Ventiduesimo Capitolo

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Can't they see I'm already a ghost
I feel nothing that's what I hate the most.
Don't mean to be afraid of what I intend to do...
It's just a minor passing in the larger world we know.

(Be alone together – Kiethevez)

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"E dunque, alla fine ci siamo incontrati... Informatore."

Tsukumoya Shinichi.

Chi fosse in realtà questa persona Izaya non l'aveva mai scoperto, e sinceramente, fino ad ora, nemmeno gli era mai interessato farlo.

Egli lo considerava alla stregua di un sempai, al quale rivolgersi per le questioni più spinose.

Non avrebbe certo immaginato che dietro quel nome si celasse l'identità di un famoso avvocato e nemmeno che un giorno sarebbe arrivato addirittura a conoscerlo.

L'uomo di fronte a lui era un tipo piuttosto affascinante, alto, sui quarantacinque anni circa, coi capelli brizzolati e gli occhi castano scuro, vestito in modo casual, al fine di passare il più possibile inosservato.

"Ero fuori città e non ho sentito del suicidio in carcere di quel tizio..."

"Beh... Pazienza. Allora... Dobbiamo assolutamente risolvere questo mistero il prima possibile." dichiarò Izaya, con tono professionale, incrociando le braccia al petto.

"Immagino che le Forze dell'Ordine non siano state per niente contente del mio errore." esclamò l'avvocato, mentre si accendeva un sigaro.

"Immagina bene. Al commissariato sono tutti nel panico in questo momento..." affermò l'Orihara, sospirando e passandosi una mano fra i capelli.

"Beh... Era quello che volevo."

L'atmosfera si raggelò all'istante.

Il giovane sollevò di colpo il viso, interdetto.

"Cosa???"

L'uomo sorrise in maniera ambigua e scosse la cenere.

"L'ho fatto di proposito... Informatore. Ho ordinato io all'hacker col quale si è incontrato di inserire le foto nel computer di quel tizio, e di consegnarle poi un file con lo stesso contenuto."

Izaya aggrottò le sopracciglia, improvvisamente confuso ed inquieto.

"Sa... L'espressione che ha sul volto in questo momento è impagabile." continuò l'altro, non scomponendosi di una virgola.

"Cosa diavolo significa tutto ciò, Shinichi?" gli domandò allora il giovane, guardingo, portandosi alla mano uno dei suoi flickblades.

"Significa che avevo bisogno di un capro espiatorio per sviare le indagini e coprire ancora per un po' le mie malefatte, tutto qui." asserì questi, completamente a suo agio, continuando a fumare.

Le mie malefatte...

L'Orihara sgranò gli occhi.

"Non posso crederci..." mormorò, attonito, iniziando sul serio a spaventarsi.

"L'assassino... E' lei???" sbottò, costernato, mentre sollevava di scatto il coltello, puntandoglielo contro, ed indietreggiava qualche passo.

L'avvocato lo ignorò, cominciando ad osservarlo in maniera maliziosa ed omettendo volontariamente una risposta la quale, tuttavia, iniziava già a mostrarsi ovvia.

"Beh... Devo dire che sei molto cresciuto in questi anni, informatore." asserì un attimo dopo, aspirando dal sigaro ed iniziando a dargli del tu.

BREAKDOWN | by LavrielWhere stories live. Discover now