cugino dalla chioma rovente e gli occhi carichi di sfida.
« Non ti tiri indietro, Dhoveerdhan? Non vai a nascondere la coda tra le gambe? Forse conviene che t'infili tra le gonne di quella bellezza. Io lo farei. » Serhatan rise, accennando con la testa a Vissia che si era stretta ad Arian, tremante come una foglia nel vento d'autunno. Il bersaglio dell'offesa strinse l'elsa dell'arma e distorse il viso, una vena pulsante di odio ad attraversarlo
 « Abbassala. Non ci metto niente ad ucciderti. »
« Ne sei ancora capace? » non parve intenzionato a scacciare il sorriso dalla bocca ma s'arrese almeno in parte, puntando la spada a terra e lasciando che i servi s'allontanassero indenni insieme ad Asper. Il Rekkar di Menastir li scrutò a fondo fino ad avere la certezza che, fuori dal suo campo visivo, non si sarebbero sottratti al loro ruolo. Poi rivolse il proprio astio verso Autybe, ancora con le ginocchia sul pavimento insozzato di sangue ed alle sue spalle i superstiti di tutti coloro che erano stati mandati a morire solo per una malsana idea di provocare Maitreya. Avevano lo sguardo vacuo e la mente pregna di sofferenza per la propria sorte, Veer ne ebbe pietà.
« Ora tu mi dici dove si trova Kaitos, ed io ti lascerò libera. Insieme alla tua famigliola. » additò le presenze smunte dei ragazzi, che si ritrassero sensibilmente quando il sovrano rivolse loro l'attenzione « Terrò solo lui. E' lui che mi interessa. » si girò nella direzione di Serhatan ed il sorriso malevolo che comparve ai lati delle labbra del re fece dissolvere quello del cavaliere. Veer lo vide serio per la prima volta: forse cominciava a rendersi conto che da Thora Koshra non sarebbe uscito vivo. O indenne, perlomeno. L'odore di vendetta che respirava nell'aria lasciava presagire che avrebbe invocato la morte, una volta che gli spiriti bollenti di Maitreya avessero taciuto.
« Per favore, no. No. Non posso, prendi me. Ti prego. » la guerriera si alzò in piedi e si frappose fra l'amato ed il sovrano, l'amore che li legava troppo sconfinato per soccombere alla paura. Il fratello non fece nulla per impedirglielo. Era davvero così vile da permettere ad Autybe di sacrificarsi al posto suo? Veer non ebbe il tempo di pensarlo che Serhatan mosse la spada per attaccarlo, nel disperato tentativo di non dover rinunciare né a se stesso né alla sorella. Ma Maitreya fu più veloce e con un solo colpo gli conficcò la lama nell'avambraccio, così in profondità che dovette fare leva per sfilarla. Il baldo giovane scoppiò in un urlo sordo e freddo di dolore e con lui Autybe.
« Non ho intenzione di negoziare. » sibilò Maitreya, ponendole innanzi il volto l'acciaio sporco di sangue « Se non ti muovi, il prossimo affondo sarà quello decisivo. E ti darò il suo arto da riportare a Ferni. » la donna rimase a scrutare gli occhi del sovrano e solo quando si convinse che ogni preghiera sarebbe stata inutile, accettò di essere costretta a lasciar andare il proprio cuore per il bene di tutti coloro che, sorprendentemente, erano scampati alla carneficina: Serhatan purtroppo aveva firmato la propria condanna nell'esatto momento in cui aveva osato sfiorare l'ultimo fratello rimasto a Maitreya. A lui il più caro dopo Gaverna. Lei, per quanto avesse pianto, non avrebbe cambiato le cose. Si asciugò qualche lacrima che le aveva rigato il volto, mostrando una forza d'animo rovente, e li invitò a seguirla. Kaitos era in una delle tante stanze adiacenti a quella da pranzo e probabilmente non mancava molto che sfondasse la porta. Lo sfortunato ragazzo che aveva fatto da esca per attirarlo là dentro, chissà che fine doveva aver fatto ormai.

Tolse con le sue stesse mani i pesanti pezzi di mobilio che avevano usato lei e Serhatan per bloccare l'apertura della porta e si sorprese di vederli intonsi, nemmeno spostati dai tentativi del Fenrir di rovesciarli per uscire

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Tolse con le sue stesse mani i pesanti pezzi di mobilio che avevano usato lei e Serhatan per bloccare l'apertura della porta e si sorprese di vederli intonsi, nemmeno spostati dai tentativi del Fenrir di rovesciarli per uscire. Si fece da parte e lasciò che Maitreya entrasse nella stanza, un ambiente quadrato quasi totalmente spoglio se non per il camino ed il tappeto grezzo. Lo sentì fischiare e Kaitos s'affacciò dall'uscio, i canini, lunghi quanto il dito di una mano, scoperti in un ringhio di fastidio. Si guardò attorno, guardingo, e silenziosamente si mostrò per intero. Autybe si chiese come diamine avessero fatto a sfuggire alle fauci di un animale così sensazionalmente immenso. Proprio loro, che nemmeno sapevano con certezza cosa stessero facendo.
« Questo credo sia tuo. » il sovrano fece poi a sua volta capolino dall'entrata, con la tunica del ragazzino, usato come esca, stretta nel pugno ed un dolce velo di umanità a carezzargli la pelle. Pareva un padre che ha appena colto il figlio nel compiere una marachella. Pareva quasi affabile come lo era sempre stato Veer. La donna sorrise, rincuorata dal constatare che quella piccola anima innocente non fosse stata brutalmente uccisa ed insozzata dal tanfo della morte. Lo accolse tra le braccia, sospirando il suo nome tra i capelli arruffati e ringraziando Phalestér, la Celeste Madre, per non averlo chiamato a sé quel giorno.
« E' tempo che questo misero spettacolo finisca. » Maitreya si affiancò al proprio animale, carezzandogli la folta pelliccia color degli incubi « Ho accettato benevolmente il presente tentativo d'infiltrarsi nelle mie Terre, perchè assolutamente patetico ed improvvisato. » si avvicinò ad Autybe, tanto da condensare il suo respiro con quello della donna  « Ma dì a Ferni che questo è l'inizio della sua fine. Io so cosa trama e non ho paura né di lui né delle miserabili Dinastie a cui si è unito. Dì a sua maestà, che sto arrivando a finire ciò che Veer non è stato capace di fare. E che io non sono il suo fratellastro, fuggire non è tra i miei piani. »
Finì di parlare con il tono della voce così minacciosamente basso che solo la diretta interessata di quelle frasi riuscì a coglierle. Lo vide fare un cenno a Kaitos ed il Fenrir intimò loro di muoversi, sottintendendo che li avrebbe scortati personalmente fino ai cancelli. E voltando le spalle per andarsene, Autybe fu certa di star dicendo addio a suo fratello ed alla vita agiata che fino a quel momento aveva potuto facilmente mantenere.



*********

Volevo cogliere l'occasione natalizia per ringraziare tutti coloro che hanno fino ad ora letto, votato e commentato la mia storia. Ogni singolo gesto è immensamente apprezzato!
E con questi ringraziamenti, auguro una Buona Vigilia ed un Buon Natale a tutti!

Ayduin

Ayduin

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.
Le Cronache di Meknara - Sangue di DragoWhere stories live. Discover now