#38 Tessa

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Lasciai andare Nathan e lui si alzò sistemandosi la camicia. Fece un passo avanti e lo fermai puntandogli la punta del coltello al petto.
«Batte calmo, mi chiedo come fai»
Dissi alzando appena il mento, una strana malinconia mi avvolse buttandomi addosso indifferenza. Mi sentivo strana, vuota, esattamente come il giorno del mio ultimo esame prima di entrare di nuovo nel mondo con un nome diverso.
«A fare cosa?»
Chiese alzando un sopracciglio, l'eleganza con cui nascondeva l'egoismo era quasi da premiare.
«Non sono più quella bambina Nathan, ma so ancora riconoscere quando menti, tu, Drake e Aston avete un difetto in comune che vi frega ogni volta che raccontate una cazzata»
Lui sorrise. I suoi occhi si fermarono nei miei e io mi accorsi di non volerlo uccidere, avevo bisogno di risposte, lui lo sapeva, era sempre stato il mio punto debole e Nathan non aveva fatto altro che sfruttarlo dall'inizio.
«Non lo farai»
Disse convinto afferrandomi il polso, lo strinse e io alzai un sopracciglio sflilandogli la pistola dalla tasca. Gliela puntai alla coscia e lui si irriggidì abbassando lo sguardo.
«Un coltello al cuore ha un tocco teatrale non credi?, certo una pallottola nella gamba mi renderebbe più contenta...»
Con la lama del coltello gli sfiorai la mascella e mi avvicinai al suo orecchio facendo un sorriso.
«Potevo passare sulle torture, ma tu hai dato il tuo peggio con Drake e io ora non posso che superare me stessa con te»
Gli sussurrai mettendo via il coltello. Lui corrugò le sopracciglia e io assoporai di nuovo il gusto deciso del controllo.
«Manipolatrice fino al midollo, sei sempre stata un arma a doppio taglio per me, talmente perfetta da renderti imperfetta al tempo stesso»
Sorrisi e lui fece lo stesso, si avvicinò al mio viso e io mi allontanai quel tanto che bastava.
«Perché non premi quel grilletto Tessa?»
Ecco cosa lo infastidiva, il mio continuo esitare sulle mie stesse parole, alzai il mento e mi guardai un attimo le spalle.
«Fidati quando ti dico che non vorresti avere l'odore del sangue addosso in questo momento»
I suoi occhi mi guardarono attenti, credo fosse la situazione più scomoda nella quale mi fossi mai trovata, non potevo sfiorare Nathan altrimenti l'odore del suo sangue avrebbe sicuramente attirato Ella, ma al tempo stesso non c'era altra cosa che avrei voluto fare.
Lo lasciai andare e mi avvicinai alla porta aprendola lentamente.
«Non hai paura che ti faccia del male Tessa?»
Alzai un sopracciglio accorgendomi solo ora di quanto fosse silenzioso il corridoio. Per la prima volta non avevo una soluzione, come potevo anche solo immaginare di poter pensare ad altro che non a Drake, al modo in cui i suoi occhi si rifiutavano all'idea di avermi mai vista prima. Era inevitabile, ogni volta che cercavo di trovare un piano B la mia mente tornava indietro, a quel momento in cui mi ero resa conto che Drake ormai non era più cosa mia.
«Pensavo me ne avessi già fatto abbastanza»
Commentai acida cercando di ascoltare ogni minimo rumore. Un telefono cominciò a squillare e io mi voltai guardando Nathan avvicinarsi al cellulare sulla sua scrivania, lo prese e rispose subito.
L'espressione sul suo viso si fece confusa e capì all'istante chi  fosse la voce dall'altra parte. Nell'esatto momento in cui realizzai fosse Ella mi passarono pensieri orrendi per la testa prima di chiudere quella porta con tre giri di chiave.
«Metti giù»
«Pronto?»
Rispose ancora Nathan ingenuo.
«Ti ho detto di mettere giù!»
Gli ordinai ancora, con uno scatto gli fui davanti, presi il telefono e lo buttai a terra pestandolo.
«C'è un'altra uscita?»
Domandai portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«No»
Disse guardando il cellulare rotto a terra e alzando un sopracciglio come a chiedere spiegazione, mi avvicinai alla finestra e spostai la tenda. Buttarsi giù sarebbe stato un suicidio per entrambi, eravamo letteralmente in trappola.
Mi portai una mano nei capelli e chiusi gli occhi ascoltando il mio cuore agitarsi ancora una volta.
«Cazzo»
Sospirai nel panico, non sapevo cosa fare, come comportarmi, come reagire a tutto questo. L'unica persona di cui avevo bisogno non c'era e non ci sarebbe mai più stata, questo mi stava distruggendo, forse con effetto ritardato, ma ora mi rendevo realmente conto di quanto Drake era sempre stato essenziale per me.
«Lo senti?»
Chiesi all'improvviso fingendo di essere rimasta di spalle tutto quel tempo per guardare fuori.
«Non sento niente»
Disse alzando una spalla, invidiavo la sua calma e la sua ignoranza nel non sapere cosa si aggirasse dentro al suo edificio.
«Silenzio, è questo che mi preoccupa»
Qualcuno alla porta cominciò a bussare velocemente, prima con tranquillità, poi una manata interruppe il suono e un pugno sostituì il battito con un forte susseguirsi di un suono più simile ad impazienza.
La maniglia cominciò a muoversi  con insistenza e io tirai Nathan per la camicia in modo che arretrasse e mi lasciasse avanti
«Vi prego aprite, se c'è qualcuno mi aiuti per favore»
Ella...Pensai sentendo la sua voce farsi innocente all'improvviso.

DnaOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz