Quarto capitolo

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LA SERA DI QUELLO STESSO GIORNO...

"SHIZUO!!! Perché ti sei comprato il cellulare, se lo tieni sempre spento??? Purtroppo ho ricevuto una brutta notizia... Pare ci sia stata una sparatoria alla Raira stamattina, una regolazione di conti fra bande. Mairu è stata ferita ed ora è ricoverata. Ti volevo avvertire. Anche se è sorella di Izaya so che le sei affezionato, sia a lei che a Kururi!"

Il messaggio lasciato da Shinra alla segreteria telefonica rese il biondo molto preoccupato.

"Accidenti alle batterie di merda!!! Speriamo non sia grave..." pensò subito, mentre staccava il telefonino dalla carica e si rinfilava le scarpe per uscire di casa.

Era già buio e tirava vento, l'autunno iniziava a farsi sentire.

In un batter d'occhio giunse all'ospedale, e dalla reception lo spedirono direttamente al reparto di rianimazione.

Dato che comunque era orario di visita, il portone era aperto e Shizuo inforcò il lungo corridoio, per arrivare direttamente alla camera in cui si trovava la ragazzina.

Di fronte all'entrata vi erano alcune sedie, una delle quali era occupata.

Izaya...

Gambe incavallate, il braccio sinistro come a reggersi lo stomaco, quello destro appoggiato con il gomito sul bracciolo, e la mano che reggeva la testa.

"Cosa diavolo ci fa lui qui?" pensò il giovane, che non si sarebbe mai e poi mai immaginato di poterlo trovare al capezzale di qualcuno.

Era inoltre consapevole che avrebbe dovuto darsi una regolata anche stavolta, di certo non poteva fare casino in un posto come quello.

"Non devo assolutamente cedere ad alcun tipo di provocazione." si disse quindi, deciso.

Ma nell'ultimo periodo aveva già imparato a controllarsi maggiormente.

Se n'era accorto dallo scontro con i figli di Saika e il precedente episodio del vicolo gli aveva dato conferma.

Era maturato.

E aveva riacquistato un po' di fiducia nella sua persona.

Tali erano i pensieri del mostro di Ikebukuro mentre camminava.

Ad un certo punto l'informatore, sentendo dei passi, si voltò improvvisamente e trasalì, assumendo per un secondo un'espressione davvero smarrita.

"Shizu-chan..." pensò, con il cuore in subbuglio.

Non c'era scampo, avrebbe dovuto affrontarlo stavolta.

"Cielo, è proprio vero che le disgrazie non arrivano mai da sole..." esclamò, ironico, con un voltafaccia immediato, cercando di risultare bastardo come al solito ma distogliendo lo sguardo.

Il tono era quasi quello di sempre, ma si vedeva che era impacciato e stanco.

Reprimendo l'impulso di mandarlo subito al Creatore, l'Heiwajima affermò: "Vedo che hai riacquistato il tuo solito fare arrogante... Ringrazia il cielo che siamo dove siamo e non posso ammazzarti!"

Izaya aggrottò lievemente le sopracciglia.

"Come sta?" continuò l'altro avvicinandosi al rivale, il quale si irrigidì un poco, ma rispose lo stesso con ostentata calma:

"L'operazione sembra essere andata bene e adesso la stanno medicando. La pallottola non ha colpito nessun organo vitale. Se la caverà, ma ha perso diverso sangue."

Il biondo rimase in silenzio, pensieroso, lo sguardo basso.

L'Orihara lo osservò di sottecchi.

BREAKDOWN | by LavrielWhere stories live. Discover now