Capitolo 14

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Bakugo rimase in silenzio per svariati secondi, prima di pronunciare un semplice e conciso "scordatelo".

Riprese a incamminarsi, indifferente del suo incontro.

"ci tieni al tuo posto di lavoro?" alzò la voce la ragazza alle sue spalle.

A quel punto, Katsuki, placò i propri movimenti, scrutando con il filo dell'occhio Kyoka.

"lavori per loro?" chiese, a voce bassa, quasi in un sussurro.

"sono solo una ladra" sì portò le mani all'interno delle tasche della giacchetta nera in pelle.

"cosa avresti che gli interessa?" la squadrò, per trovare lui stesso un motivo.

"senti, io non ho tempo per te o per loro, mi è stato chiesto di condurti dove stabilito e avrei ricevuto un'ingente somma" spiegò, alzando gli occhi al cielo "e io non rifiuto mai un lavoro facile" tornò il suo sguardo su quello del ragazzo.

"potrei metterti in difficoltà" sorrise, Bakugo.

"seguimi e basta" girò i tacchi, convinta di essere seguita dal presente.

Che, per l'appunto, fu così.

Bakugo si trovò a salire le scale di un edificio, nel dettaglio un condominio, abbandonato, dove ogni angolo sembrò essere logorata dal tempo.

I cocci dei vetri sparsi a terra, alcune stoviglie abbandonate, la corrente elettrica neppure sembrò esserci.

Raggiunsero il terzo piano, dove la porta semi chiusa mostrava la luce di una o più candele.

"entra" lo incitò, Kyoka, indicando con il proprio mento la porta in legno.

Bakugo non seppe se fidarsi, se entrare o darsela a gambe levate.

L'atmosfera gli diede l'idea di un rito satanico, e non era sua intenzione divenire una vittima sacrificabile.

La propria mano, leggermente tremolante, sfiorò la maniglia gelida dell'appartamento.

Entrò, trovando un uomo al centro della stanza, capelli chiari, volto coperto da quella che, per lo stupore di Katsuki, ricordò essere una mano.

"come sta il mio corriere preferito?" chiese, con voce leggera, quasi cupa, ma che fece in un battito di ciglia congelare il sangue di Bakugo.

"sono stato convocato per un motivo specifico?" osò, volendo terminare quella situazione immediatamente.

"l'ufficio investigazione Giapponese ha ricevuto" si alzò dalla sedia, portandosi le mani dietro la schiena, intrecciando le dita "delle novità su nostro conto, specialmente su un ragazzino che deposita sostanze stupefacenti in luoghi non frequentati pubblicamente" gli rivolse uno sguardo.

Bakugo percepì il controllo che quell'uomo esercitava su di lui, il costante peso del suo sguardo rivolto al suo capo chino.

"qualcuno ti ha visto? Bakugo?" chiese, in un tono quasi gentile, comprensivo.

Appena avesse incontrato Kirishima, se avesse avuto la fortuna che ciò accadesse, gli avrebbe dato una ragione in più per concedersi una chirurgia estetica al volto.

Bastardo traditore.

Null'altro alleggiava all'interno della propria mente.

"no" ma lui non era tale, non avrebbe messo in pericolo alcuno a causa sua.

"ah, Bakugo, pensavo ci fossimo capiti il primo giorno del nostro incontro" sospirò, affranto, l'uomo.

"non ho violato alcuna circolare del nostro accordo" intervenne, non interpellato, Katsuki.

L'altro lo zittì con un truce sguardo.

"non m'interessa cosa tu abbia o non abbia fatto" sbraitò, irato "per colpa tua la città potrebbe tornare nelle mani del governo" si avvicinò pericolosamente alla figura del giovane "e io non posso permettermi questo fallimento" afferrandogli, in una stretta soffocante, la gola.

"non ho notato alcuno seguirmi" non cedette, il biondo, con voce strozzata.

L'altro lo lasciò cadere a terra, disgustato dall'onore di quel misero ragazzo al quale, un tempo, credeva.

"dimostrami che posso fidarmi, Katsuki Bakugo" gli fece, in un'ultima possibilità di rimediare "aiutami a riacquistare il controllo di questa città" offrì.

"sono solo uno studente universitario" si mise in piedi, tralasciando il segno rossastro sulla pelle del proprio collo.

"i tuoi studi sono terminato il giorno in cui sei venuto da me a contemplare un lavoro" sorvolò su quel particolare alzando la mano, quasi volesse scacciare via una mosca.

"ma io" tentò, Katsuki.

"tu nulla" lo riproverò, facendogli notare come la sua opinione non contava più nulla "sappiamo molto bene chi ti ha visto, quindi" gli sorrise, malato "se non vuoi che alcunché accada a quella bellissima chioma accesa" lo avvertì "farai ciò che ti viene chiesto di fare senza se e senza ma".


Da questo punto in poi inizierà lo svolgimento della ff.

Spero vi piaccia ♡ al prossimo capitolo

No type // KIRIBAKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora