Trentaseiesimo Capitolo

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UNA SETTIMANA DOPO, ANCORA IN OSPEDALE.

Shizuo sospirò.

Si sporse silenziosamente verso il ragazzo di fronte a lui, rannicchiato in posizione fetale sotto le lenzuola, e puntellandosi sul materasso con una mano, gli sfiorò la fronte con l'altra, in modo delicato, lasciando poi scorrere le dita fra i morbidi e lucidi capelli corvini, nel mentre sorrideva, affettuoso.

Infine Izaya era riuscito ad addormentarsi, per fortuna.

Gli ultimi giorni si erano rivelati piuttosto faticosi... In televisione avevano trasmesso per intero tutto il processo relativo alla confessione di Nevan ed alla conseguente condanna del suddetto e dei suoi soci... Molte teste quindi erano cadute, Tokyo aveva subito una vera e propria rivoluzione.

L'informatore non aveva voluto sentire ragioni.

Cipiglio altero e sorrisetto malefico stampato sul volto, aveva espresso senza indugio il desiderio di seguire il caso da cima a fondo, godendo appieno delle severe parole dei giudici quando questi avevano pronunciato la parola "Ergastolo".

Il dottor Kobayashi aveva acconsentito, sostenendo la teoria che una partecipazione sebbene parziale al processo sarebbe servita al ragazzo per poter definitivamente iniziare a gettarsi alle spalle tutta la vicenda, anche se i sintomi dell'ansia e della depressione all'inizio avrebbero potuto riaggravarsi un poco, a causa del vedersi ancora davanti agli occhi il proprio nemico.

Ed in effetti così era stato.

Shizuo sospirò di nuovo e si sedette sulla sedia di fronte al letto in cui riposava il compagno, accavallando le gambe ed osservandolo riposare nella penombra silenziosa della stanza.

"Ahhh... Pulce..." mormorò poi, preoccupato, massaggiandosi le palpebre socchiuse sotto la fronte corrugata e gravata dai pensieri.

Nonostante fosse ben consapevole della pesantezza della situazione, continuava tuttavia a temere il modo in cui l'Orihara insisteva nel lasciarsi sopraffare dal malessere ed avrebbe fatto qualsiasi cosa per poter alleviare anche di poco la realtà del meschino inferno personale che egli, nonostante i progressi, seguitava a portarsi appresso.

Nondimeno, era pure merito suo se il ragazzo, col passare del tempo, era riuscito a cambiare tanto... Si era persino confidato con lui riguardo l'insicurezza relativa alla propria inesperienza, fatto ritenuto assolutamente impensabile solo fino a pochi mesi prima.

L'Heiwajima, ricordando la conversazione, avvertì di colpo un forte brivido lascivo risalirgli lungo la colonna vertebrale... L'informatore non poteva certo saperlo, ma la confessione di qualche giorno addietro aveva scatenato del tutto la sua fervida fantasia, ed anche i suoi mal celati desideri sessuali.

Essere a conoscenza del fatto che il compagno, violenze a parte, non avesse permesso più a nessuno di toccarlo in un certo modo lo eccitava da matti, facendolo sentire come una sorta di esploratore in procinto di perlustrare un territorio vergine mai attraversato prima.

"Ahhh... Dannazione!" sibilò all'improvviso il giovane, stizzito, passandosi con rabbia una mano fra i capelli e sospirando per l'ennesima volta.

L'irrazionale voglia di possedere Izaya in ogni possibile, indecente posizione cozzava e strideva, impietosa, con la realtà di quel letto d'ospedale e di quella clinica psichiatrica.

Tuttavia egli sarebbe stato dimesso fra un paio di settimane... Inutile, a detta del dottor Kobayashi, continuare a tenerlo segregato ora che il suo aggressore era stato sbattuto in galera una volta per tutte.

"Ma poi... Cosa accadrà?" pensò quindi Shizuo, facendo per alzarsi e frugandosi in tasca alla ricerca delle sigarette, mentre nel frattempo tirava un'ultima occhiata al brunetto.

BREAKDOWN | by LavrielМесто, где живут истории. Откройте их для себя