#26 Tessa

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Continuai a camminare per quel vicolo, portandomi una mano sulla bocca disgustata ad ogni cassonetto a cui passavo davanti.
«Ti prego»
Sentì singhiozzare, aumentai il passo e mi fermai a pochi metri da un ragazzino accasciato a terra, mi abbassai e gli mossi una spalla, non si mosse e decisi di spostarlo a pancia in su. Mi alzai in piedi e feci un passo indietro, aveva la mascella rotta e un grosso buco nel petto, non mi fermai a controllare, ma ero certa che se avessi cercato abbastanza ne avrei trovato il cuore da qualche parte. Seguì l'odore e le voci che tra quelle alte e strette mura rimbombavano.
Più andavo avanti, più trovavo corpi a terra, sembravano aumentare ogni volta. Sentì uno sparo riaccheggiare e mi pentì di aver messo tra le mani di mia figlia una pistola.
Svoltai a destra aumentando il passo e mi trovai davanti una rete di ferro, provai a muoverla e per qualche secondo uno strano silenzio prese posto intorno a me. Salì sul cassonetto e scavalcai la recinzione trovandomi dalla parte opposta, mi alzai pulendomi i vestiti e mi fermai guardando Ella in piedi davanti ad un ragazzo. Lui era fermo immobile, guardava mia figlia incantato e sorrise quando lei si avvicinò alle sue labbra.
«Non urlare»
Gli disse infilandole un coltello nello stomaco, corrugai le sopracciglia e lei sorrise spingendolo a terra. Il ragazzo si mise entrambe le mani sulla ferita e aprì la bocca senza emettere alcun suono.
Mi portai una mano tra i capelli e la guardai accovacciarsi accanto a lui, la vidi sfilare qualcosa dalla schiena e con uno scatto una lancia le si aprì nella mano, sussulatai fecendo subito un passo indietro scontrandomi con il muro. La paura mi bloccò al ricordo di quando una di quelle cose mi aveva quasi uccisa.
«Ella...dove l'hai trovata quella?»
Le chiesi cercando di nascondere l'ansia che mi stava investendo come un fiume in piena.
Lei non rispose, fece una carezza al ragazzo e gli sfiorò la ferita sporcandosi le mani con il sangue, se lo portò alle labbra e sorrise sentendone l'odore. Notai le sue iridi diventare di un verde brillante per qualche secondo e si alzò in piedi passando sopra al ragazzo ancora vivo.
Avanzava lentamente, guardando quel sangue come fosse la cosa più preziosa del mondo.
«È ancora caldo»
Disse puntandomi la lancia alla gola, la sua lama fredda mi sfiorava il mento, sussultai quando due lunghe lame si aprirono ai lati.
«Ella»
«Sta zitta!»
Gridò avvicinando la lancia, rimasi in silenzio e guardai i suoi occhi brillare di un verde intenso.
«Sta ancora respirando...»
Mi fece notare abbassando il tono e voltandosi verso il ragazzo steso a terra.
Guardai quel poveretto agonizzare a terra e approfittando di quella sua distrazione allungai la mano verso la mia pistola, la sfilai piano dalla fondina e tirai un calcio al bastone riuscendo a liberarmi, gli puntai contro l'arma e lei sorrise inclinando la testa.
«Deve farti molto male»
Disse tenendo fermo il suo sguardo sulla ferita alla gamba. Dovevo essermi tagliata con una delle lame senza accorgermene.
«Controllati Ella»
Provai a dire, sperando che ci fosse ancora un briciolo di buonsenso in lei, si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e guardò la sua lancia bianca con orgoglio.
«Perché? Mi sento così viva, libera e potente»
Disse alzando un sopracciglio nel pronunciare l'ultima parola.
«Tu lo sai meglio di me, vero mamma?»
Corrugai le sopracciglia e mi passai la lingua sulle labbra. Lei sorrise ancora e tornò a guardare la mia gamba.
«Sanguina ancora»
Mi informò posando poi i suoi occhi nei miei. Sentivo la ferita darmi fastidio, era strano come ogni volta che quell'arma mi colpiva mi provocava dolore.
«Ella ascoltami, devi concentrarti, smettila di pensare al sangue»
Più le parlavo, più lei sembrava non ascoltarmi.
«Ehi piccola!»
La chiamò Matt da dietro le sue spalle, mi sentì sollevata nel vedere il suo viso, Ella si voltò verso di lui e io feci un passo avanti.
Lo guardai sfilarsi un coltello dalla tasca e tagliarsi la pelle appena sopra la clavicola. Il taglio fu abbastanza profondo da attirare l'attenzione della ragazzina, che senza indugio si fece avanti.
«Sanguini Matt»
Disse alzando un sopracciglio, lui sorrise e mi fece un cenno aprendosi un nuovo taglio sul collo, attento a non recidere l'arteria.
Ella gli sfiorò il petto fermando il suo sguardo sul sangue che sporcava la pelle chiara del ragazzo, con uno scatto le fui alle spalle e le sparai due colpi alla schiena.
Ella gridò e Matt le tappò la bocca prendendole la pistola dalla mano e sparandole un ultimo colpo alla tempia.
Guardai la mia bambina accasciarsi addosso a lui e afferrai la pistola che Matt mi porse, prendendo poi Ella in braccio.
«Andiamo via prima che qualcuno ci veda»
Gli posai una mano sul braccio e lo fermai prima che scattasse.
«Aspetta, quella?»
Gli chiesi indicandogli la lancia a terra, lui posò un momento Ella a terra e la prese in mano sbattendola una volta a terra, questa si richiuse in un bastone di appena venti centimetri e se lo mise in tasca fermandosi davanti a me.
«Tutto okay?»
Chiese guardandomi negli occhi, scossi la testa e lui mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Mi prese per un braccio e mi fece scontrare contro il suo petto stringendomi a se, sentì una lacrima scendere involontaria e guardai a terra il corpo di Ella inerme.

DnaWhere stories live. Discover now