Trentesimo Capitolo

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SHINJUKU, STESSA SERA, NEL VICOLO.

"Guarda... Non... Non mi sembra davvero il caso adesso... Di perderci in discorsi complicati." mormorò l'informatore, impacciato, chinando la testa e facendo per allontanarsi dalla stretta di Shizuo, il quale tuttavia, lo bloccò subito.

"Izaya... Tu hai agito a tal modo per evitare di coinvolgere noi, non è così?" gli domandò poi a bruciapelo, tenendolo saldamente per le braccia.

Quest'ultimo trasalì.

Era vero ciò che affermava il compagno ma per lui rimaneva sempre così difficile ed imbarazzante esprimere a parole i propri sentimenti... Il giovane, a disagio, si morse un labbro e rimase in silenzio, incapace di aprir bocca e confessare.

"Pulce... Ho indovinato?" insistette l'altro, nel frattempo, sollevandogli delicatamente il viso ed incorniciandoglielo fra i palmi delle mani.

Egli trasalì di nuovo e tirò un profondo sospiro.

Osservò per una manciata di secondi il ragazzo di fronte a sé: vestito casual, jeans e felpa, sotto cui indossava una t-shirt, la pelle chiara illuminata dai raggi della luna, i quali, lo inondavano, in tralice, oltrepassando la sommità di un muro scalcinato e penetrando fino in fondo a quel grottesco angolo di vicolo... Gli occhi dorati, sinceri ed espressivi, che riuscivano comunque a risaltare in tutto quel candore... Ed infine i capelli biondi, lucidissimi, riflettenti in alcune ciocche l'argenteo bagliore del suddetto astro, rimanendone a tal modo impregnati, come se l'invisibile pennello d'un esperto artista avesse contribuito alla fusione di entrambi i colori.

Era talmente bello, visto così, che sembrava tutto fuorché...

Izaya sospirò ancora, mesto, e consapevole.

"Tu... Voi... Non siete come me." sussurrò, facendo per chinare di nuovo la testa.

"Ha? Che stai dicendo?" gli domandò l'Heiwajima, confuso, allentando un poco la presa.

"Ascoltami..." riprese il brunetto, allontanando dal proprio volto le mani di quest'ultimo.

"Stavolta non si tratta di una scaramuccia. Quello non è un normale criminale... E' una bestia assetata di sangue." seguitò poi, il volto grave nella semioscurità.

"Beh... E lo dici a me? Sono o non sono il Mostro di Ikebukuro?" replicò il compagno, ora sorridendo e scostandogli i capelli dalla fronte.

L'informatore sollevò le palpebre, sorridendogli a sua volta, ma tristemente.

"Shizu-chan... In questa città c'è un mostro, è vero. Anzi... Ce ne sono due." replicò, con voce bassa.

"Il primo è Shinichi..." seguitò, sospirando per l'ennesima volta.

Ma l'altro... Non sei tu." dichiarò, conciso, scuotendo lentamente la testa e continuando a sorridere, mesto.

L'Heiwajima sgranò gli occhi a dismisura, basito, e conscio del fatto che il ragazzo, ovviamente, in quella specie di confessione, stava senza dubbio riferendosi a sé stesso.

"Pulce... Ma cosa..." mormorò, di nuovo confuso, osservandolo, e non sapendo bene come reagire.

"Tu non sei un mostro. Sei solo uno stupido orso brontolone e combina guai." riprese allora lui, distogliendo lo sguardo, impacciato.

Shizuo, incredulo, rimase qualche secondo immobile ed in silenzio, con queste ultime parole a ronzargli ritmicamente nel cervello, come una dolce ed ipnotica melodia.

Aveva sempre sperato di sentirle da qualcuno.

All'improvviso si sentì pervaso da un incredibile formicolio, che a poco a poco, dal petto iniziò ad espandersi, veloce, ad ogni cellula del suo corpo, ed un'inebriante percezione di leggerezza lo investì appieno, facendogli dimenticare persino il vicolino sporco e maleodorante in cui si trovavano... Egli non era del tutto sicuro, ma quella meravigliosa sensazione dalla quale si sentiva avvolto... Assomigliava moltissimo alla felicità.

BREAKDOWN | by LavrielDove le storie prendono vita. Scoprilo ora