Capitolo 34

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Midoriya fu dimesso, nonostante privo della propria vista.

Si stringeva, con timore e forza, al braccio di Todoroki, il quale non aveva abbandonato il suo posto accanto ad egli per tutta la durata della ripresa.

"grazie" fece lieve, Inko, poggiando la mano destra sulla spalla del ragazzo, sorridendogli a stento, consumata dal dolore che condivideva col figlio.

"di qualsiasi aiuto abbiate bisogno, io vi sarò" informò, preoccupato dal volto inespressivo di Midoriya.

La madre porse un accenno di assenso, conducendo il figlio all'interno dell'auto che gli attendeva accanto al marciapiede.

"grazie" spezzata, la voce di Izuku, giunse all'udito di Todoroki, prima di essere separato da egli da una portiera, la quale non riusciva a vedere, neppure a scorgere.

Shouto allungò il braccio, non volendo essergli distante, invisibile.

Bakugo seguiva, senza fiatare, Kyoka, la quale lo guidava dove, apparentemente, Denki gli attendeva.

Si chiese come ella fosse a conoscenza del luogo, dei suoi intrecciati corridoi e della posizione esatta di Kaminari.

"noto con piacere che sei dettagliatamente informata" la scrutò con il filo dell'occhio, stando allerta di imminenti imprevisti.

"riesci mai a non sospettare di qualcuno?" roteò gli occhi, lei.

"no, sopratutto se è una donna" assottigliò le palpebre, il biondo "infide, spietate" ripugnava l'idea di potersi fidare di una di esse.

"ti ringrazio" fece, in un sussurro, stringendo i denti.

Bakugo le afferrò, rapido il polso, costringendola a tornare indietro, con uno strattone, quasi volesse strappargli il braccio.

Le fece segno di tacere, che non era il momento di discutere, mentre uomini camminavano in loro direzione.

Rapidi cercarono di fuggire, ma gli stivali, con quel minimo tacco che possedevano, di Kyoka, non gli facilitava l'impresa.

Jirou comprese che non erano nelle condizioni di riuscir a sfuggire alla situazione, o meglio, Yaoyorozu lo comprese, e con suo rammarico, decise di ridurre i suoi uomini, nel tentativo di mantenere la propria identità celata.

Girarono l'angolo che si affacciava a un ulteriore corridoio, ma ella si dimenò sotto la presa ferrea di Bakugo, il quale la guardava con stizza e rabbia "muoviti" le impose, a denti stretti.

Kyoka aprì la lampo del giubbotto, svelando un acceso arsenale al suo interno "lo hai detto tu stesso" sorrise "infide" impugnò, tra le proprie sottili dita, due daewoo k5 "spietate" e si affacciò al corridoio dove i suoi medesimi sottoposti avrebbero perso la vita per mano sua.

Uno di loro sgranò le palpebre, pronto a gridare un allarme che avrebbe coinvolto l'intera base, ma si accorse attentamente dei lineamenti fini e delicati del volto della ragazza che impugnava delle armi contro di loro.

"lei" sgomento, si rilassò l'uomo "in cosa possiamo esserle ut-" ma la propria voce venne sovrastata da uno sparo, la quale pallottola lo colpì alla gola.

L'altro al suo fianco impugnò un arma, con mano tremante, non convinto di ciò che avrebbe dovuto fare in quella situazione.

Yaoyorozu intimò un 'no' con un movimento lento del capo, con dipinto sul volto un sorriso, puntandogli l'arma contro.

Ma prima che potesse premere il grilletto, Bakugo le scostò la mano, rivolgendole uno sguardo colmo di disappunto "vuoi farci scoprire?" l'accusò.

Rapido raggiunse l'uomo titubante, colpendolo al volto, afferrandolo poco dopo dal capo, facendogli sbattere la fronte, violentemente, contro il muro, lasciandolo cadere al suolo privo di sensi.

"niente morte" informò, Bakugo, a Jirou.

"devi farmi un favore" fece, lieve, Tomura, al capo rivolto al suolo di Kaminari "ora verranno a portarti via" gli sorrise "ma tu sai che loro sono il nemico, vero?" chiese, ottenendo un movimento di assenso "quando sarai solo con Kyoka" sottolineò il nome della ragazza "tu dovrai ucciderla, mi hai capito?" fece "quindi, ora dimmi" si alzò, Shigaraki "cosa devi fare, un volta uscito da qui?" chiese, volendo una conferma della sua sottomissione.

"uccidere Kyoka" rispose, con voce tremante, Denki.

"chi è il nemico?" procedette.

"Katsuki Bakugo" alzò il capo, Kaminari.

"chi è buono? con Kaminari Denki?" assottigliò le palpebre.

"Tomura Shigaraki" terminò.

Tomura sorrise, voltandosi pronto ad uscire "lavoro eccezionale" si rivolse ad un uomo vestito di camice bianco, prima di abbandonare la stanza.

Kyoka alzò la gamba, colpendo con lo stivale il volto di un uomo, il quale cadde a terra ricevendo un'ultimo calcio sotto il mento.

Bakugo l'aveva lasciata indietro, non avevano più molto tempo, e ciò che stava facendo non avrebbe che portato problemi.

Katsuki aprì molteplici stanze, nella speranza che all'interno di una di esse vi fosse, vivo e vegeto, il migliore amico che aveva creduto perso.

Lo avevano colpito alla spalla con una pallottola, ma ciò non lo avrebbe destato dal suo impegno, avrebbe trovato Kaminari, e se non fosse stato, attendeva con decisione la morte.

Aprì l'ultima porta del corridoio che rapidamente si portò a percorrere, spalancandola, trovandoci all'interno il corpo, abbandonato in una sedia, di Kaminari.

"sei vivo" socchiuse le labbra, Katsuki, accorrendo in suo aiuto.

Denki udendo tale voce, alzò il capo, facendo notare a Bakugo i lividi sul volto pallido e consumato, le guance erano ridotte a due solchi che facevano intravedere definitivamente le ossa degli zigomi, mentre le proprie orbite non erano che circondati da aloni rossi, di pianti soffocati e sofferti.

I polsi erano legati da corde saldamente strette, Bakugo si accorse delle dita massacrate dell'amico, dove alcune unghie furono state strappate.

Katsuki slegò l'amico, accorgendosi che ai lati delle sue tempie macchie indelebili scure si ergevano.

Afferrò l'amico da sotto le ginocchia, sorreggendolo dalla schiena, uscendo dalla stanza, pronto ad andarsene da tale luogo.

"Kyoka" chiamò a gran voce, Bakugo.

Ella apparve l'istante dopo, affaticata, sgranando le palpebre per le condizioni disumane in cui Denki fu ridotto.

Yaoyorozu fremette, colma di ira nei riguardi di Tomura, non gli aveva forse ordinato di non torcergli neppur un capello? La propria vista, inspiegabilmente, si annebbiò, rivelandosi lacrime che caddero presto lungo il suo volto.

Rimase sorpresa di tale situazione, non essendo mai riuscita a dimostrare alcun sentimento o forma di rimorso.

"non abbiamo tempo, Kyoka" la riportò alla realtà, Bakugo.

Ella procedette a correre verso l'uscita, convinta che non sarebbe più stata sua, la dominazione della città.

Per colpa di quei sentimenti che la rendevano irragionevole, e inspiegabilmente fragile.

Auguri di buon Natale ♡

Stavo pensando a scrivere, dopo questa ff, una Tododeku angel/demon!au;; sperando non vi annoi ♡ fatemi sapere se apprezzate l'idea

Spero vi piaccia ♡ al prossimo capitolo

No type // KIRIBAKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora