capitolo 48

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Bakugo non rispose, distogliendo lo sguardo da quello di Kirishima, prima che egli vi potesse leggere terrore e sgomento.

Katsuki sedeva a torso nudo sulla branda all'angolo, fasciato alla spalla da bende pregne e secche del suo sangue.

"sei vivo" confermò, in un sospiro di sollievo, Eijiro.

"non dovresti essere qui" proferì, stanco, Bakugo, allo stremo delle proprie forze.

"uscirai" circondò due sbarre con entrambi i palmi, venendo a contatto con il freddo metallo "ti farò uscire" precisò, mentre sorrise di speranza, Kirishima "torneremo a ca-" ma i propri sogni vennero travolti dalla realtà che tra di essi si celava.

"non esiste un noi" sbottò, Bakugo.

"non mi avresti colpito se non vi fosse" rispose, Kirishima, a tono.

"trovo appagante colpirti, non vi è nulla di romantico in questo" emise una smorfia, il biondo, facendo tremare il cuore di Eijiro, che lentamente si distruggeva per quello dell'altro.

"non farlo" sembrò un piagnucolio, quello del rosso.

"credi non ricordi il tuo tradimento?" sbuffò, quasi ne fosse indifferente "il semplice fatto che tu mi abbia venduto?" roteò lo sguardo, con noia, Katsuki.

"ti prego" strinse la presa sulle sbarre, logorato dai sensi di colpa che lo tormentavano non solo la notte, ma costantemente, anche sotto la luce accecante del sole.

"ti ho nascosto, ieri, solo perché rivederti ogni singolo giorno, tra le mura di una prigione, mi avrebbe disgustato per ben sette anni" spiegò.

"non funziona" si diede coraggio, non volendo cedere alle provocazioni a cui Bakugo lo stava sottoponendo.

"il tuo solo volto mi mette ribrezzo" mentì, Katsuki.

Quel viso avrebbe desiderato vederlo tra il torpore del soffice piumone che in un futuro lontano avrebbero condiviso, vederlo brillare della sua risata, delle sue iridi pari all'oblio.

"stronzate" sbottò, Kirishima "da quando ti conoscono non fai che sputare merda" rinfacciò "questi tuoi patetici tentativi di allontanare le persone mi hanno stancato" abbandonò le sbarre "ne ho sino all'orlo di te e delle tue cazzate impulsive" alzò la voce.

"andare da solo da Tomura?" sgranò le palpebre, ricordandosi delle folli imprese di Bakugo "che cazzo non va in te?" sbraitò "avremmo potuto agire assieme, ma te ne sei fottuto" agitò le braccia "e ora uno di noi è morto" informò.

A quelle parole Katsuki fremette.

"se solo tu mi avessi dimostrato, per un singolo secondo, che quello che eravamo e potevamo essere sarebbe potuto divenire stabile" assottigliò lo sguardo "non ti avrei venduto, non avrei svolto il mio lavoro, avrei affidato tutto ciò che sono alle tue mani" spiegò "ma non è stato così e ancora non lo è" si portò le dita tra i capelli, stanco dei ripensamenti costanti di Katsuki.

"bastardo" strinse i denti, Bakugo, alzandosi "le tue azioni non hanno scusanti, mai le avranno" sbraitò, contro le sbarre, mostrando la sua ira "vuoi addossare le tue colpe a me? dopo tutto quello che hai fatto?" se avesse potuto lo avrebbe colpito "non fai pietà a nessuno" digrignò.

"credi non lo sappia?" si puntò l'indice al petto, Eijiro, assumendo un espressione di colma agonia "credi non sappia che tutti quei lividi, che dal giorno che ci siamo incontrati, sul tuo corpo non siano per colpa mia?" mentre le proprie iridi pizzicavano di rabbia e colpevolezza "che Midoriya sia divenuto cieco per giorni a causa di una mia sola e unica telefonata?" spiegò.

"allora vattene" fece tremare la propria gola, Bakugo "non hai fatto già abbastanza?" sgranò le palpebre "cosa stai cercando ancora?" chiese "che altro hai intenzione di distruggere?" procedette.

"te" saltò sulla voce in collera di Katsuki "voglio te" confessò, a fiato corto.

"hai ancora il coraggio di dirlo" abbassò lo sguardo, Bakugo "ma ciò non cambierà le cose" terminò, voltandosi.

"ho promesso che ti farò uscire" ripeté sue testuali parole.

"le tue promesse" fece, Katsuki "non valgono nulla per me" e tornò a sedersi sulla propria branda "e per quanto io possa ancora desiderarti" confessò "Kirishima Eijiro, hai miei occhi, è morto ieri in quel magazzino" e distolse lo sguardo dal suo.

Kirishima sbuffò, posizionandosi ritto "osserva chi ha preso il suo posto dunque" e si allontanò dalla cella a passo calcolato e lento.

"non ne hai la benché minima idea"

scusatemi il ritardo, ma ho avuto due settimane colme di interrogazioni e verifiche, fortunatamente ne sono uscita illesa AIUT

spero vi piaccia ♡ al prossimo capitolo

No type // KIRIBAKUWhere stories live. Discover now