Impossible is nothing

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Sono passati due giorni da quella notte. "Sembra" tutto normale.
Le lezioni proseguono.
Gli allenamenti pure.

Arrivo in classe con un po' di anticipo. La lezione inizia. Sono così assonnato. Ho ripreso a prendere i sonniferi. Speravo non mi servissero più. Sono come una dipendenza. Con gli stessi effetti.
La giornata scolastica passa alquanto veloce.
Raccolgo i libri e raggiungo gli armadietti. Inserisco la combinazione e lancio le cose al suo interno. Chiudo.
La faccia di Alex si posiziona davanti a me.
-"Ehy Branden!"-
Si avvicina.
Retrocedo alcuni centimetri fino a toccare gli armadietti con le spalle.
-"Che ne pensi se...."-
-"Se ora vieni con me. "-
S'intromise Aaron, afferrandomi il polso e trascinandomi con sé.

Arriviamo agli spogliatoi dell'accademia. Chiude la porta. A chiave.
-"Devi stargli lontano"- mi urla contro.
-"Non è colpa mia."- sussurro
-"Cosa?"- chiede per l'ennesima volta.
-"Ho detto che non è colpa mia."- giro la chiave dell'uscita ed esco. Lasciandolo solo.

I lunghi corridoi non terminano più.
La giornata è abbastanza temperata così decido di pranzare all'esterno.
Prendo alcuni panini e mi siedo al tavolo di Ciak. Forse l'unico amico qui dentro.
-"Ehy"-
-"Tutto bene?"- chiede.
-"Si, tranquillo. "- cerco di sorridere.
Ciak riusciva come a leggere il mio pensiero . Mi guarda per tutto il tempo.
Gli altri in tanto parlano di un certo libro che avevano letto, mi pare si intitolasse "The greys eyes".
Diedi un morso al panino anche se la fame non c'era, e vidi Aaron assieme ad alcuni soldati sedersi ad un tavolo. Cercai di ricompormi. Schiena dritta e finto sorriso.
Intanto un amico di Ciak, Jason ci fece ascoltare una leggera musica.

Non puoi lasciare le cose così . Devi alzarti combattere contro il mondo. Puoi farcela so che ce la farai.

-"Vado al bagno"- comunicai. Abbassai lo sguardo quando oltrepassai il tavolo di Lui. Sentivo i suoi occhi osservarmi. Le sue emozioni addosso.

Apro la porta ed entro.
La porta del bagno si chiude e si riapre subito.
Alex.
-"Basta, cosa cazzo vuoi ancora?"- le parole tremavano.
-"Non scaldarti marmocchio. A quello ci penserò io."-
-"Cosa vuoi?"-
-"Mi piacerebbe lavorare la sotto."-
mi irrigidisco subito.
-"Vattene a fanculo"-
Con uno scatto bloccó le mie mani dietro la schiena.
-"Lasciami "- urlai.
-"Sta zitto"- -" Ora farai ciò che ti dirò altrimenti il video registrato diverrà virale. "-
Le gambe si immobilizzarono.
Sbottonó i jeans .
Face scendere la zip.

Percepì un rumore forte.
La porta sbattè contro il muro.
Era Aaron. Stavolta non era una semplice allucinazione. Ci aveva seguito, pensai subito.
Afferra Alex per il collo.
-"Sei così disgustoso e rivoltante "- gridò.
-" Aaron smettila"- urlai. Non volevo finisse male.
-"Lo difendi pure?"- mi gridò con occhi sbarrati.
-"Non lo sto difendendo. Non ha fatto nulla"- furono parole difficili da pronunciare. Mandai giù un nodo alla gola.
-"Stai scherzando? Spero di si"-
-"Vattene dobbiamo finire ciò che abbiamo iniziato. Chiudi la porta."-
Urlai. Le labbra di Alex si trasformarono in un ghigno.
L'altro mi guardò inorridito. Senza parola. Si stava spegnendo come una lucetta ormai rovinata.
Cercò di afferrare la mia mano, costringendomi ad uscire, ma mi liberai violentemente dalla sua presa. Lo spinsi fuori chiudendo la porta a chiave. Non volevo se ne andasse. Volevo scappare con lui. Non ne potevo più. Era la mia áncora ed ora avevo paura di averla distrutta.
-"Continuiamo "- disse Alex.

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Haphephobia  ◆ Tematica Omosessuale ◆Where stories live. Discover now