#18 Ella

1.4K 82 8
                                    

Rimasi in silenzio, non volevo rispondere a quella domanda.
Zio Aston mi fece un leggero sorriso senza abbassare mai lo sguardo. La porta si aprì alle nostre spalle e io tornai a respirare vedendo il suo sguardo spostarsi.
«Tessa»
Disse, la porta si richiuse con forza e io sorrisi incontrando i suoi occhi.
«Ho bisogno del tuo aiuto»
Rispose lei legandosi i capelli in un alto chignon disordinato, sembravano costarle molto quelle parole.
«Si certo, ho quello che mi avevi chiesto»
Corrugai le sopracciglia e lo vidi porle un foglietto ripiegato, mia madre fece qualche passo avanti e afferrò la carta intascandosela.
«Ella, tu sei pronta?»
Io annuì alla domanda improvvisa di Aston, con un battito di mani occupò il silenzio e io sussultai chiudendo gli occhi per qualche secondo.
«Bene, vorrei solo fare una breve tappa fuori percorso prima di arrivare»
Lo informò lei dandogli le spalle, fece scivolare dalla mano una chiave e sorrise.
«Guido io Miller, niente scherzi, chiaro?»
Aston alzò un sopracciglio e sorrise sistemandosi la cravatta.
«Siamo dalla stessa parte Jhons»
Mia madre alzò un sopracciglio e mi fece cenno di seguirla.
«Ricordati la giacca, fa freddo fuori»
Io annuì e usci dalla stanza con lei, non prima di aver rivolto un ultima occhiata ad Aston, che fece un cenno dandomi poi le spalle.

Due ore dopo eravamo fuori sul portico. La macchina vibrava con il motore caldo e Tessa al volante, zio Aston chiuse il baule e io scesi i gradini guardandomi indietro, speravo davvero che almeno Matt fosse uscito a fermare quella follia.
Abbassai lo sguardo sentendomi strana e finì di farmi la treccia fermandola con un elastico fine.
«Ella sbrigati!»
Feci un passo avanti e mi accorsi di aver dimenticato un pezzo importante.
«Arrivo subito»
Dissi correndo all'interno della casa, salì le scale ed entrai nella mia stanza.
«Matt»
Sussurrai guardando la sua figura seduta ai piedi del mio letto, persi un battito quando gli vidi tra le mani quel cilindro bianco di venti centimetri.
«Cercavi questa?»
Domandò alzandosi in piedi e aprendola, subito il bastone sembrò diventargli più leggero allungandosi, ora era alto quanto lui, diede un colpo a terra con esso e due grosse e taglienti lame di metallo si aprirono di fianco a lui sfiorandogli il braccio.
«Da quanto Ella?»
Chiese rivolgendomi uno sguardo serio, presi un respiro e allungai la mano.
«Non sono affari tuoi»
Risposi ferma facendo una passo avanti, i suoi occhi trasparenti sembrarono studiare il mio sguardo.
«Sono affari miei visto che tieni nascosta sotto al letto l'unica arma che può uccidermi»
«Non è come pensi»
Mi affrettai a dire facendo un altro passo avanti, il ragazzo alzò un sopracciglio e io scattai ritrovandomi a pochi centimetri da lui, presi il bastone, ma lui non sembrava intenzionato a mollarlo.
«Hai l'odore del sangue addosso, gli occhi sereni di chi ormai non ha nulla da perdere e la morte che ti veste come fossi già sua. Credevo che la rosa del diavolo fosse solo una, invece ora ci sei di mezzo anche te, mi chiedo come»
Abbassò il suo sguardo sulle mie labbra e io corrugai le sopracciglia.
«Rosa del diavolo?»
Domandai confusa, lui sorrise e tornò sui miei occhi.
«Si usava molto al campo, era definita così tua madre, bella quanto una rosa, ma mortale quanto le sue spine. Avvelenata dal suo Creatore e tradita da chi le stava più a cuore»
Disse a voce bassa senza lasciare il mio sguardo, lo sentì debole e gli strappai la lancia dalle mani, mi allontanai e gliela puntai contro alzando un sopracciglio.
Lui sorrise e scattò avanti afferrando la lancia e girandola di traverso per potersi avvicinare.
Il suo naso sfiorò il mio e l'adrenalina cominciò a salire.
«Sai di morte Bambina»
Sorrisi e tirai il bastone verso di me, attirando Matt più vicino ancora, il suo respiro caldo sembrava nervoso, posai le mie labbra sulle sue e lo sentì ricambiare.
«Scusami»
Sussurrai rifilandogli un calcio nello stomaco, lui cadde a terra e io richiusi la lancia nascondendola nelle tasche posteriori.
Mi fece un sorriso sfiorandosi i capelli chiari, mi tolsi dalla tasca una delle sue bende e me la legai stretta alla coscia.
«Tanto per non dimenticarmi di te biondino»
Ricambiai il sorriso e sparì sotto i suoi occhi alzando l'aria, feci gli ultimi due scalini correndo e uscì dalla casa raggiungendo la macchina. Salì in auto e come chiusi la portiera mia madre partì sgommando sulla ghiaia.
Mi sistemai meglio nei sedili posteriori e guardai la figura di Matt diventare sempre piu piccola, disse qualcosa, ma non riuscì a capirlo nemmeno leggendoli le labbra. Sorrisi e tornai a sedermi comoda.
«Aston sei sicuro dell'indirizzo?»
Chiese Tessa accendendo gli abbaglianti.
«C'è in gioco la mia vita, non sono così stupido»

DnaWhere stories live. Discover now