#4 Matt

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Morsi il tappo della penna e alzai lo sguardo su Tessa. Era girata di spalle, i capelli raccolti in un'acconciatura disordinata, gli alti pantaloni le risaltavano il fisico magro. S'infilò una mano in una delle tasche posteriori e la sentì sospirare.
Guardava fuori dalla finestra silenziosa, una spallina della canotta le cadde dalla spalla e io abbassai lo sguardo alzandomi in piedi.
«Vado a fare un caffè, ti va?»
Le chiesi posando il foglio sul tavolo, lei si voltò rivolgendomi un sorriso. I suoi occhi mi uccidevano ogni volta.
«Si grazie, senza zucchero»
Annuì e uscì dalla stanza scendendo velocemente le scale, sbuffai sfiorandomi i capelli e mi maledì per i pensieri che la mia testa rivolgeva a Tessa.
Raggiunsi la cucina e trovai Ella china sui libri, si sfilò la matita dallo chignon e sorrisi vedendola in difficoltà.
«Materia?»
Lei alzò lo sguardo e si portò un ginocchio al petto, si era alzata ancora, forse ora raggiungeva il metro e sessanta.
«Matematica»
Disse alzando una spalla.
«Prepari del thè?»
Chiese mollando tutto sul tavolo raggiungendomi poi ai fornelli.
«No, ma se ne vuoi un po' te lo faccio volentieri»
Le risposi distante, lei annuì e la sentì aprire il frigo alle mie spalle.
«Come sta la mamma?»
Chiese tornando accanto a me e offrendomi una frittella che aveva preparato poco prima uno degli Angeli. A vederle mi resi conto che quella stanza odorava di fritto.
L'accettai e aprì lo sportello azzurro sopra la mia testa tirando fuori tre tazze.
«Non preoccuparti, sta bene a modo suo»
La ragazzina annuì e io le rivolsi uno sguardo, aveva gli stessi modi di fare di Drake.

«Credi che io sia debole?»
Alzai un sopracciglio alla sua domanda e spensi il fornello versandole in una tazza l'acqua bollente.
«Come mai me lo chiedi?»
Lei sospirò e immerse nella tazza il gusto di thè che preferiva, rigirò per diversi secondi il cucchiaino nel liquido e poi tornò a guardarmi.
«Non ho voluto sparare allo zio, non perché non volessi farlo, semplicemente mi sembrava di far del male a mio padre...»
Sorrisi e lei abbassò ancora lo sguardo combattuta, le sollevai il mento con le dita e le sue iridi chiare esitarono sulle mie.
«Non è debolezza piccola, è amore»
Lei posò la tazza e mi avvolse le braccia intorno alla vita, io la strinsi e le accarezzai la schiena.
«Mi manca Matt, non ce la faccio più»
Presi un respiro, non sapevo cosa dirle, infondo non ero bravo con queste cose.
«Senti, e se venissi con me in città? Devo fare un po' di spesa e magari riesci a distrarti per un oretta o due»
Lei si separò da me, ma non mi rispose subito.
«La mamma non si arrabbierà?»
Io alzai una spalla e le porsi la sua tazza di thè caldo.
«Sarai con me»
La rassicurai facendole l'occhiolino.
Lei sorrise e torno a sedersi al tavolo.

Bussai alla porta di Tessa con il piede e lei mi aprì subito prendendo una tazza di caffè.
«Grazie Matt»
Entrai nella stanza e mi chiusi la porta alle spalle.
«Figurati»
Mi sedetti nel piccolo divanetto accanto a lei e guardai quel muro coperto da tutto quello che potesse essere utile per trovare Drake.
«Sono due giorni che sei chiusa qui, non ti va di uscire?»
Le chiesi rivolgendole uno sguardo, il suo profilo perfetto guardava dritto davanti a se, quella sensazione allo stomaco mi prese ancora una volta e abbassai lo sguardo sul caffè.
Ora il suo profumo si confondeva con il caffè, mettendomi in difficoltà per l'ennesima volta.
«Aston ha detto che probabilmente è nelle mani del governo, ma senza internet non so come fare per scoprire se dice il vero»
Si portò le gambe al petto e con il pollice accarezzò la tazza bollente. Spostai il mio sguardo di nuovo su di lei e mi accorsi mi stesse guardando, le sue labbra piene mi distrassero dal discorso, così non risposi per non fare brutta figura.
«Tutto okay?»
Chiese seguendo il mio sguardo, la luce del sole le accendeva le iridi, facendole avvicinare alla tonalità del giallo.
«Si si»
Risposi velocemente bevendo un po' di caffè, feci una smorfia e mi accorsi di non aver messo lo zucchero nemmeno nel mio.
«Se lo dici tu»
Disse alzando un sopracciglio.
Il silenzio sembrò farsi pesante e io capì solo ora a cosa si riferisse Drake quando mi raccontò la prima volta di Lei. Tessa poteva essere impulsiva e senza controllo, ma quando era se stessa sembrava diventare più bella di quanto già non lo fosse.
«Mi lasci portare Ella in città?»
Chiesi all'improvviso smettendo di pensare a cose che non avrebbero nemmeno mai dovuto importarmi.
Lei esitò qualche secondo posando il bordo della tazza sul labbro inferiore.
«Non perderla di vista»
Rispose cedendo e finendo il suo caffè.
Io sorrisi e mi alzai dal divano raggiungendo la porta, le rivolsi un ultimo sguardo e uscì sperando che Ella non sarebbe stata l'unica a distrarsi.

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