Capitolo 22

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"sei tu" sbottò Denki.

"senti, non so chi tu sia, ma io mi chiamo" e sì fermò, nell'esatto istante in cui decise di non proferir ulterior parola.

"ieri, dopo avermi derubato, sei venuta da me, restituendomi il portafoglio" tentò di farle capire, nonostante la delusione dal semplice fatto che se ne fosse completamente dimenticata.

"sarà stata un'altra" evase dall'argomento, lei, cercando di tornare ad andarsene.

"no, ti riconoscerei tra mille, pelle perlacea, tatuaggi rossi triangolari sugli zigomi, capelli corvini corti con frangia asimmetrica" la sua memoria era stabile, Denki non avrebbe mai rimosso lei dai suoi ricordi.

"ho da fare in questo momento" lo liquidò.

"allora dimmi cosa stavi facendo da mezzanotte sino alle tre del mattino" disperato, Kaminari, non l'avrebbe lasciata andare privo di spiegazioni.

"non lo ricordo" sussurrò lei, confusa quanto lui.

"ero con te, abbiamo fatto un giro in moto e poi ti ho riaccompagnata a casa" cercò di farle ammenda.

"non capisci che non lo ricordo? Sei idiota o cosa?" si voltò di scatto, aggredendolo, lei.

Denki per un'istante sobbalzò, non prevedendo tale azione da ella, la quale non era la ragazza che conobbe la sera stessa.

"mi prendi in giro?" infine, un moto di collera, prese possesso di se, alterandosi di rabbia e astio "hai rubato una moto per farti fare un giro, mi hai quasi baciato" gesticolò irato con il braccio.

"cosa vuoi che ti dica?" sgranò le palpebre "che non ricordo nulla perché sei talmente insignificante da non riuscirti a riconoscere?" veleno abbandonò le labbra di lei "un uomo che non comprende cosa sia una storiella di una notte" sbuffò "davvero ridicolo" e si voltò, avviandosi lontano da Kaminari, il quale non fece null'altro per farla restare.

Ridicolo, quale aggettivo migliore per identificarlo?

Bakugo rimase in tacito silenzio, mentre oltre lo schermo del telefono, Tomura esponeva l'argomento della sua chiamata.

Kirishima non si fece sfuggire alcun particolare, eppure di qualcosa ne rimase all'oscuro, pentendosi di come origliare a quello che doveva essere- esattamente, cosa erano loro? Insomma, amici? conoscenti? amanti? in quel momento non importava, ciò che faceva era sbagliato, tradire la fiducia di Katsuki, era sbagliato.

"lo farò" rispose, il biondo.

Eijiro alzò il capo, udendo codeste parole, socchiudendo le labbra, tra lo smarrito e l'incredulo.

Bakugo agganciò, sospirando, afflitto, avrebbe voluto restare, magari per continuare ciò che per colpa sua era terminato, ma non ne aveva il tempo.

"hai il busto distrutto, devi riposare" lo informò, Kirishima.

"riposare? Esattamente, cosa intenti con riposare?" gli chiese, ammiccando uno sguardo che entrambi compresero, ma, forse, la situazione si fece più tesa del previsto.

"sono serio Bakugo" lo rimproverò, nonostante compiaciuto di tale frecciatina.

Bakugo alzò il capo, rivolto verso il soffitto, respirando con la bocca "ciò che è accaduto non cambierà le cose" tale frase gli uscì come acido, attraverso la gola.

"hai ragione" si voltò, Eijiro, a strappare dal ripiano della cucina un pezzo di carta, pronto a raccogliere il cibo che avevano versato "come poterti biasimare" gli passò affianco, raggiungendo il piatto fondo sparso in cocci spezzati al suolo "non fai così ogni singola volta? Sesso, piacere, e poi perdi interesse?" la sua espressione non era che impassibile "sarebbe stato strano fosse accaduto qualcosa di diverso, non credi?" terminò, con quella domanda.

"non ti credevo un sentimentale" cercò di alleviare la situazione, Katsuki, accennando un sorriso.

"raccogli la tua roba e vai dove devi andare" lo liquidò, non rivolgendogli alcuno sguardo o espressione.

"volevi una relazione? Baci, regali e cioccolata a san Valentino?" alzò la voce, Katsuki, irato dal comportamento indifferente del compagno.

"e tu cosa cosa volevi Bakugo?" si alzò di scatto, Eijiro "scopare ogni qualvolta ti tira? Come se fossi il tuo deplorevole zerbino?" lo guardò dal basso in alto "io non sono le rosse che ogni sabato sera ti porti a letto" gli rivolse uno sguardo vuoto "non sono una scelta da compiere, non devi decidere se voler amarmi o no" lo superò "finisce qui, Bakugo, il semplice sesso a me non interessa" terminò.

Katsuki non rispose, si limitò ad udire le sue parole ed inciderle permanentemente in memoria, mentre tornava in camera da letto e indossava le scarpe e il giubbotto.

"non muterò le mie intenzioni" fece, secco, Bakugo, con la mano stretta sulla maniglia della porta.

"non mi aspettavo lo facessi" di spalle, Kirishima rispose.

Finché un boato, creato dallo sbattere ferocemente la porta, gli annunciò dell'ormai andata presenza del biondo.

Eijiro si portò una mano dentro la tasca destra del pantalone, afferrando il telefono e componendo un numero.

"agente Kirishima" una voce cupa rispose.

"questa sera, nel sottosuolo della città, combattimenti illegali, lui vi sarà" e attaccò.

Non sempre, vedere ciò che più ti ha ferito, soffrire, ti rende realmente appagato come avresti potuto pensare.


Spero vi piaccia ♡ al prossimo capitolo

No type // KIRIBAKUWhere stories live. Discover now