Dodicesimo Capitolo

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Dobbiamo parlare...

L'Orihara rimase confuso da tali parole, era convinto che Shizuo non avrebbe più voluto avere niente a che fare con lui.

E invece...

Osservò dunque incupito il ragazzo innanzi a sé, distante un paio di metri: aveva un qualcosa di diverso.

Innanzitutto non indossava il ridicolo completo da barista, ma una tuta blu scuro, che ne esaltava la figura slanciata.

La felpa con la zip era aperta fin quasi a metà busto, lasciando intravedere quella che doveva essere una t-shirt bianca, e non portava nemmeno gli occhiali da sole.

Con capelli al vento e scarpe sportive in mano nessuno avrebbe mai potuto affermare di avere davanti il mostro di Ikebukuro in carne ed ossa.

Ma il particolare che risaltava maggiormente era il suo sguardo: era serio... Però... C'era dell'altro.

Izaya lo poteva intuire anche se non riusciva a spiegarlo... Che significava quel viso?

Aveva un brutto presentimento.

"Allora: dato che vuoi PARLARE, intanto potresti cominciare col dirmi come hai fatto a scoprire che ero qui." esclamò, diffidente, incrociando le braccia.

"L'ho capito ripensando alla gita scolastica che facemmo al liceo." iniziò il giovane.

"Il professore di geografia ci voleva far vedere il vulcano, ricordi? Eravamo più classi, c'eri anche tu. Quel giorno fummo entrambi più tranquilli del solito... Quando eravamo sulla spiaggia insieme a Shinra, mi dicesti, ridacchiando, che questo era l'unico posto in grado di infonderti un senso di pace, nonostante la mia presenza." seguitò poi, abbozzando un mezzo sorriso.

L'informatore spalancò gli occhi, non poteva credere che il rivale si ricordasse di un particolare simile, né che potesse fargli un'espressione del genere.

"Shizu-chan, mi stai spaventando! Non pensavo riuscissi sul serio ad utilizzare il poco cervello che hai per far lavorare la tua memoria!" dichiarò, ironico, ma lievemente a disagio.

"Beh... Mi dispiace per te, sono meno stupido di quel che credi!" rispose lui, portandosi le mani sui fianchi.

"Ora... Non esagerare. Ad ogni modo... Perché sei qui?" gli chiese la pulce, rincupendosi ed infilando le sue nelle tasche della giacca.

Una folata di vento più forte delle altre li investì all'improvviso.

"Izaya..." riprese l'Heiwajima, socchiudendo gli occhi e sospirando, intanto che si riavviava i capelli.

"Ascoltami bene." esclamò un attimo dopo, severo, guardandolo fisso in faccia e tornando nella posizione precedente.

"Sono venuto su quest'isola col semplice scopo di riportarti indietro."

Quello lo guardò come se avesse visto un fantasma.

"Pfffff... Ahahahahahah!!! Ti hanno drogato per caso?" gli domandò incredulo, grattandosi la testa ed arretrando di un passo.

"Mi vuoi riportare a Ikebukuro??? Ma se hai sempre detto che non avrei mai dovuto rimetterci piede! Cos'è, ti è venuto il complesso della crocerossina, dopo avermi visto ingoiare le pillole? Tu e il CARO Shinra avete parlato ANCHE di questo? Beh, siete diventati davvero molto intimi nell'ultimo periodo!" continuò poi, sarcastico, chinandosi per raccogliere gli scarponcini e voltandosi per andarsene.

L'altro rimase pensieroso in silenzio, col volto basso, riflettendo sul modo in cui avrebbe potuto convincere quel testardo a seguirlo senza scatenare un putiferio.

BREAKDOWN | by LavrielWhere stories live. Discover now