7.2 Ricordi

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« Cos'è successo durante questa mia lunga assenza? » trovò le forze per tirarsi a sedere, ignorando le fitte di sofferenza che i suoi arti emanavano

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« Cos'è successo durante questa mia lunga assenza? » trovò le forze per tirarsi a sedere, ignorando le fitte di sofferenza che i suoi arti emanavano.
« Tante cose, troppe per dirle tutte. »
« Inizia dicendone qualcuna. » lo esortò, temendo di non essere in grado di resistere ancora molto prima di ripiombare nel sonno. Era solito urlare o dormire quasi tutto il tempo che fosse costretto a condividere con se stesso, una parete viscida ed il freddo infiltratosi fin nell'anima, ed una tale abitudine gli sarebbe risultata difficile da estirpare, lo comprese fin da subito.
« Maitreya dice che ti hanno lasciato libero perchè Veer è tornato e vogliono tenderci una trappola. Sai, lui se n'è andato per cinque anni, ha usato la Shàkbara per fuggire via di qui ed andare in tutt'altro mondo. L'ha fatto per salvare suo figlio, Ferni ha innescato una congiura contro i Draghi e li ha uccisi tutti, Brea è l'unica rimasta. Adesso nel Focolare comandano le Viverne. Veer ha perso Solana, i suoi cugini, i suoi zii, i suoi nipoti. Ha sterminato tutti, il bastardo di Deithor. Ed ora siamo noi in pericolo perchè stiamo proteggendo l'ultimo sopravvissuto. » si liberò del peso di quelle vicende tutto d'un fiato: era la prima volta che poteva narrarle a qualcuno.
« Io ho visto Solana. L'hai vista anche tu. Era sul mio letto. E Veer ha detto di sì. » parlò a tratti, tentando di prendere fiato per assimilare poche frasi farcite di informazioni dai riscontri epocali. Comprese il motivo per cui Veer non venne ad assistere mai Maitreya nei suoi periodici controlli per assicurarsi che respirasse ancora, il motivo per cui era venuto da lui solo il giorno prima, il motivo per cui aveva percepito un velo di tristezza rivestirlo ed il motivo di molte altre cose. All'improvviso, divenne tutto più chiaro, sensato, e la consapevolezza di essere come rinato nel proprio corpo, lo investì delicatamente. Poteva riprendere in mano la sua esistenza. Ricominciare a vivere.
« No, quella non è Solana. Veer s'è portato appresso una mortale nel suo ritorno. Dice che non l'ha fatto di proposito, ma da come la guarda ne dubito. E' troppo simile a sua moglie per separarvisi. » Asper parve disgustato, sul volto si era fatta strada un'espressione severa che duellava a perdifiato con i suoi diciott'anni e Mothalthin temette che Maitreya l'avesse condizionato irrimediabilmente con i suoi pregiudizi.
« Ma Veer aveva detto... »
« Veer dice tante cose. Come Maitreya. E troppe sono completamente false. » lo interruppe il fratello, sputando un'insinuazione mortale. Dare del bugiardo ad un qualsiasi Rekkar significava morte certa, anche se la verità fosse splendente sotto gli occhi di tutti. Se Maitreya avesse detto che il sole sorgeva ad ovest, tutti avrebbero invertito l'est con l'ovest senza fiatare, perchè l'ingiustizia delle classi sociali si basava esattamente su quello: le parole di una persona a sovrastare quelle di migliaia.
« Perchè dici questo? » allungò una mano verso Asper, sperando che lui gliela stringesse. Necessitava di un contatto umano che non fosse violento, necessitava di sentire ancora una volta il calore che l'affetto di una persona può donarti. Il fratello minore non attese a stringergliela, bianca e pallida, tra le sue, sottili ma forti.
« Me l'hai insegnato tu. »

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Le Cronache di Meknara - Sangue di DragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora