Capitolo 28

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Il capo del rosso destava, in uno stato di assorto sonno, sul petto di Bakugo, mentre il busto, come il resto del suo corpo, non era che seduto, accanto al filo del letto, sul pavimento.

I raggi del sole, i quali attraversavano i fori della saracinesca, si posavano timidamente sulle palpebre tremanti, di un sogno movimentato, di Katsuki.

Quest'ultimo si alzò col busto, improvvisamente, facendo sobbalzare Eijiro, il quale cadde al suolo, senza neppur il dolce risveglio che aveva sperato.

Il fiato di Bakugo era corto, e lesto, quasi gli mancasse aria nei polmoni.

"tutto bene?" gli chiese, immediatamente dopo la caduta, Kirishima.

Katsuki voltò il capo lungo la sorgente della voce che credeva di non voler mai più sentire, una voce che per giorni, antecedenti a quello, ne avrebbe detestato il solo timbro, ma che si era evoluta nelle sue più elogiate sinfonie.

Il biondo si portò la mano destra sul capo, la testa gli doleva, quasi volesse scoppiargli come una bolla di sapone.

"sono ancora vivo" si limitò a rispondere "e non dietro a delle sbarre" continuò, tornando a stendersi, trascinando la mano, dal suo capo, sopra le palpebre.

"troveremo una soluzione" sussurrò, pensando a come poter liberare Katsuki dal fardello che lo assalì, in meno di un giorno.

"andare in galera" ci ripensò, Bakugo "quanti anni avrei da scontare?" quasi come se l'unica soluzione fosse costituirsi.

"non ci andrai" affermò, il rosso, pallido in volto.

"lo sai che non m'interessa la tua opinione" mentì, anche se avesse voluto credergli, non vi erano alternative.

"chiedi a Tomura" codeste parole fecero sgranare le palpebre a Bakugo, il quale distolse la propria mano da esse, per scrutarlo in ogni suo minimo dettaglio.

"vorrei esprimermi in modo particolarmente poco educato" assomigliò lo sguardo "ma non lo farò solo perché la tua compagnia è l'unica che ho, in questo momento" procedette.

"potrebbe ripulirti la fedina penale" azzardò.

"in che modo?" la propria voce aumentava, in un chiaro segno che la sua rabbia non si sarebbe mai estinta "se anche accadesse, non attenderebbero che una mossa falsa per arrestarmi" si mise a sedere sul materasso.

"per questo farai il cameriere o il lavoro part-time che ogni ragazzo normale, cagato da Dio, conduce per mantenersi" Kirishima, disperato, aveva bisogno di una conferma da parte del biondo, una conferma che gli dicesse che non si sarebbe arreso.

Il telefono di Bakugo prese a squillare, all'interno della tasca dei pantaloni, il quale sino a quel punto, non si rese conto di essere stato steso sul letto di Eijiro con le proprie vesti sgualcite e putride.

"pronto" rispose, stanco, esausto.

"dimmi cos'è accaduto a Midoriya nel sottosuolo" la voce di Todoroki risuonò devastate, all'udito di Katsuki.

Bakugo allontanò lo schermo del telefono, giusto per scrutare che il numero, che in quel momento lo stava chiamando, non era che di Izuku.

"è vivo?" chiese, subito dopo, Katsuki, ricordando solo ora, l'accaduto della notte trascorsa.

"sì" il suo tono non lo convinse "ma ora devi spiegarmi, per filo e per segno, cosa diamine gli è accaduto" procedette.

Le immagine della notte trascorsa non erano che confuse, e Bakugo si maledì per il mal di testa atroce che lo assaliva.

"non ricordo bene, ma che differenza fa? È vivo" si limitò a rispondere.

Una bestemmia, lasciò rumorosamente le labbra di Todoroki "eri tu a trascinarlo" le sue urla risuonavano oltre il semplice microfono, facendosi udire da Kirishima "quindi ora ricorda, o giuro che la polizia non sarà l'unico dei tuoi problemi" minacciò.

Bakugo rimase sconvolto dalla sua reazione.

"lo stavo tenendo per il polso" piccoli flash lo pervasero "poi hanno sparato, e cadde a terra" riassunse.

"come cadde?" gli chiese, abbassando la voce, prima irata.

"è caduto di peso al suolo, battendo la testa" ricordò, improvvisamente.

Todoroki si portò una mano davanti alle labbra, riagganciando.

Shoto si portò dai medici, che occupati a discutere del caso, davanti alla porta, non lo notarono.

"ha battuto il capo" sussurrò.

Un medico si accorse della sua presenza, chiedendo cosa avesse esalato dalle proprie labbra.

"il capo" ripeté "ha battuto violentemente il capo.

Il medico abbassò lo sguardo "un trauma" affermò "non abbiamo trovato malattie, l'unica rimaneva se non ne fosse affetto da una genetica, ma improbabile" procedette "il forte impatto ha causato la cecità" ma poi, si lasciò sfuggire un leggero sorriso, benché fosse triste "c'è una buona probabilità che torni a vedere" lo rassicurò "nulla è perduto, quel ragazzo è ancora vivo, questo conta" poggiò una mano sulla spalla di Shoto, rassicurandolo.

Bakugo appoggiò il telefono sul comodino accanto al letto, tornando a scrutare Eijiro.

"pensaci Bakugo" fece "vale la pena sprecare sette anni della tua vita in cella?"

Katsuki sembrò pensarci, finché una domanda non gli giunse spontanea.

"come sai che saranno esattamente sette anni?"

Allora, vorrei chiarire la situazione di Midoriya.

Nelle prime righe, del capitolo 26, ho scritto "Il corpo di Izuku, privo di sensi, cadde violentemente a terra, battendo il capo".

Mi sono informata su come avvengano le più probabili cause di cecità, e una di queste non era niente di meno che "traumi causati da un forte impatto"

Riconosco perfettamente di essere drammatica, ma cerco sempre di non essere incoerente, per quel che mi riesce.

Quindi, scusatemi i fraintendimenti, e il pezzo, nel capitolo 26, che non sono stata capace di scrivere abbastanza specificatamente ♡

Spero vi piaccia ♡ al prossimo capitolo

No type // KIRIBAKUWhere stories live. Discover now