Una strana malattia.
Una strana malattia che percorre la stessa strada di Branden.
Una malattia che non lascia sfiorare lo strato superficiale della pelle che avvolge il suo corpo.
Un obbligo a cui non potrà sottrarsi, un orientamento sessuale ch...
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L'alba sorge. Vorrei vedere i suoi occhi, il suo sguardo assonnato, la luce che lo bacia dalla finestra. Mi alzo dal letto, guardo fuori e mi accorgo che la vita sta andando troppo in fretta mentre io rimango in attesa di qualcuno che ho paura non arriverà mai.
Il sole si alza, perfino se sta piovendo. Il pigiama troppo lungo ricade sul pavimento.
Oggi è il 24 dicembre.
Toc, toc.
Qualcuno bussa alla porta. Apro.
-"Buongiorno dormiglione "- è Ciak. -" Giorno "- -" Mi accompagneresti da una parte oggi? Ti va? "- -" Dove? "- -" Al cimitero. Qua è morto mio nonno e vorrei andare a trovarlo. Nessuno vuole venire hanno altri impegni "- Sbuffa. -" Ah quindi sarei la ruota di scorta? "-alzo un sopracciglio fingendomi imbronciato. -" Mah no! "- Ci mettiamo a ridere. -" Certo che ti accompagno. Mi cambio e ci troviamo tra 10 minuti all'entrata"- "-Grazie "-
Chiudo la porta. Indosso un paio di pantaloni abbastanza stretti, un maglione nero e un giubbotto con il cappuccio avvolto dalla pelliccia.
-" Eccomi"- -"Andiamo "-
Aaron non era in giro. Oggi è l'anniversario della morte dei suoi genitori.
Percorriamo la strada che porta al cimitero. Il viale è ricoperto da alberi che si innalzano nel cielo. Prima di raggiungere il luogo previsto accostiamo la macchina e andiamo a prendere un mazzo di fiori. Sono bellissimi. Devo dire che Ciak ha ottimi gusti. Tulipani bianchi e rossi. Avvolti da una rete bianca con un fiocco rosso che sostiene il mazzetto. Oggi, come ieri, fa molto freddo.
La pioggia picchietta sull'ombrello. Arriviamo avvicinandoci alla tomba del nonno. -"Ciao nonno"- -"Quando è morto? "-chiedo. -" Dieci anni fa. È stato come un padre per me. "- -" E tuo padre? "- -" Mio padre è un bastardo."- -" Scusa Ciak. "- -" Tranquillo "-.
Infilo le mani nelle tasche mentre Ciak annaffia i fiori.
Non poco distante da noi vedo un ragazzo con dei fiori, si inginocchia davanti alla tomba. Indossa un giubbotto così aderente che sembra soffocarlo. Non potrei mai non riconoscere quei capelli, quelle mani e soprattutto quegli occhi.
Mi allontano da Ciak. -"Vai avanti. Ti raggiungo "- -" Va bene. Sta attento "-.
Mi fermo dietro quel ragazzo. Ha gli occhi lucidi e la testa tra le mani. Trema.
Joshua E Katrine in Smith. Deceduti il 24 dicembre 2010. Nati a Boston nel 1965, 1968.
Sono i suoi genitori. Aaron. Appoggio una mano sulla sua spalla, avvolgendo l'altra attorno al suo bacino. Lo attiro a me. -"Va tutto bene. "-sussurro. Sobbalza. Riconosce la mia voce perché rilassa le spalle lasciandosi coccolare. Gli accarezzo la guancia levando via quelle goccioline sfuggite al suo controllo. -" Perché sei qua? "- chiede. -" Ho accompagnato Ciak a salutare suo nonno"- -"Mmm"- -"Come stai? "- -" Una merda "- appare un leggero sorriso sulle sue labbra. Intreccio le mie dita con le sue. -" Andiamo "- Invio un messaggio a Ciak dicendo di non aspettarmi.
-" Mi dispiace che i tuoi genitori siano morti in quell'incidente in macchi...."- Mi blocco. Sgrana gli occhi. -"Come fai a sape...."- -"Non odiarmi. "- -" Ricordi la festa di benvenuto? Quando mi hai lasciato in cantina? "- Anniusce. -" Ecco... Beh... Vedi.. Ho trovato la tua agenda"- Guardo le nostre mani intrecciate. -"oh"- Oh? Scherza? -"Le hai lette tutte le pagine intendo? "- -" Non ancora. "- Solleva il mio viso con un dito. -" Non sono arrabbiato. "- Lo abbraccio e lui ricambia.
Raggiungiamo la macchina.
-" La malattia è scomparsa? "- -" Non ancora. Riesco a farmi toccare solamente da te"- Ed è vero cazzo. Ha distrutto il muro ed è entrato dentro di me. -"Meglio così "- Lo guardo male. Sorride.
