Una strana malattia.
Una strana malattia che percorre la stessa strada di Branden.
Una malattia che non lascia sfiorare lo strato superficiale della pelle che avvolge il suo corpo.
Un obbligo a cui non potrà sottrarsi, un orientamento sessuale ch...
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Siamo arrivati. Scendo. Non so cosa sia successo perché il sonno ha preso il soparavento. L'accademia si riaccende. Ci hanno comunicato che domattina avremo un nuovo compagno. Ho una strana sensazione.
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-"Lo avete visto?"- -"Si chiama Alex viene da Londra."- Sono confuso. -"Eccolo"- Si avvicina. Sempre di più. -"Ci rincontriamo Branden."- Cos'è quel sorriso malizioso? Non può essere davvero lui. -"Ci vedremo presto "- Le gambe tremano. È lui. Né sono sicuro. Era un sabato sera. Periodo di merda. Esco con in miei amici e andiamo in un bar nella zona. La musica era alta. Verso un bicchiere di vodka. Io non bevo mai, eppure quella sera volevo sfogarmi. Arriva un ragazzo alto e bello. Si avvicina lentamente. Mi passa un mano fra i capelli. L'ho lasciato fare. Iniziamo a filtrare , colpa dell'alcool. Mi chiede di seguirlo con un sorriso malizioso. Non avevo detto niente ai miei amici. Mi sbatte contro il muro in modo aggressivo. Inizia a baciarmi con foga. Passa la sua mano sul mio corpo, ci stavo. Haphephobia era scomparsa momentaneamente grazie o per colpa dell'alcool. Inizia a sbottonarmi la camicia, mi bacia il collo, in un momento di lucidità cerco di allontanarlo. Non ci riesco. Continua in modo più aggressivo. Mi strattonava. Gridavo, cercando di attirare l'attenzione di qualche passante. Nessuno sapeva dov'ero. Cercavo di dimenarmi sotto la sua forza. Mi sbatte al muro. Avevo paura. Mi fece sdraiare a terra. Tremavo. L'asfalto era freddo. Mi sfila I pantaloni e le mutande, facendo lo stesso su lui. Alza le mie gambe e se le appoggia sulle spalle. Provo a divincolarmi. Il suo membro entró in me. Non provavo più niente . Solo dolore. Continuava a penetrarmi. A opera conclusa mi lasció li. Disteso. Soddisfatto.
Cerco di riprendermi da quei ricordi. La paura mi assale. Mi aggrappo ad una colonna. Ho le vertiggini. Non voglio affrontarlo. Né ora né mai. -"Aaron lui è Alex"- -"Ciao"-
