Love, love, love.

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A partire da oggi avremmo una settimana di riposo

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A partire da oggi avremmo una settimana di riposo.
Durante il viaggio in macchina,il silenzio sembra vincere così decido di spezzarlo , non sopportandolo più.
-"Scusa vorrei chiederti una cosa,ma se non vuoi dirmelo o non te la senti non fa niente."-
-"Dimmi"-
-" Se i tuoi genitori sono.... Beh.... Sai.."-
Non riuscivo a concludere la frase. Mille emozioni, paure, pensieri attanagliarono la mia mente.
-"Sono mo-orti a Boston come mai sono seppelliti qui?"-
-" Era questo"- sorride sembra sollevato. Nei suoi occhi vede una luce che è emersa solamente una volta , già è successo, ho visto quella piccola luce scintillare.
Fu la prima volta che la vidi. Stavamo facendo l'amore nella tenda. Non si stava prendendo gioco di me, come disse a quel tempo. Lo sentivo, lui era lì con me, i nostri respiri si intrecciavano.
-" Hanno sempre voluto venire a vivere ad Orange , dovresti saperlo visto che hai letto la mia agenda"- alza un sopracciglio, ed io inizio ad imbronciarmi.
-"Così quando mi sono arruolato proprio qui, ho deciso di lasciarli andare in queste terre che tanto desideravano abitare."-
-"Oh.."-
Mi scompigliò i capelli.
Accende la musica.
Una canzoncina di Natale viene avviata in radio.

-" Dove stiamo andando?"-
-" A casa mia."-
-" Hai un appartamento?"-
-" Certo"- risponde malizioso.

*******

Arriviamo davanti all'edificio e saliamo.
Una palazzina di circa venti appartamenti si innalza. È molto alto. Quest'ultimo è circondato da delle vetrate stupende.
Il bianco ricopre le pareti.
Noto alcuni graffiti sulla parte esterna dell'entrata. Rappresentano due ali avvolte da una fenice. È stupendo.
Aaron sfila dalla tasca dei jeans le chiavi e apre la porta , spostandosi lateralmente per permettermi l'accesso.
È molto moderno. Le pareti sono bianche e nere.
I mobili sono piccoli ed eleganti.
Il pavimento è ricoperto da un tessuto chiamato moquette.
Tolgo le scarpe come mi ha insegnato mamma.
-" Che educati che siamo"-
Scoppio a ridere. Tirandogli una piccola gomitata sul fianco mentre lui finse un dolore allucinante.
-"Beh grazie capitano"-
-" Accomodati scemo"-
-"Come stai?"- chiedo sussurrando vicino al suo orecchio.
-"Meglio"-
-"Lo sai che potrai sempre parlare con me vero? Se qualcosa ti turba io sono qui Aaron. Ci sarò sempre"-
Si avvicina portando le mani sui miei fianchi appoggiando la fronte sulla mia. Occhi contro occhi.
Lascia un piccolo bacio sulla fronte ed io in punta di piedi mi alzo quanto basta per avvolgere il suo collo con le braccia attirandolo verso di me.
Il cuore perde un battito. Batte più veloce. Sembra esplodere.
-" Vuoi una tazza di the nero?"-
-" Sai pure cucinare ora? "-
Lo stuzzico leggermente.
Mi pizzica il sedere ed io lo guardo storto.
Gli faccio una pernacchia e sorride entrando in cucina prendendo una bustina dal cassetto.
-" Comunque era un si"- grido dall' altra stanza.

Il profumo invade la stanza.
L'aroma si espande.
Con un grembiule allacciato al bacino appoggia due tazze al tavolino del salotto.
Trattengo una risata comprendo la bocca con la mano.
-"Che hai da ridere tu?"-
-" Oddio... È che... Hai indossato un grembiule solo per preparare un the?"- scoppia definitamente a ridere.
-"Moccioso...."-
Saltò letteralmente su di me, iniziando a strofinare il suo corpo sul mio, solleticandomi i fianchi.
-"Aaron..... No... Fermati..."- ridevo come non facevo da tempo ormai.
Prima che qualcosa la sotto potesse iniziare a muoversi me lo scansai velocemente da sopra di me.
-" Sei un idiota"- misi su un broncio a dir poco adorabile.
Afferrò le tazze e me ne pose una.
Erano così buffe.
Una rappresentava il villaggio dei Puffi e l'altra è ricoperta da animali immaginari della Disney. Cercai di non ridere anche per quello altrimenti sarebbe stata la mia fine. Avreste letto " Branden morto a causa del troppo solletico".
Sorseggiai la bevanda.
-" Senti spesso la mancanza dei tuoi genitori?"- chiesi
-" Certo ogni giorno. Ma pian piano il dolore sta scomparendo. Ovvio non del tutto perché  è impossibile cancellarlo ma si sta alleviando."-
Annuí.
-" Raccontami qualcosa di te"- Aaron mi spiazzò con quella domanda . Non penso di essere stato pronto. Forse perché non me l'aspettavo.
-" Beh sai già come mi chiamo, da dove vengo...."-
-" Dove abitano i tuoi genitori?"-
La luce nei miei occhi si spense. Cominciai a torturarmi le mani.
-" Mamma abita a Little Village. Nove ore di distanza da qua. Mi ha sempre sostenuto."-
-" Tuo padre?"-
-"Per me lui non esiste da un po' di anni."-
-" Posso chiedere il perché ?"-
-" È una storia lunga"-
-" Ho tutto il tempo. Hai promesso che mi avresti sempre ascoltato ora prometto a te la stessa cosa."-
-"Quell'uomo si ubriacava."- cercai di mantenere un tono fermo e distaccato ma le mie mani mi fregarono. Iniziarono a tremare. Lui le prese tra le sue.
-"Picchiava mamma... E.... M-me"
-" Puoi fermarti se non te la senti"- aumentò la stretta delle sue mani sulle mie.
Scossi la testa.
Avevo bisogno di liberarmi. Alleviare il peso.
-" Mi violentava non solo fisicamente"-
Si irrigidì.
Mi accolse tra le sue braccia.
Era come se avesse capito tutto senza che io potessi finire.
-" È da qui che è nata haphephobia"-
Lo amo così tanto.
Appoggio la testa sul suo petto chiudendo gli occhi.
Afferro la sua maglietta tra le mie dita.
-" Non lasciarmi"- sussurrai.
-" Mai"-
Con le sue dita solleva lievemente la mia testa, annullando la distanza tra le nostre labbra. Erano dolci e leggermente screpolate. I suoi occhi incontrarono il mio mix.
-" Cosa farai con Rosy?"-
-" Ci ho già pensato. La lascerò. Le voglio bene stiamo insieme da due anni, ma non provo più gli stessi sentimenti. Non è più amore."-
Annuisco chiudendo gli occhi. Pochi minuti dopo sento delle braccia allungarsi su di me, afferandomi e appoggiarmi  sul letto.
Mi ero addormentato.
Sentii delle labbra sul mio orecchio e sussurararmi un Ti amo.
Anche io. Avrei voluto rispondere se non fossi caduto nel mondo dei sogni. Anche se ero certo di poterlo incontrare anche lì.

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Haphephobia  ◆ Tematica Omosessuale ◆Where stories live. Discover now