Where are you?

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Pov Branden

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Pov Branden

Continuai a sparare.
Paura, adrenalina e eccitazione.

La missione giungeva al termine, a poco a poco quei bastardi cadevano a terra.

Uno sparo, poi un altro ancora infine un susseguirsi di colpi rieccheggiarono alle orecchie,poi il silenzio.

Erano stati fermati.

-"Fermi!"- ordinò Steven.

Si avvicinò ai corpi a terra, misurando il battito cardiaco. Erano morti.

La squadra di Darren ci raggiunse, ma all'appello mancarono sia Chandler che Ciak.
-"Dov'è Ciak?"- chiesi con un lieve timore.
Tutti i presenti iniziarono ad agitarsi.
Iniziammo a cercare ovunque.
Tremavo.
Non poteva essergli successo nulla. No, non volevo.
Mi accasciai a terra prendendo la testa fra le mani.
-"Lo troveremo"- mi abbracciò da dietro Aaron.

Pov Chandler

Il piano stava proseguendo alla perfezione.
Chissà se Aaron se la sarebbe cavata.
È cresciuto tantissimo dall'ultima volta.
Bello e sexy.

Stavamo scendendo le scale per porre soccorso all'altra squadra quando intravisi due uomini con in spalla un ragazzino.
Mi sembrava di riconoscerlo.
Aveva una brutta ferita alla tempia.
Cazzo.
Era il ragazzo della sigaretta.
Dove lo avrebbero portato?

Iniziai a scendere a due a due i gradini che portavano al piano inferiore. Uscii di corsa scavalcando il cancello, vidi una macchina laccata di nero sfrecciare via.

Presi le chiavi della macchina di Darren e iniziai l'inseguimento.
Sorpassai alcune auto.
L'auto nera sfrecciò ad un semaforo rosso.
-"Cazzo!"-
Dovetti frenare.
Inizia a pompare sull'acceleratore e quando fu di nuovo verde , le gomme stridarono sull'asfalto. Non lo vedevo più.
-"Cazzo!Cazzo!Cazzo!"-
Osservai attorno.
C'era solo solamente un unica possibilità.
Andare alla cieca.

Un vicolo abbastanza piccolo e poco illuminato attirò la mia attenzione.
Svoltai a sinistra percorrendo la strada sterrata.
Un edificio che sembrava un vecchio centro commerciale era posizionato a pochi chilometri di distanza.
Rallentai e accostai,abbassando i fari.
-"Eccolo!"-
Lo portarono all'interno, era ancora mezzo addormentato.
Non gliela avrei fatta passare liscia. La sua prima missione e già....

Sentii uno sparo.

Saltai fuori dalla macchina,  presi la pistola ed entrai nell'edificio. Era stata una mossa troppo azzardata. Dovevo chiamare qualcuno.
Presi il telefono inviai un messaggio ad Aaron

Io: Al vecchio  stabilimento commerciale in via 0098.

Avevo ancora il suo numero.

Ciak era legato su una sedia. I polsi stretti in due fasce. Il corpo quasi del tutto scoperto.

Iniziarono a gettargli delle secchiate d'acqua.
Lo frustarono al petto, poi lungo le cosce.
-"Chi siete?"- urlò qualcuno.
Non rispose.
-"Parla!"-
Lo schiaffeggiò.
-"Vuoi morire?"-
Silenzio.
Lo strattonò per i capelli, leccandogli la guancia.
-"Proviamo così"- sussurrò.
Iniziò  a sfiorare ogni centimetro del suo corpo. Violandolo. Sentii un singhiozzo.
Strinsi i pugni lungo i fianchi.

Pov Ciak

Bruciava.
Il dolore entrava nel corpo, scendeva nelle vene.
Uno schiaffo, un pugno, molte frustrate.
-"Parla!"- urlò.
Iniziai ad avere paura.
Tirò i miei capelli all'indietro costringendomi a guardare i suoi occhi. Grigi, non li avrei piu dimenticati. Erano spenti ed accecati dalla rabbia.
-"Proviamo così"- sussurrò prima di passare la lingua sulla mia guancia. Ero disgustato.
Sfiorò ogni parte di me.
Mi sentivo sporco.
-"Mi ecciti"- sussurrò ancora.
Quando con le dita andò a segnare il contorno dei boxer iniziai ad avere davvero paura.
Estrasse un coltello.

Ho sempre giocato con i miei demoni, loro hanno fatto il bagno nel mio sangue, ma io non volevo annegare con loro.
Ero patetico.

Iniziai a dimenarmi.
Sputai in faccia a quel ragazzo.
Intrecciò le sue dita a miei capelli strattonandoli ancora di più.
Fece scivolare la lama fredda e pungente sul mio collo, premette, iniziai a sanguinare. Sarei morto.

Ripensai alla mamma che quando ero piccolo mi preparava i biscotti senza lievito perché sapeva che ne ero allergico.
A quella madre che mi voltò le spalle qualche anno fa.
A mio padre. Quel bastardo.

Perché proprio io? Cosa aveva fatto di male? Non avevo sofferto già abbastanza?

Chiusi gli occhi. Il collo iniziava a lacerarsi piano piano. Poi sentii il vuoto. Il coltello cadde a terra. Sentii degli spari.
E come le fiamme di un incendio che rade al suolo tutto ciò che lo circonda aprii gli occhi.

Due gemme di un color carbone fecero balzare il mio cuore.
-"Va tutto bene"- sussurrò.
Scolse le corde ai polsi.
Tremavo.
Vidi in lontananza Branden e gli altri.
Mi avevano salvato.
Le due gemme carbone mi guardavano. Appoggiò una giacca sulle mie spalle coprendomi.
Mi sollevò da terra.
Distrusse il mio equilibrio interno, invase i miei spazi insicuri rendendoli sicuri. Entrai in un vortice spaziale.
I suoi occhi erano avvolti da una luce.
Il cuore iniziò a battere forte, forte, fino a far male. Il mio stomaco si aggrovigliò. Le sue pupille erano intense e profonde, la sua bocca si innalzò in un sorriso rassicuratorio. Lo guardai un'ultima volta prima di lasciarmi andare tra le sue braccia.

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