Capitolo 13

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Kaminari si trovava al centro della pista da ballo, solo per il curioso gusto di vedere i fianchi delle donzelle ondeggiare.

Eijiro lo aveva trascinato in quel locale con la sola scusa che vi sarebbe state belle ragazze, ma riconobbe immediatamente che quell'edificio non era che il rifugio di Katsuki.

E di belle ragazze, non vi era neppure l'ombra.

Qualche corpo con dei buoni attributi? Forse, ma non erano per Denki.

Finché non scorse una chioma color platino, fluire, attraverso la massa che si scatenava, come immersa in acque limpide e pacifiche.

Kaminari si fece spazio tra la folla, spingendo, senza accorgersi, individui che non gli permettevano di raggiungere la sua meravigliosa visione.

La perse, eppure, era convinto di star percorrendo la giusta direzione.

Un picchiettio, di dita affusolate e delicate, lo distrasse dai suoi pensieri.

Denki si voltò, pronto a scacciare chiunque lo stesse distraendo dalla sua immediata musa ispiratrice.

Ma fu proprio ella a richiamare la sua attenzione.

Kaminari si ritrovò a un palmo dal naso iridi color onice, labbra piene, rosse dinamite, era talmente il richiamo di elle che le avrebbe sfiorate con le proprie in quell'istante.

Si accorse di due tatuaggi dalla forma triangolare sotto i propri occhi, quasi fossero lacrime sporche di sangue.

"vuoi ballare?" gli chiese lei, con voce seducente, invitandolo a posare le sue mani sui suoi fianchi.

Era snella, minuta, ma per quanto potesse saperne di lei, lui già l'aveva impressa nella propria esistenza.

Denki sentì le mani di lei vagare sul suo busto in un'esplorazione lenta e gratificante di piacere.

Lei non distolse lo sguardo dal suo, e neppure lui osò provarci.

Così bella, così sensuale, così letale.

Denki piegato in due si ritrovò il ginocchio della ragazza tra le gambe, annaspando aria.

"tesoro" soffiò lei al suo orecchio, chinandosi "non è tutto così semplice" e sorrise, fuggendo tra la folla.

Denki si tastò le tasca dei pantaloni, notando che la protuberanza creata dal suo portafoglio in quel momento era assente.

Bestemmiò, stringendo i denti, ancora dolorante, incredulo dal colpo, letteralmente, basso, in cui era caduto come uno sprovveduto.

Zoppicando uscì dal locale, nel vano tentativo di recuperare il suo avere.

Ai piedi dell'entrata trovò i capelli platino della ragazza, doveva capirlo che era troppo bello per essere vero.

Bakugo trovò Denki imprecare in un angolo del locale all'esterno, lo scrutò per alcuni secondi, rendendosi conto che tra le mani stringeva prepotentemente una parrucca.

Corrugò la fronte, ma decise di abbandonarlo ai suoi problemi di cuoio capelluto.

Portò le mani dentro le tasche dei pantaloni e si trascinò a casa, notando, per la via del ritorno, all'interno di un vicolo, Todoroki, il quale tra le mani accarezzava le guance di un Izuku in lacrime.

Katsuki non si fermò, non comprese il motivo del pianto del giovane Midoriya, lo aveva invitato a uscire e lui aveva accettato di propria spontanea volontà.

Quasi gli venne voglia di tornare indietro e prenderlo a sberle.

Possibile si possa essere talmente ridicoli?

Quella sera Bakugo constatò una semplice idea, Kirishima nascondeva qualcosa, come lo sfigurato bastardo.

Alle spalle di Katsuki una presenza si fece l'argo, con un ticchettio irritante quanto insopportabile di tacchi.

Bakugo si voltò di scatto, trovandosi a mezzo metro una ragazza dai capelli corvini, corti, dalla frangia asimmetrica, iridi profonde color onice.

"forza, seguimi, hai molto da fare" fece, con il volto avvolto da un'espressione annoiata.

"con chi ho il piacere di parlare?" rispose ironico, Bakugo.

"Kyoka, Kyoka Jiro"


Adoro la ship KyokaXDenki, quindi niente, dovevo.
Kyoka avrà nella ff un ruolo in parte fondamentale, apparirà molto spesso.

Spero vi piaccia ♡ al prossimo capitolo

No type // KIRIBAKUWhere stories live. Discover now