Capitolo 21

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Kirishima rimase, per istanti, in uno stato di paralisi.

Era vero, ciò che era caduto in passato, nei loro sogni, lui era morto, morto per qualcosa per cui, in quel momento, sembrò valerne la pena.

Abbandonare Bakugo, dover rinunciare alla vita, si meravigliò del proprio altruismo passato.

"ma ora siamo qui" gli sorrise, con la speranza che lo avvolgeva "io sono qui" avvicinando la sua fronte a quella del biondo "quindi smettila di volerti liberare di me" rivolse lo sguardo a quello del compagno.

"cosa vorresti fare dunque?" sbottò, Bakugo "io di te, qui, in questa vita, non ne so nulla, neppure ricordo la precedente, e, sinceramente" la negazione per Katsuki non era che l'arma migliore per rifiutare ciò che gli veniva donato "non m'importa sapere" terminò.

"ti sbagli" rispose, Kirishima, convinto delle proprie parole "mi conosci, sappiamo tante cose, ma non ricordiamo" terminò.

Bakugo rise "se anche fosse" roteò lo sguardo "credi realmente di essere capace di gestire tutto questo?" si riferì alla mafia che per troppo tempo si era limitato a sottovalutare "di gestire me?" chiese, allargando le braccia, mostrando colui che sapeva nessuno avrebbe amato.

"io posso stare con te, io posso reggere qualsiasi tua offesa fisica o verbale, io posso perdonarti, io posso fare qualsiasi cosa, pur di averti, Bakugo" disperata, la sua voce, cercò di raggiungerlo.

"credi realmente che io possa amarti per un ridicolo sogno? come se io potessi affidare tutto ciò che mi rimane a te?" Katsuki percepiva, dentro il proprio essere, qualcosa che lo spingeva a terminare quei pensieri, quelle parole "tu non sei nessuno per me" aggredì "credo tu sia capace di comprendere la frase 'tu non sei che uno sconosciuto'".

"ma se realmente vorresti provarci, non lo sarò, non lo saremo, saprai ogni cosa, e io saprò di te, e noi sapremo di cosa ci è accaduto, di cosa siamo stati capaci" gli afferrò il polso, in una stretta salda "perciò amami, amami come un tempo sei stato capace, perché io mi ricordo dei sentimenti, che ora emergono e non riesco a placare" i suoi occhi divennero lucidi "ogni singola volta che ti vedo, ogni singola volta che ti sento minimamente proferire parola, ho bisogno di dirti addio, ho bisogno di dirti che ti ho amato, ma non voglio farlo, non posso permettermi di farti uscire dalla mia vita  ancora una volta" la sua voce era bisognosa di una certezza, che Bakugo credeva di non essere capace di dare.

"è un sogno" ribadì, Bakugo, con collera.

"lo sai che non è così" alzò la voce, Kirishima, stanco del rifiuto dell'altro "perché ti ostini a negarmi?" gli gridò, in volto, sopraffatto dall'ossigeno che gli mancò.

Il passato non era che un filo rosso che gli legava in una morsa soffocante, legava il loro presente, il loro futuro, e per un'istante, entrambi nelle loro vite, si chiesero per quale motivo, quel vuoto assillante che nel petto gli tormentava, esistesse.

"muori" fu tutto ciò che disse, Bakugo, prima di avventarsi su di lui, feroce, violento, assaporando le sue labbra piene, avvolto dalle braccia robuste dell'altro, che come fuoco e fiamme gli regalarono il piacere del suo calore.

Con l'intensità di un esplosivo, entrambi si lasciarono schiacciare dal desiderio, ma non seppero se per motivi sentimentali, che realmente gli legavano, o semplice frustrazione fisica.

In quel momento non sembrò importare.

Le braccia di Eijiro scesero, incontrando con le dita i glutei di Bakugo, affogando di piacere tra le sue labbra.

Kirishima si abbassò, afferrandolo dalle cosce, mentre le sue labbra spalancante in un bisogno di ossigeno, sfioravano le gemelle del biondo, poggiando Katsuki sul tavolo, in un gesto di avventatezza e desiderio, quasi affondare nel suo corpo fosse l'unica sua ragione di esistenza.

Il piatto di ramen che, pochi secondi prima, tranquillamente si raffreddava, cadde al suolo, frantumandosi, ciò non placò i due, nemmeno per un'istante, quasi non avessero udito nulla.

Coricato sul tavolo, Bakugo, si permetteva di essere vezzeggiato da Kirishima, con baci umidi e bollenti, mentre le sue mani vagavano, in cerca di un contatto più profondo, raggiungendo la sua gamba destra, afferrandola in modo da portarla lungo il suo fianco, in modo da aderire il suo bacino contro quello di Katsuki.

"se vuoi che smetta" poco convinto, lo rassicurò Eijiro.

"Dei, prendimi su questo tavolo e chiudi la bocca" gli risparmiò altre parole, mentre il proprio sguardo si accese di lussuria.

"il tuo busto" gli fece ricordare delle ferite, Kirishima.

"non importa" si resse sui gomiti, giusto per attirare il viso di Kirishima contro il suo, avvolgendolo tra i palmi, scoccando le sue labbra su quelle dell'altro "non m'importa" mentre le proprie dita scorrevano sotto la maglia del rosso, assaporando con il tatto il busto definito e asciutto.

"sei sempre così volgare mentre fai queste cose?" chiese, Kirishima, mentre velocemente si privava dell'indumento, riferendosi alle precedenti parole del biondo.

"ho capito perché sei gay, parli troppo durante il sesso, non è così?" ghignò, Bakugo.

"credo proprio che ti piaccia parlare mentre lo si fa, da quello che noto venirmi in contro" sorrise beffardo, Kirishima.

A interrompere quel momento, non vi era nulla di meno che lo squillo del telefono di Bakugo.

"ignoralo" precedette qualsiasi movimento Kirishima.

Ma esso non si placava.

"deve essere decisamente importante" spinse Eijiro, Katsuki, in modo da raggiungere il telefono, con una smorfia di fastidio.

"si può mai scopare in pace in questa vita?" sbraitò.

Mentre un Kirishima compiaciuto si ricomponeva dal rossore che antecedentemente lo colpì.

"vedo che ti sei ripreso molto in fretta, Bakugo" Tomura rispose.


E ciao parte smut ♡

Spero vi piaccia ♡ al prossimo capitolo

No type // KIRIBAKUWhere stories live. Discover now