Workouts

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Sono le 4:30

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Sono le 4:30.
Sono in anticipo.
Raggiungo il campo di allenamento.
I jeans neri mi stanno troppo attillati e la maglietta bianca è troppo larga.
Il tatuaggio che ho sul polso risalta col colore del giubbotto. Inizio a scaldarmi.
Mi piace allenarmi da solo. Mi alleno da una vita intera a reggere il peso dei sentimenti. Inizio con una leggera corsa.
-"Chi è quel ragazzo? "- sento una voce in lontananza.
-"Una matricola"- risponde una seconda voce.

Sono le 5:30.
Sono gia sudato, ho il respiro veloce e affaticato. I battiti accellerati. Mi fermo e mi volto. Senza accennare ad una singola parola,sillaba o respiro, due soldati mi passano davanti.

5:40
È ora del vero allenamento!
-"Ieri non mi sono presentato."- dice quella voce forte.
-"Mi chiamo Aaron , ho 22 anni e sarò il vostro tutor d'allenamento."-
A-a-r-o-n. Sillabo le lettere a bassa voce.
-"Scusa, Aaron..........."- sta per chiedere il mio compagno di stanza.
-"Scusa?!! Chi pensi di essere per potermi parlare in quel modo?"- la sua voce si alza sempre più.
-"Mi-i scusi..... Io non.... "-
-"Dovete chiamarmi capitano , intesi?"-
-"Si capitano"- sussurra a bassa voce il mio compagno. Ben ti sta! Penso fra me, e mi scappa un leggero sorriso. I miei compagni sono come cip e ciop con l'aggiunta di ciup. Sono Mark, Landon e Clark.
-"Cos'hai da ridere?"- sta parlando con me? I nostri sguardi si incrociano. Ho una leggera tremarella.
-"I-io?"- chiedo intimorito.
-"Chi altro sta ridendo qui?"-
-"Non stavo ridendo di lei!"-
-"Non importa. Sei in un contesto diverso qui! E devi imparare il rispetto! Non ti hanno insegnato niente i tuoi genitori?"-
Ho appena scoperto che la rabbia è come il fiato, se la trattieni troppo muori soffocato.
-"Non sai niente di me! Quindi non parlare inutilmente! "- rispondo con tono acido. Potrebbe sembrare un motivo banale, ma ho la brutta abitudine di stare zitto per poi scoppiare di rabbia. Questa non è cattiveria è solo il ruggito di chi sta difendendo la propria fragilità.
Si sta avvicinando. Gli altri lo lasciano passare come quando Mosè separó le acque del Mar Rosso. Indietreggio.
-"Mi stai facendo perdere la pazienza!"- . I suoi occhi verdi brillano, ardono non di rabbia ,ma di un desiderio intenso (uccidermi?! Penso tra me. Nah). Sta mantenendo la calma. Lo so. Vorrebbe solo urlare. I miei occhi non si staccano dai suoi. Sono arrabbiato . Non so nemmeno io il motivo.
-"Mi stai sfidando? "-
-"Non ti sto sfidando! Semplicemente non tirare in mezzo i miei genitori! "- urlo. Forse devo smetterla. Si sta avvicinando sempre più.
-"Non ti avvicinare"- sussurro. Vengo salvato da una voce.
-"Fermati Aaron. Stai esagerando! "- abbasso lo sguardo. Mi arrendo. I suoi occhi penetrano in me un'ultima volta prima di fare marcia indietro.
-"Sono il vostro comandante! Steven! Dovrete seguire attentamente gli ordini di Aaron. Sono venuto qui per porgere i i miei saluti!Buon lavoro! "- se ne va.
-"Grazie!"- rispondiamo in coro o meglio tutti tranne me. Sono ancora scosso. Gli allenamenti stanno per iniziare, non so se ce la farò. Questa malattia mi tiene in trappola così come il mio passato. Sono rinchiuso in una stanza senza finestre.
-"Seguitemi! "- dice Aaron.

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Haphephobia  ◆ Tematica Omosessuale ◆Where stories live. Discover now