Breathe

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Non so come potrò continuare in questo modo

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Non so come potrò continuare in questo modo.
Resto immobile. Lentamente i miei occhi si svuotano da ogni espressione. Il mio sguardo esprime solo terrore. Essi gridano ed urlano allo stesso tempo. Sento il petto opprimersi, il respiro affannoso, non riesco a concentrarmi nemmeno a parlare. La gola è secca. Ho la sensazione di star per crollare. Il cuore sembra per esplodere come una bomba. La pelle si impallidisce. Tutti continuano a fare ciò che stavano facendo. Nessuno si è accorto di me . Sto male. Mi metto in ginocchio, raccolgo a fatica il cibo caduto a terra, le mani continuano a tremare spero solo di poter reggere il vassoio fino al tavolo. Cammino velocemente quasi come voler scappare da tutto. Mi siedo,respiro troppo in fretta. Devo calmarmi. Un soldato inizia a parlare. È lui. La sua voce forte e sicura è come se rassicurasse il mio cuore.
-"Ecco il programma di domani. "-dice
-"Alle 5:40 ci troveremo nel campo di allenamento. Puntuali! Alle 7:00 farete colazione. Verso le 9:00 i più piccoli andranno a lezione mentre gli altri verranno accompagnati in una sala a parte. Alle 12:10 pranzerete. Dalle 14:00 alle 18:00 del pomeriggio allenamento. Concluderemo la giornata con la cena delle 20:00. Il coprifuoco è previsto per le ore 23:00. Questo è tutto! Vi auguro una buona permanenza! "
Parla velocemente e con una sicurezza spaventosa. Nemmeno me ne accorgo. Ho smesso di tremare. Una mano si appoggia sulla mia spalla, sobbalzo.
-"Che succede amico? "-
-"Niente"- rispondo abbassando lo sguardo.
-"Chi siete? "-
-" Siamo nella stanza accanto alla tua! Possiamo sederci? "-
-"Certo "- rispondo
Fin da bambino ho riscontrato questo problema. Non riesco a farmi toccare dalle persone. Se qualcuno solamente mi sfiora, inizio a tremare. È una rara malattia conseguente ad un trauma.

Mio padre non mi ha mai accettato, benché meno ora. Sono sempre stato il suo giocattolo, la sua valvola di sfogo. Sono solo un nome piuttosto che una persona per lui.
HAPHEPHOBIA si è manifestata a 10 anni. Dopo una notte ( la peggiore fra tutte) passata a lottare per la mia stessa vita, sentendo il sangue caldo gocciolare sul pavimento. Il petto ha iniziato ad opprimersi, poi il nero avvolge i miei ricordi.
Scegliatomi in ospedale, ho visto mamma piangere. Le sue lacrime rigavavno il suo bellissimo viso. Questa ovviamente è solo una parte del mio passato che racconterò più avanti.
Il pezzo di pane che mi si era incastrato nella gola, mi risveglia dai miei pensieri. La mensa è più affollata di prima. Esco per primo. Non sopporto il rumore delle sedie che strisciano sul pavimento e nemmeno le posate che sbattono sui vassoi.
-"Vado in camera mia!- dico
-"Resta ancora un po!!"-
-"Ho mal di testa, vado a sdrairami. "-
-"Va bene, allora riposa. A domani notte!"-
-"Notte"-
Mentre il resto dei miei compagni è ancora alla mensa, mi cambio e mi distendo sul letto. È bellissimo.
La luna illumina la stanza, sento le palpebre inumidursi e appesantirsi.

Sono le 3.50 , sono già sveglio. I miei compagni russano come maiali.
Esco dalla stanza e mi preparo per gli allenamenti.

Haphephobia  ◆ Tematica Omosessuale ◆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora