First mission

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Entriamo all'accademia insieme

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Entriamo all'accademia insieme.
Avrei voluto affiancarlo, ma riuscivo solo a camminargli dietro.
Avevo paura che qualcuno potesse notare qualcosa.

Aaron a testa alta salutava i suoi compagni mentre io facevo lo stesso.

Agli allenamenti ero più distratto del solito.
Pensavo solamente a lui. Ero schiavo dei suoi occhi, del suo corpo.
Ogni tanto lui passava per osservare come procedevano gli esercizi.
Avevamo simulato molti combattimenti. Ormai eravamo pronti per affrontare i "cattivi".

-"Fermatevi un attimo"- arrivó Steven.
Ci fermiamo mettendoci sull'attenti.
-"Riposo"-
-"Ho notato che alcuni di voi sono migliorati molto dalla prima volta.
Oggi sono qui per comunicarvi una missione"- si ferma per qualche secondo.
Lo sguardo di Aaron era perso e freddo.
Steven riprese a parlare.
-"Domani alle 5.30 del mattino alcuni di voi partiranno per Bronx. A quest'ultima sono associati immagini di povertà e violenza. Dovete fermare l'attività di un'associazione clandestina . Alla base di questa missione c'è la sicurezza, perciò dovremmo aiutare la popolazione civile del luogo. Se per qualche motivo fosse minacciata la sicurezza dello stato, ci sarà un immediato ritiro delle truppe estere. Cioè noi, per consentire la massima capacità operativa dell'esercito dello Stato principale.
Coloro che vi parteciperanno sono Jason, Mark, Landon, Ciak e Branden seguiti dal sottoscritto"-
Una strana sensazione mi invase. Paura? Agitazione? Eccitazione? Adrenalina?
Amo vivere gli inizi, mai i finali, non sai cosa potrà succedere.

Gli occhi trasparenti di Aaron vennero mischiati da un altro sentimento. La paura.
L'ho sempre visto forte, coraggioso, ma ora sembra consumarsi dentro.

-"Vengo con voi"- più che una richiesta sembrava un ordine.
-"No, Aaron. Resti qui stavolta."-
-"Perché?"- si stava agitando. Tenne comunque un tono fermo.
-"Sei troppo orgoglioso, troppo imprudente. Questa missione richiede finezza e accuratezza , non puoi fare di testa tua, come al solito."-
-"Non lo farò"- sembrava supplicarlo.
-"Ho detto di no. La mia decisione è irrimovibile."-
-"Per favore"- .
Lo vedevo così fragile . É normale guardarlo e volerlo con me per tutta la vita?

Steven ci pensò un attimo, scorgendo anche lui qualcosa di diverso nel suo sguardo.
-"Acconsento, ma guai a te se non seguirai i miei ordini"-
-"Va bene"-
-"Potete ritirarvi."-

La pioggia iniziò a scendere lentamente per poi aumentare l'intensità.
Aaron rimase lì. Fermo , impassibile. Tutti rientrarono.
Io mi avvicinai a lui.
-"Che succede?"-
-"Niente"-
Non riusciva a sostenere il mio sguardo.
-"Vado a cambiarmi"- cercò di sorridere.
Afferrai l'estremità della sua maglietta per fermarlo.
-"Mangiamo qualcosa insieme dopo?"-
-"No, scusa non ho molto appetito"-
Se ne andò.
Qualcosa lo turbava. Lo sapevo. Lo percepivo.
Era tutto così incasinato pieno di complessi.

Dopo aver pranzato da solo, aver svolto gli allenamenti pomeridiani e cenato, raggiunsi la sua camera.
Ci ero stato una volta solamente.
Bussai.
La porta era aperta, quindi entrai.
Il vento scompigliò i miei capelli. Le tende ondeggiavano in alto per poi ricadere.
Dov'era?
Vidi qualcuno fuori. Mi avvicinai.
-"Cosa fai qui?"- chiesi.
Sobbalzò.
-"Cazzo Branden che spavento"- disse mettendosi una mano sul petto.
Iniziai a ridere.
-"Ti diverte tanto?"- sbuffò.
Lo raggiunsi.
-"Impara a chiudere la porta, se non vuoi che qualcuno di porti via durante la notte"-
Alzó su sopracciglio e si passò una mano sulla fronte.
-"Allora che succede?"-
La luna stava diventando una sfumatura di bianco.
Prese un respiro profondo.
-"Ho paura. Non riesco a distrarmi da te. Non voglio che tu venga in missione."-
-"Oh,era questo"- sorrisi, baciandolo delicatamente. Faceva male la mancanza di un suo sorriso.
-"Ho paura che qualcosa possa andare male. Ho una strana sensazione all'altezza del petto"- sussurra tra le mie labbra.
Mi poggiai tra le sue gambe. La testa sul suo petto. La coperta che avvolgeva solo lui ora avvolge anche me. Siamo sopra al tetto. La sua stanza è collegata ad esso.
-"Voglio solo dirti di non avere paura che qualcosa possa andare male. Dobbiamo vivere le cose a pieno. Cerca di rendere le cose più belle di come immaginiamo. Non dobbiamo avere sempre paura, che quest'ultima rovini qualcosa. È normale avere paura, paura di rischiare , ma senza provarci resta solo una vita da buttare , no?"-
Gli sorrisi. Avevo gli occhi lucidi.
Se ne accorse. Baciò prima un occhio poi l'altro. Inizó a stuzzicarmi il collo. Adoro quando lo fa.
Accenna a quel sorriso.
Quel sorriso che annulla il  caos nella mia testa.
-"Non ti dovrai allontanare da me,capito? È un ordine."-
-"Signor si, capitano"- scoppiamo a ridere entrambi.
-"Perché non permetti alle persone di vedere il buono che c'è in te?"- quella domanda era più un pensiero, ma si tradusse in domanda.
-"Perché quando la gente vede delle buone azioni si aspetta che quella persona sia così. Ed io non voglio essere all'altezza delle aspettative di nessuno"- ( cit. Vampire diaries)
Rispose strofinando il suo naso sul mio.
-"Entriamo?"
-"Vorrei guardare un altro po' le stelle. Possiamo?"- chiesi timidamente.
-"Le stelle più belle dell'universo sono dentro ai tuoi occhi"-
Arrossisco nascondendo il viso nel suo collo. Lo strinsi più forte guardando quel cielo immenso mescolato alle stelle che illuminano i nostri corpi.

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