5.3 Sussurri

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« Asper

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« Asper. » sospirò l'uomo che Veer stava aiutando a tenersi eretto, malconcio, stentava persino a parlare.
Isar non ci aveva impiegato molto a rintracciare Kaitos, alzando il muso solo un paio di volte per accertarsi che stesse seguendo l'odore esatto, aveva proseguito spedito, sicuro di sé, trotterellando incurante della velocità a cui stesse andando. Asper era stato costretto quasi a rincorrerlo per non perderlo di vista ma alla fine da un corridoio era spuntato il lupo nero di Maitreya, con dietro il rispettivo padrone, Veer e quell'uomo che l'aveva chiamato per nome. Suo fratello era visibilmente stremato, le pupille dilatate gli conferivano un'aria stralunata e dispersa, aveva sussultato solo alla vista di Isar e quando da dietro aveva fatto capolino Asper, gli occhi si erano quasi staccati dalle orbite ed il respiro, già affannato, si era fatto più intenso. Veer non sembrava essere meno stanco, si reggeva in piedi solo per non far rovinosamente cadere a terra lui e la persona che stava aiutando.
« Cosa diamine è successo? » la domanda gli uscì spontanea dalla bocca ed a stento trattenne l'impulso di chiedere chi fosse colui che aveva tanto l'aspetto di uno scheletro che respira.
« Non sono affari tuoi. » suo fratello maggiore gli posò una mano sulla spalla per farlo spostare e fare spazio a Veer, apparentemente calmo, ma Asper non si lasciò sfuggire il tremolio che aveva scosso le labbra di Maitreya nel proferire parola.
« Chi è lui? Perchè sa il mio nome? » rivolse un'occhiata al diretto interessato ed un brivido freddo gli attraversò la schiena, scuotendogli le vertebre una ad una. Più lo guardava e più gli pareva di conoscerlo: il viso, nonostante la sporcizia che lo ricopriva, richiamava i suoi tratti e quelli di Maitreya, i capelli arruffati e pieni di nodi erano marroni e lunghi. Come i loro. Gli occhi, color nocciola, però erano spenti e persi a correre su ogni superficie li circondasse, come per accertarsi che fosse tutto reale, e quando incontrarono i suoi, Asper perse qualche battito. Erano così familiari, così conosciuti da sentirli sussurrare che già si erano incrociati, non si trattava di pura casualità, lui sapeva chi fosse quella persona. Nel profondo la sua coscienza glielo gridava.
« Maitreya chi è? » il ragazzo arretrò di qualche passo, i pensieri che giravano nella sua testa in procinto di riversarsi a terra come un fiume di melma, disarticolato ed informe. La voce spezzata dai ricordi che baluginavano indefiniti tra le tempie, squassate, frustate da un passato che si stava minacciosamente avvicinando per soffocarlo. Era un bambino, quando Mothalthin era morto. Quando i loro genitori erano morti. Come poteva essere lui, come poteva essere vivo? Maitreya gli aveva detto che era stato ucciso, ugualmente a suo padre, sua madre e Gaverna. Erano tutti stati uccisi, da uomini che Maitreya aveva fatto giustiziare. Loro due si erano salvati. Solo loro due. Vide il fratello fare un accenno di consenso a Veer, che iniziò a camminare nella stessa direzione da cui lui era giunto e Isar li seguì, docile come non si era mai rivelato, poi Maitreya parlò, sostenendo a fatica lo sguardo di Asper.
« L'ho trovato questa mattina, nel bosco. Kaitos, in realtà, l'ha trovato. » mentì, augurandosi che il fratello non si facesse troppi problemi a credergli. Non avrebbe mai rivelato a nessuno la verità, nessuno doveva sapere cosa avessero fatto e perchè. Il regno intero sarebbe crollato, il suo castello di menzogne si sarebbe ridotto in polvere e le conseguenze, le conseguenze avrebbero avuto una portata devastante per l'intero continente.
« E' lui quindi. » Asper aveva le lacrime agli occhi e le maniche della camicia strette tra i palmi, ora comprendeva per quale motivo Maitreya e Veer avessero avuto un aspetto così esausto. Annuì, aprendo le braccia per stringere il fratello minore in un abbraccio e fingendo che anche lui fosse sconvolto per una tale notizia. Era diventato un ottimo improvvisatore, insospettabilmente credibile per fortuna di Asper, perchè la verità avrebbe annientato la sua sanità mentale. Quella salda di Veer aveva tentennato, nel constatare che Mothalthin fosse ancora vivo, nonostante lui sapesse, ma quella fragile di Asper, inconsapevole della verità, non sarebbe resistita. Lo sentì singhiozzare sul suo petto e lo strinse più forte, tentando di rassicurarlo: ad Asper voleva sinceramente bene e non avrebbe mai voluto fargli vivere quel dolore. Per un'altra volta, era tutta colpa di Mothalthin se uno dei due soffrisse.
« Non deve saperlo nessuno. Non possiamo fidarci di nessuno. » gli prese il viso tra le mani, pulendo le lacrime che solcavano imperterrite i suoi zigomi e gli diede un bacio in fronte. Asper mosse la testa in segno di approvazione, poggiò le proprie mani su quelle di Maitreya e si nascose di nuovo tra le sue braccia, convinto che sarebbe sempre stato al sicuro vicino a lui. Dimentico di ogni renitenza che avesse provato, travolto dall'amore fraterno, si lasciò sfuggire quanto avesse appreso, liberandosi di tutta la tensione che gli aveva teso i nervi fin quasi a spezzarli.
« Siamo tutti in pericolo. » mugugnò tra la stoffa della veste di Maitreya « Ferni ha mandato degli uomini ad attaccarci. »
« Cosa? » allontanò il volto di Asper abbastanza per poterlo guardare dritto negli occhi, gli scostò i capelli con una carezza poco rassicurante e lo invitò a continuare.
« E' vero, devi credermi, vogliono che tu risponda al loro attacco. Tutte le Terre al sud si sono alleate contro di noi. Incutiamo paura. Invidia. »
« I deboli hanno sempre invidia di chi è più forte di loro. Si sentono in dovere di distruggerlo per stare meglio con se stessi. » Maitreya slegò i loro corpi dall'abbraccio e si girò verso la strada che avevano imboccato Veer e Mothalthin « Gli daremo un motivo per cui avere paura di noi. » mosse i primi passi per lasciare Asper alle proprie spalle ma sentì il fratello trattenerlo per il polso.
« Non fare il suo gioco, non andare dritto in bocca al lupo. »
« Siamo noi il lupo. » sputò, nervoso a causa di tutti i problemi che si erano susseguiti ininterrottamente dall'arrivo di Veer. Sapeva che Ferni si sarebbe mosso per raggiungere l'Ostro, ma non credeva che l'avrebbe fatto così presto e la velocità con cui aveva deciso di muoversi, non dimostrava altro che quel viscido verme tramava già da tempo contro i Fenrir. E Maitreya questo non lo poteva accettare. 

****************Un grazie particolare a Rick_Faith per aver tolto colore alle finestre e con esso l'effetto cattedrale sacra! Ahah

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Un grazie particolare a Rick_Faith per aver tolto colore alle finestre e con esso l'effetto cattedrale sacra! Ahah

Le Cronache di Meknara - Sangue di DragoWhere stories live. Discover now