Capitolo 37

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Todoroki a passo lesto raggiunse il condominio in cui Izuku abitava, modesto.

Chiamò nuovamente Midoriya, per farsi aprire il cancello in modo da non disturbare la madre con il suono acuto del campanello.

Ma scattò rapida la segreteria telefonica, e qualche secondo dopo, un grido si levò dall'edificio.

Shouto sgranò le palpebre, scavalcando agile il cancello, battendo le mani sulla porta di ingresso del palazzo.

"Midoriya" chiamò, ma alcuna risposta giunse.

Decise di premere ripetutamente il citofono della vecchia al piano terra, in modo da farsi aprire.

"chi è?" chiese questa, una manciata di minuti dopo, titubante.

"Todoroki Shouto, mi ha visto con Midoriya Izuku due settimane fa, la prego, mi apra" rispose, tutto d'un fiato, in una supplica.

Con uno scatto metallico la porta si aprì, rivelando libero accesso, a Todoroki, alle scale in marmo.

Raggiunse l'appartamento, udendo, da oltre la porta, passi di molteplici presenze.

Con una ricorsa e un colpo secco della spalla, riuscì a forzare la serratura dell'entrata, spalancando la porta.

La luce era accesa, ma alcuno all'interno del salotto era presente.

Lentamente, Shouto, si fece largo all'interno della casa, in cerca di Izuku e la madre.

"Signora Midoriya" chiamò, attento al minimo sospiro o rumore.

Accese la luce della cucina, trovando la donna con le labbra serrate da un pezzo di nastro isolante, e le braccia legate dietro la schiena.

Shouto accorse in suo aiuto, chinandosi, strappandole in un movimento secco il nastro.

"alle tue spalle" gridò, rapida, lei, con il volto contorto in un'espressione di terrore.

Todoroki si alzò, lesto, sferrando un pugno all'uomo, che brandiva tra le proprie dita un coltello da cucina, il quale lo schivò, volgendo l'arma contro il giovane, tagliando di striscio il fianco del giubbotto.

Todoroki gli afferrò il braccio, ricevendo il risposta una ginocchiata allo stomaco, facendolo chinare in un conato di vomito.

Si riprese, rapido, facendo scivolare la mano lungo il suo polso, tenendo saldo il coltello lontano dal suo volto, sferrandogli un pugno al fianco.

L'uomo perse la presa sull'arma, facendola cadere al suolo.

Todoroki ne approfittò per colpirlo sotto il mento, destabilizzandolo, qualche secondo dopo lo afferrò per la nuca, facendogli sbattere, più e più volte, la fronte contro il piano di lavoro della cucina, sino al punto in cui perse i sensi.

Affaticato, Shouto, lo lasciò cadere a terra, volgendo lo sguardo a Inko, che sgomenta si accorse del pericolo che correva il suo medesimo figlio.

"vi è un'altro uomo, con Midoriya, vai, ti prego" alcune lacrime corsero lungo le guance della donna.

Todoroki percorse il corridoio che portava alla camera da letto di Izuku, la quale buia, fu priva di rumori.

Con titubanza, Shouto accese la luce, rivelando il secondo intruso che rapido lo fece cadere al suolo con un colpo di nocche al viso.

Todoroki tentò, in ogni modo di destarsi dai continui colpi che l'uomo si portava a sferrargli con la punta del piede sul suo fianco, ma alcun movimento sarebbe stato utile, se non a peggiorare la situazione in mano all'avversario.

Midoriya, seduto sul proprio letto udiva i rumori soffocanti dei colpi, e i gemiti di dolore e sofferenza di Torodoki.

Dalle proprie orbite, lacrime salate si riversarono prive di alcun controllo, con la consapevolezza di non poter essere di alcun aiuto, di non poter salvare la vita di colui che aveva imparato a desiderare, inconsapevolmente.

Shouto era accorso in suo aiuto, e lui, sarebbe, sempre, accorso in ugual maniera.

Si accorse che il buio che lo avvolgeva istanti prima, si affievolì in una sfocatura, notando la luce della propria stanza, le mura di essa, i suoi poster appesi, le sue mani e il corpo di Shouto martoriato dall'uomo.

Todoroki sputò sangue, non potendo altro che ricevere, nella speranza che Izuku fosse fuggito, nonostante la cecità.

Ma presto, un lamento sonoro, raggiunse l'udito del giovane, facendogli sgranare le palpebre per l'accaduto che si presentò di fronte alle proprie iridi.

Con le labbra spalancate in un grido, Midoriya, colpì la nuca dell'uomo, stringendo tra le mani l'asta con la quale rimuoveva i cappotti appesi nell'armadio.

Egli cadde a terra, privo di sensi, mentre a fatica, Midoriya riusciva a respirare, sconvolto dalla situazione in cui era accaduto si trovasse coinvolto.

Todoroki lo osservò per istanti che sembrarono secoli, finché indugiò sulle sue iridi smeraldine, le quali non erano vitree come le ricordava in precedenza, ma vive, colme dei colori che le avvolgevano.

Presto esse si fiondarono su di egli, mentre Midoriya accorreva in suo aiuto, portandogli i palmi attorno a viso deturpato dal pugno che ricevette pochi minuti prima.

"mi dispiace" fece, Midoriya "non sapevo come poterti aiutare" sorrise, triste "pensavo di perderti e non poterti vedere per il resto di questa vita" sussurrò, poggiando la fronte sul quella del giovane Todoroki.

"e io pensavo non rivedere la luce che avvolge il verde dei tuoi occhi" rispose, Shouto, accarezzandogli il viso, facendo in modo che Izuku realizzasse il semplice fatto, che la vista gli fosse stata restituita.

Izuku socchiuse le labbra, non riuscendo a fiatare, come se la voce gli fosse morta in gola.

Todoroki non si trattenne oltre, deciso che ciò che sarebbe accaduto, probabilmente, non lo avrebbe mai rimpianto.

Sfiorò le labbra di Midoriya, indugiando qualche secondo, prima di accarezzarle lentamente con le proprie, in un movimento agognato e colmo emozioni represse troppo a lungo.

"dovevo farlo" sussurrò Shouto, sorridendo "non vorrei, un giorno, perdere la sensibilità alle labbra e non aver mai provato la consistenza delle tue" terminò.

"se non lo avessi fatto tu" incrociò il proprio sguardo, deciso, che dopo la luce della sua nascita, la prima cosa che avrebbe mai desiderato vedere, non erano che le iridi bicolore di Todoroki "probabilmente mi ci sarei avventato io" sorrise, Midoriya.

Non voglio che questo capitolo sia stato noioso, ma in un modo o nell'altro, dovevo far recuperare la vista a Midoriya, per la gioia di Shouto.

Spero vi piaccia ♡ al prossimo capitolo

(Ora che lo sto revisionando mi fa veramente schifo SHORT SAD STORY)

No type // KIRIBAKUDonde viven las historias. Descúbrelo ahora