Diciottesimo Capitolo

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Tutto nella mia tragedia è stato orribile,
mediocre, repellente, senza stile.
Il nostro stesso abito ci rende grotteschi.
Noi siamo i pagliacci del dolore.
Siamo i clown dal cuore spezzato.

(Oscar Wilde)

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KAWAGOE HIGHWAY, DUE GIORNI DOPO, CASA KISHITANI.

POMERIGGIO INOLTRATO.

"E' accaduto qualcosa fra voi ragazzi per caso?" domandò Shinra, intanto che versava il tè nelle tazze.

"Noi... Diciamo che... Abbiamo avuto una piccola divergenza d'opinioni." gli rispose Shizuo, afferrando un cucchiaino e grattandosi la testa, leggermente a disagio.

"Non vi sarete mica presi ancora a botte? Izaya ora ha bisogno di starsene tranquillo, è un momento estremamente delicato, lo sai! E purtroppo non vuole vedere nessuno psichiatra... Sono passato da lui anche oggi durante la pausa pranzo e l'ho trovato molto pallido. Temo possa aver avuto un altro dei suoi incubi e la cosa mi preoccupa." affermò il medico, aggrottando le sopracciglia.

Il biondo, a quelle parole, provò di nuovo un forte senso di colpa.

"Il tuo assenteismo comunque di sicuro non gli giova." riprese l'altro, all'improvviso, osservando l'amico di sottecchi.

"Oh non credo sarebbe tanto felice di vedermi, te lo posso assicurare!" esclamò questi, sospirando e posando la tazza vuota sul tavolino.

"Ma figuriamoci! Pensi ancora che me la beva la storia che vi odiate?"

"Shi... Shinra! Che... Che stai dicendo??"

Egli scoppiò a ridere divertito.

"Suvvia, non sono mica nato ieri! Comunque, ad ogni modo, penso che dovresti riprovare a parlarci... Un chiarimento farebbe bene sia a te che a lui. Soprattutto a lui." terminò subito dopo.

Celty, che non sapeva tutti i dettagli dell'intera vicenda e fino ad ora era rimasta seduta di fronte ai due ragazzi, in silenzio, digitò tuttavia sul suo Ipad un "Sono d'accordo" e lo mostrò a Shizuo, il quale, imbarazzato, distolse lo sguardo da entrambi.

"Voi... Lo pensate davvero?" domandò poi, accendendosi una sigaretta.

"Certo che sì! Credo che in questo momento tu sia l'unica persona con cui quel testardo stia iniziando per davvero a creare un legame sano e anche piuttosto stabile. Io posso cercare di rimanergli vicino, ma non è la stessa cosa." dichiarò il dottore, col suo tono pacato.

L'Heiwajima rifletté in silenzio per qualche secondo, poi con uno scatto veloce spense il mozzicone nel posacenere.

"D'accordo, vado a parlargli." esclamò convinto, alzandosi dal divano.

NELLO STESSO MOMENTO, DIPARTIMENTO DI POLIZIA.

La luce del neon vibrava a scatti, quasi stesse per fulminarsi.

Vi era odore di rancido in quello stanzino, e di sigarette, ma nessuna finestra da poter spalancare.

Le pareti, piuttosto sporche, in alcuni punti erano persino scalcinate.

Sembrava lo sgabuzzino delle case che a volte si vedono nei filmetti horror di serie b.

Izaya sospirò, tirando all'uomo ammanettato, sedutosi di fronte dall'altra parte del tavolo, un'occhiata sprezzante, carica d'odio, ed affilata al pari delle sue lame.

Se fosse mai stato possibile uccidere qualcuno con lo sguardo, beh... Lui di sicuro in quel momento ci sarebbe riuscito.

"Non è possibile... Sei... Sei proprio tu!" esclamò il tizio, scioccato, intanto che un lampo di panico gli baluginava negli occhi scuri.

BREAKDOWN | by LavrielTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang